06/03/2008

GIORNATA CONTRO L'OMOFOBIA, IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

Gli interventi dei consiglieri sull'Ordine del Giorno presentato da Tesauro (Verdi)
Il dibattito in Consiglio comunale sulla proposta di contribuire all’istituzione di una Giornata internazionale contro l'omofobia da celebrarsi il 17 maggio di ogni anno ha preso il via con l’intervento del primo firmatario dell’Ordine del Giorno, Mauro Tesauro (Verdi), che ha illustrato il documento: “Questa – ha sottolineato – è una proposta su cui chiediamo l’unanimità, perchè la cosa pertiene al terreno dei diritti, del diritto di chiunque ad esistere, a prescindere dagli orientamenti sessuali”. E’ stata poi la volta di Achille Caropreso (Indipendente), secondo cui l’omofobia si sta facendo largo soprattutto nelle scuole e quindi quello è il terreno su cui lavorare, seguito da Enrico Artioli (Pd), che ha ribadito che l’obiettivo è quello di “fare riferimento alla Costituzione, poiché all’articolo 3 ci sono le basi per l’uguaglianza senza distinzioni di sesso e religione ecc. ”. L’importante è creare un clima su queste problematiche. Estremizzare i toni come nel gay pride non aiuta ad affrontare il tema. Il documento è impostato correttamente e merita voto a favore”. Rosa Maria Fino (Società Civile) – che ha citato la vicenda del “Pacchetto sicurezza” e della norma contro la discriminazione di genere – ha messo in evidenza il fatto che nel documento “non si sottolineano le colpe dei politici nella creazione di questo clima. Compito del politico è adottare tutti i sistemi di difesa dei diritti civili, tra cui la non discriminazione. Lo dico in relazione alla questione del Pacchetto Sicurezza, in cui in difesa di un concetto di coscienza di voto si rifiuta il voto ad un emendamento con cui si condannavano le discriminazioni di genere. I politici imparino a discernere la fede dalla difesa dei diritti civili”. Eugenia Rossi (Pd) ha invece citato la situazione di Londra, città in cui “vengono denunciate aggressioni fisiche e verbali contro gli omosessuali, il 45% di questi subisce violenze e 1 su 5 subisce aggressioni fisiche e verbali. Londra è la città in cui si è sposato Elton John, quindi se queste cose succedono a Londra immaginiamo cosa possa succede nel resto del mondo”. Per la consigliera del Pd “bisogna superare la convenzione americana secondo cui l’omosessualità va ricercata nel dna, ma anche quella europea che guarda invece alle cause dell’ambiente. La questione va superata e deve divenire questione politica, cioè che le persone sono persone, indipendentemente da tutto. Questo è il centro. La politica viene rivolta agli individui”. Eugenia Rossi ha infine sottolineato che “in Italia sono soprattutto i ceti bassi a subire le discriminazioni” e che “la famiglia, la scuola e la società non sono preparate ad affrontare il tema”.
Per Teodoro Vetrugno (Ds) “il tema attraversa le coscienza di tutti noi, nessuno Stato civile può permettersi di avere ragazzi discriminati per una scelta, mi auguro quindi che questo Ordine del Giorno trovi largo consenso. Sarebbe utile evitare contrapposizioni. Non apprezzo la contrapposizione della Fino tra cattolici e laici, non fa bene a portare a casa nessun risultato. Sottoscrivo invece l’intervento di Artioli”. Sergio Rusticali (Sdi) si è rivolto a Vetrugno per “ricordargli che “se questo Ordine del Giorno è firmato da tutti i capigruppo, una ragione ci sarà, anche perchè ognuno dei firmatari ha accantonato il pericolo a cui lei accennava. Neanche la Fino ha accennato alla questione dei laici e cattolici, ma solo al fatto che a differenza di quanto avvenuto altrove, a Modena abbiamo avuto una posizione comune della maggioranza”.
E’ stata quindi la volta di Mauro Manfredini (Lega Nord), che ha ribadito come “la Lega non intende discutere le scelte sessuali personali che, quando non offendono il comune pudore, sono lecite. Ma è sbagliato attribuire un riconoscimento pubblico al gusto erotico di un cittadino. La Costituzione all’articolo 3 prevede giustamente che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale senza distinzione di razza, di opinione politica e di condizioni personali e sociali. Quindi lo Stato deve solo assicurare che nessuno venga discriminato e che abbia uguali diritti nel cammino di partecipazione. Impegnare invece energie e risorse per convincere le persone che determinati comportamenti sessuali rientrino nella normalità, deborda dai compiti dello Stato. Solo per accontentare la lobby gay è sbagliato – ha aggiunto - Secondo questa logica, domani potremmo trovarci di fronte al riconoscimento della lobby dei pedofili. Ognuno si organizza in una lobby e chiede più spazio. Lo Stato – ha concluso Manfredini - deve adoperarsi per la famiglia naturale. L’Italia non deve permettere che le proprie minoranze vengono discriminate, ma neanche andare all’esaltazione di gusti individuali, quali essi siano”.
