Sono gli obiettivi su cui puntare secondo Comune e Legacoop. Presentati i risultati del progetto Deseo che ha coinvolto diverse cooperative di servizi locali.
Corsi di formazione per le dipendenti che rientrano al lavoro dopo un congedo parentale e servizi di trasporto per migliorare la mobilità degli addetti delle cooperative che lavorano presso tre gradi centri di attività: il Nuovo Ospedale Civile di Baggiovara, il Policlinico di Modena e il centro commerciale Grand’Emilia. Sono gli obiettivi sperimentali su cui si stanno concentrando Comune di Modena e Legacoop per promuovere la parità di genere nello sviluppo locale. Oggi e domani, nel corso della conferenza finale del progetto europeo "Deseo, creazione di cluster locali per le pari opportunità" che si sta svolgendo a Messina, l’assessore alle Pari Opportunità e alla Cittadinanza europea del Comune di Modena, Simona Arletti, presenta le azioni locali che Lega delle Cooperative e amministrazione comunale stanno mettendo in campo a tal fine. La collaborazione tra le due realtà nasce nell’ambito del progetto europeo Deseo, di cui sono entrambi partner, per sostenere la partecipazione delle donne alla vita sociale ed economica attraverso sinergie tra pubblico e privato. I motivi della partnership modenese sono presto detti. Nelle cooperative che offrono servizi di assistenza sociale e sanitaria, le donne rappresentano il 90 % degli addetti e spesso occorre sostituire le dipendenti in maternità. Un esempio: in una delle cooperative che partecipano alle attività locali di Deseo la media delle donne in congedo di maternità è di 70 su 1000 dipendenti. Al termine del congedo è necessario organizzare il reinserimento delle donne nella vita lavorativa, che in molti casi si accompagna alla richiesta di un orario di lavoro flessibile; altre lavoratrici lasciano il lavoro nel primo anno di vita del bambino perché non si sentono più all’altezza del compito richiesto. La formazione delle dipendenti che tornano al lavoro è quindi molto importante. Le cooperative Gulliver, Aliante ed Integra hanno già lanciato iniziative legate all’introduzione di misure di formazione.
Il secondo grande problema individuato è legato ai trasporti; in questo caso le attività sperimentali stanno coinvolgendo le cooperative Cir, Coop Estense, Manutencoop e diversi attori locali, tra cui l’Agenzia Provinciale per la Mobilità. Molte delle dipendenti impiegate nelle cooperative svolgono mansioni che richiedono una turnazione con orari in cui non sempre sono garantiti i servizi pubblici. Le coop che impiegano personale la cui presenza è richiesta in particolari ore della giornata (prima delle 6 e fino alle 22) registrano forti perdite del proprio organico che non è disposto ad accettare questi orari di lavoro per mancanza di servizi di trasporto pubblico. Secondo i risultati di alcuni sondaggi compiuti nelle cooperative che partecipano alla sperimentazione l’11,4% della forza lavoro impiegata è alla ricerca di una nuova occupazione per via dei problemi di mobilità. Il 19,7% degli occupati ha cercato di negoziare, ma non è riuscito a raggiungere un compromesso in termini contrattuali, ad esempio il tempo parziale o il telelavoro. Per risolvere il problema sul tavolo delle proposte c’è quella di un abbonamento nominativo che consenta ai lavoratori delle cooperative coinvolte di viaggiare sui trasporti pubblici ad un costo giornaliero massimo di 60 centesimi, ma anche la possibilità di un servizio di trasporto collettivo gratuito.
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