05/06/2008

60 ANNI DI COSTITUZIONE, VALORI ANCORA ATTUALISSIMI

Nuovo clima politico per operare una riforma sulla seconda parte della Carta
Un Consiglio solenne per celebrare il 60esimo della Carta costituzionale, entrata in vigore il primo gennaio 1948. E’ quello che si è svolto oggi pomeriggio sala Consiliare del Comune di Modena. L’incontro è stato aperto dalla presentazione del presidente del Consiglio Ennio Cottafavi, che ha ricordato le iniziative organizzate nella città di Modena per celebrare l’anniversario della Carta Costituzionale: “Tra queste, la proposta giunta dalla Circoscrizione 3 di dedicare alla Costituzione il nuovo parco e la via adiacente al parco della Repubblica, e alcuni momenti che hanno coinvolto i giovani”, definiti “interlocutori privilegiati”. Quelli della Carta Costituzionale, per Cottafavi “sono gli unici valori che possono consentire a una comunità di vivere e prosperare”.
Alla seduta solenne ha preso parte anche il professor Augusto Barbera, ordinario di Diritto Costituzionale all’Università di Bologna che ha fatto un riepilogo su come l’Italia è giunta alla realizzazione ed approvazione della Costituzione. “E’ una Carta che può ancora essere adoperata nei prossimi decenni” ha affermato Barbera. “Nessuno dei tentativi di modifiche che si sono registrati ha mai messo in discussione i suoi principi, che sono ormai parte della nostra storia e costituiscono la nostra identità”. Per il professore, ad oggi, “la Costituzione non si è indebolita per ciò che riguarda i principi costituzionali, ma è più forte e radicata di quanto non fosse nei primi anni di vita”. Quello che secondo Barbera si sta delineando come problema è, invece, la crisi di partecipazione che stanno vivendo i partiti politici, “che la Costituzione vedeva protagonisti. Bisogna definire in che modo rilanciare la funzione dei partiti perché di questi la Carta ha bisogno”. Nel suo intervento il professore ha affrontato anche la questione della multiculturalità: “Non si può percorrere la strada dell’assimilazionismo omologante né quella di considerare tutti i valori sullo stesso piano. Bisogna tentare una terza strada, quella di rispettare le formazioni sociali senza mettere, però, in discussione i principi fondamentali della nostra Costituzione, che sono elementi di cui dobbiamo essere orgogliosi e rappresentano le premesse per un’integrazione delle nuove comunità”. Per ciò che riguarda la riforma costituzionale, per Barbera “bisogna muoversi con decisione ma anche con cautela”. Secondo il professore non deve modificare per tentare di cambiare il sistema politico. “Bisogna andare solo a sobrie riforme che, in fondo, chiudono pagine aperte dalla stessa Assemblea Costituente, che allora non era possibile chiudere perché c’erano i tuoni della guerra fredda”.
Alla relazione di Barbera sono seguiti gli intervenuti dei consiglieri Enrico Artioli del Pd, per la maggioranza, e Michele Barcaiuolo di An – Pdl, per la minoranza. “Oggi celebriamo e ricordiamo il modo stesso d’essere del nostro vivere insieme, l’essenza del nostro convivere, ovvero chi siamo. Con questa solenne commemorazione, l’organo rappresentativo della nostra città rinnova, per essa, l'adesione ai valori ed ai significati che ne fondano la cittadinanza, il senso e il fine del convivere tanto a livello locale, quanto nel contesto nazionale fino ai più ampi confini dell’Unione Europea”. Tra i caratteri fondamentali che il consigliere del Pd ritrova nella Costituzione “la sua programmaticità, cioè un corpus di indirizzi e criteri che le forze politiche e il paese sono chiamati a realizzare per giungere a una democrazia materiale e sostanziale, il fatto che sia stata votata da un’assemblea democraticamente eletta, e la sua compromissorietà, non come compromessi al ribasso, ma al contrario come sintesi altissima tra diverse matrici e tradizioni culturali”. Per Artioli oggi il “clima di contrapposizione aprioristica sta venendo meno. Tuttavia, se si stanno creando le precondizioni per un lavoro di riforma costituzionale, vedo ancora carente la tensione morale e civica che può veramente dare propulsione e direzione al processo”. Riforma che per il consigliere non è tanto sui principi, quanto sull’ordinamento della Repubblica, “sempre con la massima cautela istituzionale e una forte attenzione ai contrappesi”.
Secondo Michele Barcaiuolo “i principi fondamentali e i diritti doveri del cittadino sono parti attualissime ed incredibilmente moderne ancora oggi. Una Costituzione, la nostra, che riesce a fare sintesi tra due modelli di Costituzione e due modelli di Stato. Si coniugano, infatti, in essa sia le caratteristiche proprie delle cosiddette costituzioni-indirizzo, sia le caratteristiche proprie delle cosiddette costituzioni-garanzia”. Per il consigliere di An – Pdl, la prima parte della Costituzione “ha anche un valore programmatico e a sessant’anni dalla sua approvazione vi sono ancora parti da attuare pienamente”, a partire dalle agevolazioni economiche per la formazione della famiglia, al diritto dei lavoratori a collaborare alla gestione delle aziende. Barcaiolo parla di “affievolimento del principio di identità nazionale” definendola “una delle cause dell’incapacità di credere e condividere un progetto comune da parte degli italiani e, quindi, di immaginare una nazione nuova, moderna nella struttura, ma fedele ai propri caratteri culturali e spirituali”. Anche per il consigliere di An, però, oggi l’Italia è entrata in una nuova fase, con un nuovo clima: “E’ lì che trova fondamento l’auspicio espresso dalle più alte cariche dello Stato di modernizzazione della Costituzione attraverso la revisione della sua seconda parte. I mezzi, quindi, non i valori della Costituzione, a sessant’anni di distanza necessitano di essere rivisti”.
A concludere il dibattito è stato il sindaco di Modena Giorgio Pighi: “La nostra Costituzione mette in valore quanto di più prezioso deve caratterizzare il popolo italiano: i principi fondamentali e la disciplina delle Istituzioni e dell’Ordinamento”. La pace, la dignità del lavoro in tutte le sue forme, i diritti civili, l’uguaglianza, l’equità e la solidarietà, per il primo cittadino “sono gli unici valori che possono consentire ad una comunità di vivere e prosperare democraticamente. La democrazia è alimentata dalle opportunità concrete e dalle pratiche quotidiane, dal senso civico, dalla capacità di ascolto e dall’agire con e per gli altri”. La più grande capacità della Costituzione, secondo Pighi “è quella di adattarsi ad una società che si trasforma, di essere uno strumento forte e incisivo, in grado di affrontare i problemi”. Molto importante è, poi, la tendenza attuale ad un “maggiore ascolto politico, che vuol dire essere capaci di mettere in tavola gli elementi di ciascuno entrando nel merito della proposta, senza limitarsi alla sua mascheratura ideologica. Una lunga e tormentata evoluzione ci ha portato a una democrazia più matura”.
In chiusura è stato consegnato al professor Barbera un riconoscimento per la sua presenza al Consiglio solenne.

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