Sulla sicurezza il Sindaco di Modena coglie la disponibilità del Ministro, ma sottolinea le preoccupazioni su organici, risorse e lotta alla clandestinità criminale
“Apprezzamento per la disponibilità del Ministro degli Interni a valutare il tema delle ordinanze e quello delle risorse per gli organici delle Polizie Municipali secondo le richieste dei sindaci, è un primo passo importante”. E’ questa la valutazione del Sindaco di Modena, Giorgio Pighi, sull’esito dell’incontro che si tenuto in mattinata, a Parma, tra il Ministro Maroni ed i Sindaci che hanno firmato il Patto per la sicurezza urbana nella città medie.
“Maggiori certezze ed organici adeguati”, è stata la richiesta presentata dal Sindaco di Modena, che ha poi articolato il suo pensiero evidenziando tre aspetti delle recenti misure adottate o annunciate dal Governo: “In primo luogo -ha sostenuto Pighi- chiediamo che le ordinanze dei Sindaci in materia di vivibilità urbana non debbano essere sottoposte al vincolo dell’urgenza, sia per semplicità di impiego, ma soprattutto per evitare eterni ricorsi che, di fatto, renderebbero lo strumento molto meno efficace”.
“Proprio per questo -ha proseguito Pighi- chiediamo al Governo di non ingabbiare i poteri dei Sindaci in schemi troppo rigidi. La sicurezza è un diritto dei cittadini ed ogni realtà, in una logica federalista, deve avere la possibilità di scegliere le modalità di intervento sulle singole questioni, ovviamente nei limiti delle leggi in vigore e delle competenze delle Istituzioni locali.”
Il Sindaco di Modena ha poi evidenziato una preoccupazione di tutti gli amministratori: “Si sente parlare di un nuovo blocco del turnover nelle pubblica amministrazione, addirittura una sostituzione consentita ogni 7/8 pensionamenti. Siamo contrari in generale a misure di tale natura, ma almeno rimangano escluse le forze dell’ordine e le polizie municipali. In passato -conclude il Sindaco di Modena- queste limitazioni avevano portato gli organici al limite delle possibilità operative. Sono scelte che i cittadini non capirebbero, anche perché, a dire il vero, stiamo ancora aspettando che il Governa provveda ad integrare gli organici della Polizia di Stato come da accordi sottoscritti”.
Il Ministro Maroni si è detto disponibile a modificare l’articolo relativo alle ordinanze dei sindaci contenuto del decreto legge in materia di sicurezza, ed a valutare il tema delle risorse e degli organici anche alla luce dei nuovi poteri che andranno attribuiti alle realtà locali.
Rispetto, poi, al tema dell’introduzione del reato di “ingresso clandestino” nel nostro paese, il Sindaco di Modena ha chiesto al Ministro Maroni di tener conto delle obiezioni sollevate da più voci autorevoli. Modena è particolarmente interessata alla questione per la presenza, sul suo territorio, di un Centro di Permanenza che potrebbe diventare molto più impegnativo sul piano della gestione e quindi assorbire nuove energie dalle forze dell’ordine a livello locale.
“Il nostro ordinamento -dichiara Pighi- prevede l’obbligo dell’azione penale, quindi ogni clandestino andrebbe perseguito, con un aggravio di lavoro per forze dell’ordine e magistratura assolutamente incompatibile con la situazione attuale in materia di sicurezza.
Non ne faccio, in questo momento, una questione di principio, ma di pura efficacia dei provvedimenti. Il rischio evidente, infatti, è che misure così congegnate possano addirittura rivelarsi controproducenti rispetto all’obiettivo che si propongono: quelli di colpire i clandestini che commettano reati.
Il cosiddetto reato di clandestinità viene oggi applicato in ordinamenti dove non c’è l’obbligo dell’azione penale e, in condizioni normali, vi si fa ricorso raramente, in particolare nell’ambito di inchieste giudiziarie complesse e non per perseguire chi è solo clandestino e magari non ha mai fatto nulla di male.
Nel nostro paese dobbiamo trovare il modo di perseguire ed allontanare i clandestini che delinquono, e per farlo non servono scorciatoie come l’introduzione del reato di ingresso clandestino o allungando i tempi di permanenza nei Cpt. Serve la capacità di indagare con efficienza e rapidità, servono fondi per consentire espulsioni vere e non solo sulla carta, servono rapporti più stretti coi paesi a forte propensione all’emigrazione, ma anche con le comunità straniere regolari presenti sul nostro territorio. Insomma -conclude il Sindaco di Modena- serve una vera politica per l’immigrazione, certa sul piano delle regole fondamentali e capace di farle applicare sul serio.”
