15/09/2008

"LO SGOMBERO DI MARZAGLIA ERA NELLA PIENA LEGALITA'"

L'assessore Marino ha risposto in Consiglio comunale alle interrogazioni di Tesauro dei Verdi e di Massamba del Gruppo indipendente di Sinistra
“Gli abbattimenti degli edifici di Marzaglia sono stati autorizzati con Dia del 30 maggio, la società Vintage 30 giorni dopo avrebbe potuto legittimamente provvedere ai lavori di demolizione”. Così l’assessore al Patrimonio Antonino Marino ha risposto in Consiglio comunale alle interrogazioni, trasformate in interpellanze, del consigliere dei Verdi Mauro Tesauro “Casali abbattuti a Marzaglia durante lo sgombero di Libera” e della consigliera del Gruppo indipendente di Sinistra Isabella Massamba “A quando lo sgombero di Libera?”.
Il consigliere Tesauro nella sua interrogazione chiedeva, alla luce di “quanto di esecrabile è successo durante lo sgombero di Libera”, se gli abbattimenti avvenuti fossero correttamente autorizzati “con tutti i debiti atti abilitativi e perché l’abbattimento sia avvenuto senza la preventiva asportazione delle masserizie e degli effetti personali dei residenti, così come disposto dall’ordinanza di sgombero”. Quella di Libera, per Teasauro è stata “una protesta passiva. Alle 21.30 è cessato l’eroico assedio con capitolazione e randellate al nemico, ma poteva andare peggio: ringrazio la Digos che si è letteralmente frapposta tra gli occupanti e la Polizia Municipale. Questi abbattimenti di una feroce violenza simbolica sono stati fatti con tutti le autorizzazioni?”.
“Non è stato possibile provvedere alla preventiva asportazione di masserizie ed effetti personali degli occupanti l’immobile di via Pomposiana 271 – ha spiegato Marino – in quanto i pavimenti e le strutture interne dello stabile sono state cosparse ed imbrattate con sostanze viscide di cui non è stato possibile analizzare la natura e la pericolosità”. Il fabbricato, ha aggiunto l’assessore, “è stato disseminato di trabocchetti e insidie volte a offendere l’incolumità degli operatori addetti allo sgombero, al chiaro scopo di resistere ad oltranza all’esecuzione d’ufficio. Per assicurare l’incolumità degli operatori coinvolti nello sgombero non vi erano alternative all’abbattimento dell’edificio. La nostra Polizia municipale non è di colpo diventata la Celere, ma ha dimostrato capacità di gestire una situazione problematica”.
Nella presentazione della sua interrogazione la consigliera Massamba ha affermato: “Non rileggo l’interrogazione perché obsoleta, ma colgo l’occasione per chiedere perché è stato fatto lo sgombero senza attendere il decorso del contratto del Comune a fine novembre, procedendo, poi, con lo sfratto”.
L’assessore Marino ha spiegato che la data dello sgombero era stata concordata dalle forze dell’ordine solo in prossimità dell’intervento, avvenuto lo scorso 8 agosto, “considerata la numerosità dei soggetti istituzionali coinvolti: Polizia municipale, Prefettura, Questura, Comando Carabinieri, Vigili del Fuoco e una autoambulanza”. L’ordinanza conferiva alla Polizia municipale la facoltà di fissare la data e l’ora dell’azione, “pertanto, pur non sussistendo impedimenti di natura giuridico-legale a fornire al Consiglio comunale l’informazione richiesta, non è stato possibile provvedere in anticipo considerata la prossimità temporale del momento in cui è stato concordato l’intervento e il giorno della realizzazione”. Il provvedimento, ha poi sottolineato l’assessore, “era esecutivo fin dalla data dell’ordinanza, quindi dal 9 luglio 2008, e doveva essere eseguito in primis dagli occupanti ben potendo un’ordinanza essere eseguita volontariamente”. Sulle modalità dello sgombero, Marino ha poi aggiunto che “e’ stato inevitabile ricorrere alle forze dell’ordine con un’azione integrata a causa del comportamento profondamente ostile manifestato dagli occupanti gli immobili nei confronti dell’esecuzione dell’ordinanza stessa”.
Il consigliere della Lega Nord Mauro Manfredini ha spiegato che “sono rari i casi in cui ho condiviso l’atteggiamento dell’Amministrazione. Ascoltando l’intervento del collega Tesauro sembra che l’Amministrazione si sia svegliata quel giorno e abbia deciso di agire di punto in bianco, mentre si è agito con legittima procedura, la decisione è stata votata e approvata. Inoltre si sono usati mezzi opportuni: randellate al nemico non ne ho viste”.
Per Dante Mazzi di Fi – Pdl c’è stato “uno spiegamento di forze eccessivo, mancavano solo la marina e l’aviazione. E’ una materia su cui sarebbe opportuno fare una commissione speciale, come previsto dall’articolo 22 del regolamento, per fare luce su tutto quello che è successo. Quella sera non è stato demolito un edificio ma le fondamenta del diritto e della democrazia”.
“Credo non si mini l’istituzione della democrazia” ha affermato Sergio Celloni del Ppl. “Da parte del Comune sono stati tollerati oltremodo i comportamenti dell’associazione Libera. Queste persone rappresentano questa frangia estremista di un’idea che non condivido: hanno fatto una continua strumentazione per portare avanti un loro contrasto ideologico, vogliono fare vittimismo”.
