"Comune di Modena e Provincia sono ben attenti alla dinamiche della sanità regionale: un'attenzione rivolta agli interessi dei cittadini e non all'inutile polemica tra istituzioni"
In questi giorni la Regione sta discutendo dell’istituzione di tre nuovi centri di ricerca denominati IRRCS (istituto di ricovero e cura a carattere scientifico), uno dei quali troverà sede a Reggio Emilia presso l’ospedale Santa Maria Nuova, per caratterizzarsi come centro di tecnologie avanzate in campo oncologico.
La questione è stata al centro di diversi momenti di confronto su scala regionale e locale, ed ovviamente anche tra le istituzioni di Modena e Reggio. La motivazione è semplice: a Modena si fa ricerca clinica da tempo ed ad altissimo livello presso il COM (centro oncologico modenese) ed a condurla sono l’Università di Modena e Reggio e l’azienda Policlinico, che fino a prova contraria fa parte del sistema sanitario regionale. Non solo, proprio la qualità e l’estensione della ricerca modenese potrebbero costituire le carte vincenti per ottenere, a Reggio Emilia, l’istituzione del centro di tecnologie avanzate.
La delibera della Regione che avvia le procedure per la nascita dei centri vincola la nuova struttura di Reggio Emilia ad una “collaborazione strategica” con le consolidate esperienze modenesi: è il modo per ottimizzare, valorizzare e far crescere le eccellenze, certo non il tentativo di mettere l’Ospedale di Reggio sotto tutela. E’ la risposta giusta per i cittadini e per gli ammalati: è il loro l’interesse prevalente e, in ogni caso, non vi è alcuna intenzione di intaccare l’indipendenza dei ricercatori e delle singole istituzioni.
In questo senso non si capiscono le polemiche alimentate dalla Provincia di Reggio Emilia che teme “una perdita di autonomia”, ma nemmeno quelle del Rettore dell’Università che accusa Comune e Provincia di Modena di indifferenza rispetto a quanto sta avvenendo. Il Rettore stia tranquillo: Sindaco di Modena e Presidente della Provincia sono “sul pezzo”, seguono da tempo e da vicino gli sviluppi della situazione, a stretto contatto con l’Assessore regionale alla Sanità, con il presidente Vasco Errani e con i consiglieri regionali modenesi. Situazione che, per altro, è stata illustrata al professor Pellacani non più tardi di ieri sera, alla luce di un incontro urgente chiesto dalle istituzioni modenesi all’assessore Bissoni per verificare che la soluzione delinei un percorso di intesa e collaborazione in grado di esaltare le competenze presenti e ottimizzi gli sforzi compiuti dalla Regione stessa per la qualificazione delle attività oncologiche.
L’obiettivo è trovare una soluzione che tuteli gli interessi dei cittadini (modenesi, reggiani ed emiliano-romagnoli) e crediamo che si stia procedendo nella direzione giusta. Non è nel nostro stile alimentare conflitti con altre istituzioni, che sono anzi tenute a dialogare nelle sedi opportune. Le polemiche regalano facile pubblicità ma non aiutano i processi, anzi spesso li rallentano, proprio quanto vorremmo evitare.
La questione è stata al centro di diversi momenti di confronto su scala regionale e locale, ed ovviamente anche tra le istituzioni di Modena e Reggio. La motivazione è semplice: a Modena si fa ricerca clinica da tempo ed ad altissimo livello presso il COM (centro oncologico modenese) ed a condurla sono l’Università di Modena e Reggio e l’azienda Policlinico, che fino a prova contraria fa parte del sistema sanitario regionale. Non solo, proprio la qualità e l’estensione della ricerca modenese potrebbero costituire le carte vincenti per ottenere, a Reggio Emilia, l’istituzione del centro di tecnologie avanzate.
La delibera della Regione che avvia le procedure per la nascita dei centri vincola la nuova struttura di Reggio Emilia ad una “collaborazione strategica” con le consolidate esperienze modenesi: è il modo per ottimizzare, valorizzare e far crescere le eccellenze, certo non il tentativo di mettere l’Ospedale di Reggio sotto tutela. E’ la risposta giusta per i cittadini e per gli ammalati: è il loro l’interesse prevalente e, in ogni caso, non vi è alcuna intenzione di intaccare l’indipendenza dei ricercatori e delle singole istituzioni.
In questo senso non si capiscono le polemiche alimentate dalla Provincia di Reggio Emilia che teme “una perdita di autonomia”, ma nemmeno quelle del Rettore dell’Università che accusa Comune e Provincia di Modena di indifferenza rispetto a quanto sta avvenendo. Il Rettore stia tranquillo: Sindaco di Modena e Presidente della Provincia sono “sul pezzo”, seguono da tempo e da vicino gli sviluppi della situazione, a stretto contatto con l’Assessore regionale alla Sanità, con il presidente Vasco Errani e con i consiglieri regionali modenesi. Situazione che, per altro, è stata illustrata al professor Pellacani non più tardi di ieri sera, alla luce di un incontro urgente chiesto dalle istituzioni modenesi all’assessore Bissoni per verificare che la soluzione delinei un percorso di intesa e collaborazione in grado di esaltare le competenze presenti e ottimizzi gli sforzi compiuti dalla Regione stessa per la qualificazione delle attività oncologiche.
L’obiettivo è trovare una soluzione che tuteli gli interessi dei cittadini (modenesi, reggiani ed emiliano-romagnoli) e crediamo che si stia procedendo nella direzione giusta. Non è nel nostro stile alimentare conflitti con altre istituzioni, che sono anzi tenute a dialogare nelle sedi opportune. Le polemiche regalano facile pubblicità ma non aiutano i processi, anzi spesso li rallentano, proprio quanto vorremmo evitare.
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