13/06/2008

LA PAROLA AI VOLONTARI MODENESI, NEL 2007 SONO STATI 215

Senso civico e crescita professionale sono le principali motivazioni della scelta
Sono stati 215 i volontari selezionati nel 2007 nei due bandi di Servizio civile volontario presentati, che termineranno la loro esperienza nei prossimi mesi.
Tra loro Salvatore Sofia, 28 anni, volontario all'ufficio cultura dell’Arci di Modena dal primo ottobre 2007: “Sviluppiamo progetti in ambito culturale, teatrale e di formazione permanente – afferma – con la realizzazione di corsi, eventi e manifestazioni, dall’ideazione all’organizzazione alla promozione. Su molti progetti affianchiamo coordinatori Arci, altri li seguiamo personalmente”. Le ragioni che hanno spinto Salvatore ad intraprendere questo percorso sono due, la crescita professionale personale e il senso di responsabilità civile: “Ho scelto di farlo perché la ritengo un’esperienza formativa importante a conclusione e perfezionamento dei miei studi in scienze della Comunicazione – spiega il volontario – inoltre volevo fare un’esperienza di cittadinanza attiva, ho pensato fosse utile prestare un servizio alla collettività”. Le mansioni svolte da Salvatore sono svariate: “Bisogna essere elastici e preparati ad adattarsi, perché oltre ai progetti definiti ci possono essere anche altre cose da fare. Come formazione professionale è sicuramente utile, rappresenta un accrescimento del mio bagaglio culturale e relazionale. Certe competenze acquisite mi sento di dire che mi serviranno anche in futuro”.
Monica Garuti, 28 anni, volontaria in servizio civile all’Anpas, Croce Blu di Mirandola, faceva volontariato nell’associazione da quando aveva 16 anni. Ha iniziato il Servizio civile il primo ottobre 2007, poco prima di laurearsi alla facoltà di Medicina e Chirurgia, e finirà l’esperienza il 30 settembre 2008. “Facevo l’università e visto che ero in pari ho pensato alla possibilità di fare il Servizio civile volontario, come modo per tenermi occupata e guadagnare qualcosa”. Con i corsi che ha seguito, oggi, oltre a poter guidare numerosi mezzi di soccorso, è primo soccorritore e può occuparsi da sola dell’assistenza in ambulanza. “Ci occupiamo normalmente del servizio sociale di trasporto delle persone, del trasporto di sangue ed eventualmente di organi. In più lavoriamo sulle urgenze ed emergenze in convenzione con il 118”. Per lei quest’ambito è molto importante: “Insegna tanto, si vedono persone stare male e affrontare grossi problemi. Ti aiuta ad apprezzare di più quello che hai, le cose di tutti i giorni, la famiglia, la salute”. Tra i momenti che ricorda come maggiormente significativi, l’intervento a Camposanto per evacuare la zona quando è stata disinnescata la bomba, e quello in programma domani, di assistenza al concerto che avrà luogo allo stadio Braglia. Monica definisce questa come “un’esperienza che può aiutare e far crescere, soprattutto dal punto di vista umano. Sono contenta di averla fatta, se ci fosse la possibilità di fare un altro anno la ripeterei, magari all’estero”.
Chiara Pederzini, 23 anni, sta invece svolgendo il Servizio civile al Comune di Modena nell’unità specialistica Energia e impianti del settore Ambiente: “In particolare, sto seguendo un progetto europeo sul risparmio energetico, e mi occupo di contabilità ambientale”. Tra le attività di Chiara anche la partecipazione ad iniziative organizzate da Agenda 21 e l’affiancamento del suo coordinatore in lezioni nelle scuole medie. “Molti alla domanda perché hai scelto di fare questa esperienza rispondono che sperano gli sia utile per entrare nell’Amministrazione comunale” spiega la volontaria. “Io non l’ho fatto con questo obiettivo: stavo per prendere la laurea breve in ingegneria ambientale e volevo un’alternativa allo studio, per capire se quello cui mi stavo dedicando era veramente quello che volevo fare nel futuro. Per me, quest’anno di esperienza significa formarmi e avere nel mio bagaglio personale un’esperienza importante anche da inserire nel curriculum”. Chiara non è pentita della scelta fatta, “credo sia un’esperienza da ripetere, sia a livello professionale e formativo, che umano e personale. Mi trovo molto bene in quest’ambiente, ho un buon rapporto di fiducia con la mia coordinatrice ed è stato bello capire di essere in grado di muovermi in modo indipendente”.

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