Per Michele Andreana del Pd “la scelta è stata fatta dall’Amministrazione dopo diversi anni. Si è tentato fino all’ultimo di non arrivare a uno sgombero forzato, Libera è stata più volte invitata a discutere per trovare altra sede. Lo sgombero è stato fatto in ottemperanza alle norme previste. Le forze dell’ordine, poi, hanno svolto il lavoro con molta professionalità: hanno usato molto tatto e capacità di dialogo e, nonostante le esasperazioni, a parte qualche spintone non è successo niente”.
“La dialettica in maggioranza è sempre stata molto franca, a volte aspra, ma con un confronto corretto” ha detto Alvaro Colombo di Rifondazione Comunista. “Su questa vicenda è venuta meno la capacità di dialogo con i soggetti di Libera, che si è opposta a una soluzione pacifica e condivisa su questo piano. Al termine del confronto è stata scelta una soluzione che non abbiamo condiviso, ma che non toglie legittimità a questi atti. Lo sgombero forzato seppur contenuto è un atto forzato, credo quindi che si debba riaprire il confronto con Libera”.
Il consigliere Andrea Leoni ha affermato che Forza Italia “ha sempre fatto del rispetto della legalità uno dei cardini dell’azione politica. Dopo la scelta della maggioranza di procedere in questo senso ci aspettavamo che lo sgombero ci sarebbe stato. Però abbiamo letto sui giornali che questi signori avevano diritto di stare lì fino a novembre. La legalità deve valere per tutti: le persone di Libera, i cittadini e anche per l’Amministrazione comunale: si deve capire se l’Amministrazione ha operato all’interno delle norme”.
Il consigliere Pd Fausto Cigni è intervenuto affermando: “questa idea di commissione fa ridere. Per anni si è bloccata la commissione per chiarire i fatti del G8 di Genova, si vuole fare una commissione per questa situazione? Ritengo che l’Amministrazione faccia bene a fare passi ulteriori: nessuno si scandalizza che vi sia un rapporto con Libera, ma deve partire da alcuni principi di fondo: riaprire il dialogo sulla base di principi, sull’Abc della democrazia, sul rispetto delle regole e su come si intende continuare. Se questo è il terreno sul quale ci si trova d’accordo va bene, altrimenti è finita qui”.
Ivo Esposito di Forza Italia - Pdl ha precisato: “abbiamo semplicemente chiesto con questa interrogazione se si è agito nella correttezza: se è corretto abbattere un edificio con beni privati all’interno, o abbattere casali provocando danni economici a persone terze. Non credo ci sarebbe stato bisogno di abbattere l’immobile. Abbiamo dubbi sul fatto che non era previsto l’esproprio, ma solo lo sgombero. Le regole devono valere per tutti, anche per l’Amministrazione. Si è effettuato uno sgombero con conseguente danneggiamento di beni che non erano dell’Amministrazione. Non era necessaria un’azione così immediata come abbattimento del casale”.
Isabella Massamba, gruppo indipendente per la sinistra, ha obiettato: “Bastava aspettare novembre per sgombrare senza problemi. Ho visto che i poliziotti della Celere avevano atteggiamenti aggressivi, voglia di menare le mani, tanto che sono stati ripresi dai loro stessi superiori. In pochi minuti il casale è stato preso: c’era dell’olio e si faticava a stare in piedi, ma è stata fatta resistenza passiva. Si sarebbero potute evitare molte azioni di conflitto, ma c’era la sensazione di essere quasi in un film d’azione, come se si dovesse combattere un nemico che nemico non era. Libera avrebbe potuto accettare un’altra proposta, ma sono stati coerenti: non hanno accettato di guardare solo al loro orticello. Ci sono state pressioni da parte della Vintage per svuotare il prima possibile la struttura”.
Secondo Mauro Tesauro dei Verdi “non si può non lanciare un ponte anche a realtà di questo tipo. C’è il dovere politico di cercare un confronto. Verificherò, ma ritengo che sia stato abbattuto anche un edificio che invece doveva essere mantenuto. I trabocchetti di cui parla Marino, secondo lo Zingarelli ma anche secondo Tom e Jerry, sono strumenti che si aprono quando uno passa facendo cadere sotto chi entra. E per quanto riguarda le sostanze viscide di cui non è stato possibile verificare la pericolosità posso affermare che si trattava di pop corn e olio”.
Nella sua replica l’assessore Marino ha sottolineato come “i consiglieri di minoranza hanno avuto opinioni diverse sull’accaduto: alcuni solidarizzano con le persone di Libera, altri sono d’accordo con l’Amministrazione. Non credo ci sia bisogno di commissioni in questo caso: abbiamo operato all’interno delle norme e con trasparenza. La risposta più concreta, in questo senso, è quella del Tar, che ha dato ragione al nostro dispositivo. Dialogo e interlocuzione credo che ci siano stati e le persone di Libera hanno perso l’occasione oltre che di avere un’altra sede, di ottenere un riconoscimento sociale della loro associazione. Il dialogo comunque può ripartire nel rispetto delle regole.
“Che qualcuno lo abbia considerato un atto di locazione, per cui sarebbe stata necessaria una disdetta mi sembra eccessivo” ha affermato il sindaco Giorgio Pighi. “Una minaccia di azione legale contro l’assessore mi sembra eccessivo. La volontà delle forze dell’ordine era di non usare violenza. Ritengo che da parte di queste persone, visto che l’azione si è svolta senza uso di violenza ed è rientrata in un alveo di legalità, bisognerebbe chiudere questa vicenda. Il percorso del dialogo può riprendere in qualsiasi momento”.

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