Approvate in consiglio comunale le linee di indirizzo presentate dall'assessore Marino
Accorpare tutti gli uffici del comune nel palazzo Municipale in piazza Grande, nell’ex Ospedale Estense in via Vittorio Veneto e nell’attuale sede di Hera Modena di via Razzaboni – di cui l’amministrazione è già proprietaria – andando contemporaneamente all’alienazione delle sedi di via Santi 40, dell’ex Amiu e della Stm. È quanto stabilisce la delibera di indirizzi presentata oggi in Consiglio comunale da Antonino Marino, assessore comunale al Patrimonio, approvata con il voto favorevole della maggioranza e del gruppo Indipendente, il voto contrario dell’opposizione e l’astensione di Modena a colori.
Illustrando la delibera, Marino ha ricordato che l’obiettivo di fondo è quello di unificare nel giro di cinque o sei anni gli uffici del Comune di Modena in un minor numero di sedi rispetto a quelle attuali, ricollocando quelle non più idonee, razionalizzando così gli spazi e le relative spese: “Grazie a questo piano di ridefinizione logistica si andrà chiaramente ad un risparmio economico perché saranno ridotti i punti di accoglienza, le portinerie e il personale di vigilanza e per la pulizia – ha sottolineato Marino – Ma soprattutto saranno facilitate le sinergie e le relazioni tra gli uffici comunali, che potranno garantire standard di efficienza sempre migliori al pubblico”.
Nel corso del Consiglio l’assessore ha anche confermato quanto già annunciato da tempo, cioè che l’attuale sede di Hera di via Razzaboni potrebbe ospitare gli uffici del settore Lavori Pubblici, dell’Urbanistica e del servizio Stm.. Gli uffici della Cultura e dell’istruzione saranno destinati all’ex ospedale Estense, contribuendo in questo modo a consolidare il nascente polo culturale di largo Sant’Agostino.
Marino ha quindi tracciato il quadro economico dell’operazione, sottolineando che la ristrutturazione dei tre edifici e dei traslochi avrà un costo complessivo stimato intorno ai 45 milioni di euro, che saranno compensati in parte dal piano di alienazioni delle sedi di via Santi 40, dell’ex Amiu e della Stm e in parte dal ricavo previsto da un intervento nella zona delle ex Fonderie. L’assessore, a proposito delle Ex Fonderie, ha infatti ricordato che il piano di ridefinizione logistico mette disposizione del progetto Dast (design, arte, scienza e tecnica) circa 7000 metri quadrati di superficie edificabile per funzioni di interesse pubblico e servizi correlati. Il documento ricorda quindi che il risparmio sugli affitti assicurerà una minor spesa di 1 milione e 645 mila euro annui e che l’intera operazione sarà realizzata senza accensioni di mutui, assicurando anche minori costi in spesa corrente rispetto alla situazione attuale. Per l’avvio del programma logistico si attende ora il completamento delle ristrutturazioni già in corso per il palazzo Municipale, a cui seguiranno le ristrutturazioni dell’ex Ospedale Estense e della sede di Hera. “La scelta di concentrare gli uffici comunali in tre edifici permette di raggiungere risultati importanti – ha commentato Antonino Marino – Innanzitutto si garantisce un servizio migliore ai cittadini, poiché gli spostamenti in città tra un ufficio all’altro saranno molto più limitati. Le risorse derivanti dal risparmio che l’operazione ci consente, inoltre, inoltre, saranno destinate a servizi per i cittadini, quindi non saremo più vincolati agli affitti. Si prosegue inoltre nella politica prevista dal programma del sindaco di riqualificazione con funzione pubblica dei contenitori vuoti, come nel caso dell’ex caserma Fanti, sede della provincia, e del progetto complessivo di recupero di piazza Sant’Agostino destinato a funzioni museali e ad istituzioni culturali. Due delle tre sedi, cioè palazzo Municipale e l’ex ospedale Estense, sono in centro storico, e questo contribuiscono in maniera concreta alle politiche di rivitalizzazione del quartiere. Il disegno politico di questa delibera – ha concluso l’assessore – va nella direzione di modernizzare della città e di innovare, ammodernare e rendere maggiormente efficiente la gestione della cosa pubblica”.
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