“Maggiori certezze ed organici adeguati”, è stata la richiesta presentata dal Sindaco di Modena, che ha poi articolato il suo pensiero evidenziando tre aspetti delle recenti misure adottate o annunciate dal Governo: “In primo luogo -ha sostenuto Pighi- chiediamo che le ordinanze dei Sindaci in materia di vivibilità urbana non debbano essere sottoposte al vincolo dell’urgenza, sia per semplicità di impiego, ma soprattutto per evitare eterni ricorsi che, di fatto, renderebbero lo strumento molto meno efficace”.
“Proprio per questo -ha proseguito Pighi- chiediamo al Governo di non ingabbiare i poteri dei Sindaci in schemi troppo rigidi. La sicurezza è un diritto dei cittadini ed ogni realtà, in una logica federalista, deve avere la possibilità di scegliere le modalità di intervento sulle singole questioni, ovviamente nei limiti delle leggi in vigore e delle competenze delle Istituzioni locali.”
Il Sindaco di Modena ha poi evidenziato una preoccupazione di tutti gli amministratori: “Si sente parlare di un nuovo blocco del turnover nelle pubblica amministrazione, addirittura una sostituzione consentita ogni 7/8 pensionamenti. Siamo contrari in generale a misure di tale natura, ma almeno rimangano escluse le forze dell’ordine e le polizie municipali. In passato -conclude il Sindaco di Modena- queste limitazioni avevano portato gli organici al limite delle possibilità operative. Sono scelte che i cittadini non capirebbero, anche perché, a dire il vero, stiamo ancora aspettando che il Governa provveda ad integrare gli organici della Polizia di Stato come da accordi sottoscritti”.
Il Ministro Maroni si è detto disponibile a modificare l’articolo relativo alle ordinanze dei sindaci contenuto del decreto legge in materia di sicurezza, ed a valutare il tema delle risorse e degli organici anche alla luce dei nuovi poteri che andranno attribuiti alle realtà locali.
Rispetto, poi, al tema dell’introduzione del reato di “ingresso clandestino” nel nostro paese, il Sindaco di Modena ha chiesto al Ministro Maroni di tener conto delle obiezioni sollevate da più voci autorevoli. Modena è particolarmente interessata alla questione per la presenza, sul suo territorio, di un Centro di Permanenza che potrebbe diventare molto più impegnativo sul piano della gestione e quindi assorbire nuove energie dalle forze dell’ordine a livello locale.
“Il nostro ordinamento -dichiara Pighi- prevede l’obbligo dell’azione penale, quindi ogni clandestino andrebbe perseguito, con un aggravio di lavoro per forze dell’ordine e magistratura assolutamente incompatibile con la situazione attuale in materia di sicurezza.
Non ne faccio, in questo momento, una questione di principio, ma di pura efficacia dei provvedimenti. Il rischio evidente, infatti, è che misure così congegnate possano addirittura rivelarsi controproducenti rispetto all’obiettivo che si propongono: quelli di colpire i clandestini che commettano reati.
Il cosiddetto reato di clandestinità viene oggi applicato in ordinamenti dove non c’è l’obbligo dell’azione penale e, in condizioni normali, vi si fa ricorso raramente, in particolare nell’ambito di inchieste giudiziarie complesse e non per perseguire chi è solo clandestino e magari non ha mai fatto nulla di male.
Nel nostro paese dobbiamo trovare il modo di perseguire ed allontanare i clandestini che delinquono, e per farlo non servono scorciatoie come l’introduzione del reato di ingresso clandestino o allungando i tempi di permanenza nei Cpt. Serve la capacità di indagare con efficienza e rapidità, servono fondi per consentire espulsioni vere e non solo sulla carta, servono rapporti più stretti coi paesi a forte propensione all’emigrazione, ma anche con le comunità straniere regolari presenti sul nostro territorio. Insomma -conclude il Sindaco di Modena- serve una vera politica per l’immigrazione, certa sul piano delle regole fondamentali e capace di farle applicare sul serio.”
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