Michele Barcaiuolo (An) ha definito “fuorviante” la premessa del documento, poiché “la risoluzione del parlamento europeo è un atto politico di un organo che non ha potere esecutivo, quindi non si dica che l’Italia è inadempiente. Un conto è se fosse un regolamento, altro è se una risoluzione. In secondo luogo – ha aggiunto - non condivido il dispositivo perché si punta, come nel famigerato pacchetto sicurezza che per fortuna non ha avuto la luce, a cose che non hanno niente a che vedere con il sacrosanto orientamento di chiunque”.
Ivo Esposito (Forza Italia) ha invece sottolineato che “tutti, compreso il centro-destra, accettano il fatto che l’omosessualità non sia una malattia. Sapete chi lo fa? La regione Toscana, che ha fatto un volantino contro l’omofobia, con un bambino marchiato come “omosexual”. Non troviamo giusto che per una cosa naturale si crei una giornata ad hoc, come se quella cosa debba essere tutelata, come se dovessimo tutelare chi è miope o mancino”.
Il dibattito è proseguito con l’intervento di Alberto Caldana (Pd), secondo cui “L’Ordine del Giorno è condivisibile proprio per le motivazioni che Manfredini ha usato per convincerci del contrario. Occorre non solo dire che non si discrimina, ma mettere in campo azioni positive, altrimenti è solo una dichiarazione. Anche a me – ha aggiunto – non sono piaciuti gli interventi di Fino e Rusticali. Si sono sottolineati temi che non centrano, tipo il dibattito alle camere sul tema della sicurezza, che rischiano di portare all’interno di questa discussione temi che so che sono allettanti, ma non contribuiscono alla fase di cui stiamo discutendo. E’ importante che forze di maggioranza facciano un testo comune e che lo facciano opponendo alle tesi del centro destra ragioni forti”.
L’assessore alle politiche per la Salute, Simona Arletti, è intervenuta per ricordare che “quanto richiesto nel documento è in linea con la discussione del parlamento europeo, tanto che il 22 aprile del 2007 è stata approvata la risoluzione sull’omofobia in Europa che sottolinea la comunità di valori, il rispetto delle libertà individuali e altre garanzie delle persone. Si ricorda che alla base del trattato europeo si indica già il 17 maggio come il giorno in cui proporre una riflessione sui temi dell’omofobia – ha concluso – Anche io non amo le giornate internazionali, però danno la possibilità di fare il punto sull’attuazione delle tematiche proposte”.
Il dibattito si è concluso con la dichiarazione di Andrea Leoni (Forza Italia), secondo cui “Ognuno di noi è d’accordo sul fatto che vada punita ogni violenza o istigazione alla violenza verso chiunque. Detto questo, si deve partire e tornare indietro perché questo Ordine del Giorno fa parte della tendenza ideologica della sinistra europea dopo quello che è stato il grosso fallimento della sinistra, cioè il comunismo. Non potendo più inseguire la vecchia ideologia – ha evidenziato - adesso seguono l’ideologia dei presunti diritti negati. Però qui in Italia non ci sono leggi contro le persone che hanno caratteristiche omosessuali. Diventa stolta e sciocca la moda dilagante di inseguire questi orientamenti sessuali dei gender. Non vorrei che fosse l’inizio di una china inaccettabile che vede la nostra società entrare in un delirio relativista senza dare alle cose un nome e un cognome. In Italia non c’è omofobia. I diritti sono garantiti, non si capisce veramente quale sia la necessità di introdurre una finta ricorrenza per garantire diritti che sono garantiti a tutti. La strumentalità – ha proseguito Leoni - è quindi lampante per chi ha onestà intellettuale. Io non cito il capolavoro del delirio del pacchetto sicurezza alla Camera, perchè è una delle pagine più nere del parlamento. Quindi noi non solo non vogliamo votare a favore, voteremo contro la strumentalità che ha questa sinistra nel voler affibbiare ruoli. Pertanto – ha concluso - è un Ordine del Giorno che va respinto in toto. Ci auguravamo che dopo l’infortunio in parlamento della sinistra, questo non potesse arrivare da noi. Infine, un ultimo inciso: una risoluzione non è in alcun modo vincolante.

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