La risposta dell'assessore Maletti all'interrogazione di Flori (Modena a colori).
“Per l’accesso alla rete dei servizi sociali del Comune di Modena si prendono in considerazione parametri diversi da quelli del matrimonio: condizioni personali di autonomia e salute, situazione socio economiche, responsabilità giuridiche. La tutela dei minori ha sempre il sopravvento rispetto al tipo di unione tra gli adulti: sposati, separati, divorziati, o coppie di fatto. L’accesso a tutti i bandi, perciò, si rivolge a tutti i nuclei familiari con figli, così come alle persone vedove, separate, divorziate, con figli. In presenza di soli adulti, il riferimento è allo stato di famiglia e alla famiglia anagrafica”. Così l’assessore alle Politiche sociali Francesca Maletti ha risposto in Consiglio comunale a Baldo Flori di Modena a colori, che in un’interrogazione aveva chiesto: “quali sono i criteri che la Giunta comunale adotta per garantire parità di accesso ai servizi sia per le coppie regolarmente sposate che per le cosiddette coppie di fatto? La Giunta adotta una scala omogenea di riferimento a valori comuni oppure procede sulla base del caso per caso, o, peggio, delle spinte e controspinte”?
L’assessore ha precisato che “la presenza di un registro delle coppie di fatto non muterebbe la situazione dei singoli e delle coppie. Anche la Family card si rivolge a famiglie con almeno tre minorenni, indipendentemente dal fatto che i genitori siano o meno sposati” e ha poi elencato i diversi criteri adottati a seconda dei servizi erogati dal Comune. Flori ha replicato: “mi chiedo come mai l’assessore non mi abbia risposto in modo più netto, spiegando che tutti i servizi tengono conto del nucleo anagrafico. Vorrei capire quale è la scelta politica”. L’assessore Maletti ha risposto che “si tratta di una scelta politica delle giunte precedenti, confermata anche da questa giunta. Proprio perché per rispondere ai bisogni dei cittadini è necessario considerare anche situazioni di fatto”.
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