Il Museo della Figurina di Modena espone dal 18 aprile al 13 luglio 300 piccoli oggetti dalla fine dell'Ottocento agli anni Sessanta del secolo scorso
Compagne di viaggio dei globetrotter della fine dell'Ottocento, le etichette da incollare alle valigie, con i loro colori sgargianti e le loro trovate grafiche, sono state molto di più che graziosi materiali da decorazione. A questi piccoli oggetti, che agli esordi erano considerati talismani e poi sono diventati veri e propri status symbol, il Museo della Figurina di Modena (corso Canalgrande 103) dedica, dal 18 aprile al 13 luglio, la mostra “Il giro del mondo in etichetta”, realizzata con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e la collaborazione di Robintur Agenzie Viaggi (dal martedì alla domenica 10.30-13 e 16-19.30, ingresso gratuito, informazioni al numero 059 203 3090 e nel sito www.museodellafigurina.it). La mostra, a cura di Thelma Gramolelli, è suddivisa in 7 sezioni, ricrea con bauli, valigie originali, guide turistiche storiche e cartoline l’atmosfera che accompagnava i viaggi di un tempo e sarà inaugurata venerdì 18 aprile alle 17.30 con un buffet curato dalla Scuola alberghiera di Serramazzoni, che propone specialità gastronomiche ispirate ai cinque continenti, sulle note di una colonna sonora originale curata da Vito Addamo e Walter Martinelli.
Oltre 300 pezzi, databili dalla fine dell'Ottocento fino agli anni Sessanta del secolo scorso, raccontano di alberghi, villeggiature, mete esotiche, scenari da fiaba, natura incontaminata e ospitale, facchini-angeli custodi che alleviano le fatiche del viaggiatore in un viaggio virtuale attraverso i continenti, da Tokyo a Chicago, da Mosca a Bombay, l'attuale Mumbai, da Assab a Hong Kong. Di gran lusso le etichette dei Grand-Hotel, capaci di sedurre il visitatore rappresentando scenari da fiaba, una natura incontaminata e ospitale, luoghi ameni in cui praticare sport e ritrovare il benessere. Il riconoscimento dell'appartenenza ad un ceto sociale elevato, infatti, avveniva anche grazie alle etichette incollate sulle valigie, che evidenziavano la possibilità di intraprendere lunghi e costosi viaggi.
Dal punto di vista grafico, soprattutto tramite le straordinarie invenzioni compositive di Mario Borgoni e Filippo Romoli, sarà possibile individuare anche l'evoluzione dei modelli artistici a cui si rifanno le etichette, dallo Stile Liberty all'Art Déco. Furono queste le due correnti che meglio fornirono gli strumenti per creazioni che non hanno nulla da invidiare alle attuali campagne pubblicitarie. Nonostante il carattere popolare delle etichette, non mancano esempi di sperimentazione d'avanguardia, influenzati dall'astrattismo e dal post-cubismo, e soluzioni tipografiche di netta ascendenza Bauhaus.
L'intera collezione di etichette d'albergo del Museo della Figurina appartiene al fondo Gambini-Ruggiero, raccolta notevole sia per quantità che per qualità dei materiali la quale, oltre alle etichette d'albergo presenta piccoli materiali a stampa, quali bolli chiudilettera, carte di caramelle, profumi e cioccolatini.
Oltre 300 pezzi, databili dalla fine dell'Ottocento fino agli anni Sessanta del secolo scorso, raccontano di alberghi, villeggiature, mete esotiche, scenari da fiaba, natura incontaminata e ospitale, facchini-angeli custodi che alleviano le fatiche del viaggiatore in un viaggio virtuale attraverso i continenti, da Tokyo a Chicago, da Mosca a Bombay, l'attuale Mumbai, da Assab a Hong Kong. Di gran lusso le etichette dei Grand-Hotel, capaci di sedurre il visitatore rappresentando scenari da fiaba, una natura incontaminata e ospitale, luoghi ameni in cui praticare sport e ritrovare il benessere. Il riconoscimento dell'appartenenza ad un ceto sociale elevato, infatti, avveniva anche grazie alle etichette incollate sulle valigie, che evidenziavano la possibilità di intraprendere lunghi e costosi viaggi.
Dal punto di vista grafico, soprattutto tramite le straordinarie invenzioni compositive di Mario Borgoni e Filippo Romoli, sarà possibile individuare anche l'evoluzione dei modelli artistici a cui si rifanno le etichette, dallo Stile Liberty all'Art Déco. Furono queste le due correnti che meglio fornirono gli strumenti per creazioni che non hanno nulla da invidiare alle attuali campagne pubblicitarie. Nonostante il carattere popolare delle etichette, non mancano esempi di sperimentazione d'avanguardia, influenzati dall'astrattismo e dal post-cubismo, e soluzioni tipografiche di netta ascendenza Bauhaus.
L'intera collezione di etichette d'albergo del Museo della Figurina appartiene al fondo Gambini-Ruggiero, raccolta notevole sia per quantità che per qualità dei materiali la quale, oltre alle etichette d'albergo presenta piccoli materiali a stampa, quali bolli chiudilettera, carte di caramelle, profumi e cioccolatini.
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