Lo slittamento della riforma delle scuole medie superiori al 2010, dopo una fase di completa incertezza per quanto riguarda i contenuti della legge, la modifica dei curricoli, le riduzioni d’orario conseguenti al taglio del personale docente, che ha persino indotto il Ministero a far slittare di un mese il termine delle iscrizioni, non ha tranquillizzato genitori e insegnanti. I problemi sono solo slittati di alcuni mesi. Lo ha spiegato l’assessore all’Istruzione Adriana Querzè rispondendo all’interrogazione “Iscrizioni a rischio nelle scuole superiori di Modena?” presentata durante la seduta del Consiglio comunale di ieri dal consigliere William Garagnani (Pd). Garagnani ha stigmatizzato la confusione creata allorquando si chiedeva ai ragazzi di scegliere la scuola superiore “praticamente al buio” e lo stato di assoluta incertezza che permane ora a causa “delle incongruenze della riforma che determina tra l’altro una disarticolazione totale del mondo scolastico, facendo saltare le passerelle tra licei e istituti tecnici”. L’assessore ha anche sottolineato che (circolare 4 del 15.01.09 sulle iscrizioni) le scuole elementari e medie che vedono applicata pienamente la riforma, ne risultano profondamente e negativamente modificate. “Due i fattori particolarmente negativi: la frammentazione dei modelli scolastici alle elementari in quattro modelli di 24, 27, 30, 40 ore settimanali e la totale eliminazione della compresenza in tutte le classi a tempo pieno prolungato. Oltre a dequalificare la scuola e a smantellare i modelli organizzativi – ha detto la Querzè - questi interventi avranno una forte ricaduta sugli aspetti occupazionali: nelle scuole elementari del solo Comune di Modena a settembre entreranno 60 insegnanti in meno. E’ il contributo che la scuola modenese dovrà dare al raggiungimento dell’obiettivo del taglio di 87mila docenti in tre anni stabilito dai provvedimenti Tremonti/Gelmini. Non saranno insegnanti licenziati ma supplenti non assunti”. Garagnani ha ringraziato l'assessore per la puntualità della risposta e ha concluso che “il risultato della riforma sarà un ulteriore impoverimento della scuola italiana”.
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