Il commento dell'assessore all'Istruzione del Comune di Modena Adriana Querzè al decreto legge pubblicato dal ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini.
“A Modena, dall’anno scolastico 2009-2010, non sarà più possibile garantire il tempo pieno per oltre l’85% delle classi che oggi funziona con questa modalità. È la conseguenza del decreto legge pubblicato il primo settembre dal Ministero dell’Istruzione, in base al quale, dal prossimo anno scolastico, ogni classe della scuola primaria funzionerà con un maestro unico per 24 ore settimanali”. Lo afferma l’assessore all’Istruzione del Comune di Modena Adriana Querzé, commentando il recente decreto legge pubblicato dal Ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini.
A Modena, l’85% delle classi funziona a tempo pieno, per 40 ore settimanali. Col ritorno al maestro unico le ore settimanali saranno 24, e i bambini usciranno da scuola alle 12,30 anziché alle 16,30.
“Le conseguenze del ritorno al maestro unico”, prosegue l’assessore, “sono molto gravi, non solo dal punto di vista didattico ma anche per le famiglie modenesi. Già dal prossimo gennaio, al momento delle iscrizioni, i genitori si troveranno a iscrivere i propri figli in una scuola primaria che resterà aperta solo 24 ore. Come faranno le famiglie modenesi, dove 7 donne su 10 lavorano, a occuparsi dei figli a partire dalle 12,30?”.
A Modena ci sono 8 circoli didattici, per un totale di 27 scuole, frequentate da 6889 alunni. Le classi sono in tutto 305, di cui 266, sono a tempo pieno. A 6011 bambini, pari all’87% del totale, è così garantita la possibilità di stare a scuola a tempo pieno, ogni pomeriggio fino alle 16.30. Le altre 39 classi funzionano invece con il cosiddetto “modulo”, che prevede almeno un rientro pomeridiano.
L’assessore Querzè esprime preoccupazione anche per la qualità dell’insegnamento: “le ore destinate alle diverse discipline diminuiranno e la maestra che prima insegnava solo italiano dovrà insegnare anche matematica. I bambini in difficoltà non avranno più momenti di recupero individuale o in gruppi. Aumenteranno gli alunni per classe e gli insegnanti precari perderanno definitivamente ogni speranza di avere un incarico a tempo indeterminato”.
Ogni classe a tempo pieno prevede due maestre, più eventuali altre insegnanti per le attività come l’inglese o la religione cattolica facoltativa. Le classi a modulo invece hanno diverse modalità organizzative, tra le quali prevale quella di 3 maestre che, suddividendosi le diverse aree di insegnamento, coprono 2 classi.
“Il tempo pieno modenese, anche grazie all’impegno delle insegnanti delle nostre scuole, era riuscito a resistere agli attacchi della Moratti, ma questo è l’atto di morte, perché con un maestro solo non si potrà fare niente di più della scuola degli anni ’50. Questi cambiamenti”, conclude Adriana Querzè, “nonostante le dichiarazioni del Ministro Maria Stella Gelmini, sembrano dettati semplicemente dalla volontà di tagliare risorse. È come se il vero titolare del dicastero dell’Istruzione, oggi, fosse il Ministro del Tesoro”.
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