20/02/2008

BANCA POPOLARE DELL'EMILIA, INTERPELLANZA IN CONSIGLIO

La risposta del Sindaco Pighi al consigliere Ballestrazzi (Modena a colori)
“La proprietà azionaria del Comune di Modena nella Banca popolare dell’Emilia-Romagna è molto modesta: possediamo 6878 azioni per un valore nominale di 20.634 euro, vale a dire lo 0,028% del capitale. L’Amministrazione vede con preoccupazione le turbolenze che la banca sta vivendo. Non partecipiamo a cordate, ma cerchiamo di avere un ruolo istituzionale vigile e attento. Vorremmo che la banca, molto importante per il tessuto economico locale, mantenesse il ruolo forte di sostenitore all’economia modenese che ha sempre esercitato”. Così il sindaco di Modena Giorgio Pighi ha risposto in Consiglio comunale all’interpellanza presentata da Paolo Ballestrazzi di Modena a colori.
Paolo Ballestrazzi ha spiegato che “l’interrogazione verte sulle manovre di controllo di questo istituto bancario. Ne abbiamo letto sul giornale e ci preoccupano due episodi: uno pregresso, la vicenda del Banco San Geminiano e San Prospero, e uno presente. Nell’attuale congiuntura economica, di fronte ai non brillanti risultati gestionali della direzione della banca, si teme che anche questo istituto, l’ultimo ad avere la propria testa pensante nella nostra città, possa prendere altri lidi. Vorremmo sapere se l’Amministrazione era informata delle manovre sulla banca, soprattutto perché è comparsa una lista di nomi nella quale appaiono persone nominate dall’Amministrazione. Ad esempio, leggiamo che il presidente dell’azienda di trasporti è parte di questo tentativo di controllo, un tentativo che scavalca i diversi schieramenti politici, con esponenti di rilevanza nazionale che sono impegnati in questo disegno”.
Il sindaco ha proseguito nella risposta precisando che “quanto al dato politico, la nostra politica in Italia si è inserita in modo più o meno cauto nella dinamica delle aggregazioni bancarie, con un risultato che è evidentemente negativo. Sicuramente sarebbe stato opportuno che ci fosse una maggiore distanza da queste operazioni. Passando a Modena, la Banca popolare è una banca molto vicina a iniziative dell’amministrazione comunale, delle aziende e delle società controllate e partecipate. Per quanto riguarda la vicenda personale di Pietro Odorici, entrato in questa partecipazione quando era direttore di Lapam, si può considerare conclusa in quanto ha dato le dimissioni dalla società di cui era amministratore. È importante che, alle scadenze previste dallo statuto, vecchi legami trovino una conclusione. Quanto alle cordate, sono pienamente legittime e non sta a noi valutarne la convenienza economica. Noi”, ha concluso il sindaco, “dobbiamo prestare attenzione a che tutto questo non determini conseguenze negative sulla realtà dei nostri territori”.
Sergio Rusticali dello Sdi ha osservato: “l’intervento del sindaco ha chiarito una parte importante della vicenda. Tuttavia, la Banca popolare è un elemento centrale per una realtà come la nostra. Ci sono state riunioni di carattere politico a cui ha partecipato il dottor Samorì, numero uno di questa cordata, insieme a Marcello Dell’Utri: trovare all’interno di questa scalata elementi del centro sinistra era ed è un elemento di grande imbarazzo. Il presidente dell’Atcm Odorici è stato nominato con un parere positivo di questa maggioranza ed è da qui che nasce l’imbarazzo. Queste dimissioni dalla società Modena capitale sono comunque tardive. Dalla prima settimana di gennaio al 18 di febbraio passa molto tempo: mi auguro che gli autobus siano più veloci delle decisioni di Odorici. Il problema politico, però, rimane”.
Il consigliere indipendente Achille Caropreso ha sottolineato che “l’Amministrazione di una banca richiede un’esperienza e una competenza che non ho visto, a colpo d’occhio, nelle persone che hanno tentato la scalata. Se poi la scalata viene da una presunta idea di modenesità, questo mi lascia perplesso. A fare il tifo per questa cordata ci sono soggetti che attualmente con il nostro territorio non hanno nulla a che vedere, almeno geograficamente. Questo insospettisce, ci si chiede come mai un’analoga impresa non sia stata tentata per banche di altre zone. Mi lascia perplesso che questi tifosi, pur non essendo coinvolti direttamente, tengano molto a questa scalata”.
Davide Torrini dell’Udc ha ricordato che “situazioni come questa ci richiamano a un senso di responsabiltà verso la nostra città. Non possiamo entrare nelle scelte di privati che, legittimamente, si pongono a cercare un controllo di un istituto di credito. Eppure questa è una banca dove le nostre famiglie versano gli stipendi, hanno i mutui sulla casa, e dove le imprese del territorio si rivolgono per finanziarsi. Mi chiedo quanto le cordate che si contendono la Bper abbiano in mente questo territorio e quanto, e in che modo, sia nostro compito ricordare loro l’importanza sociale della banca per il nostro territorio. Poi, vedere l’elenco dei nomi non ha fatto piacere a nessuno. Il consigliere Rusticali fa benissimo, con grande sincerità e schiettezza, a interrogarsi su questo. Non vorrei però che si passasse, a Modena come a Roma, da un bipolarismo urlato a un consociativismo basato sugli interessi. Troppo spesso i pezzi di politica della sinistra e i pezzi di affari del centrodestra che vengono sorpresi a macchinare insieme”.
Baldo Flori di Modena a colori ha dichiarato: “rispetto agli interrogativi posti abbiamo notato un tentativo di navigare abbastanza al largo. Al tempo del Banco san Geminiano ero in Giunta e cercammo di non farci tirare per la giacchetta in decisioni che non spettavano a noi. Siamo lontani da un approccio interventista ma crediamo sarebbe opportuno che l’Amministrazione esprimesse il proprio parere sulla vicenda. L’Amministrazione è presente in tutti i gangli del tessuto economico della città e credo che il silenzio sulla Bper non sia semplice neutralità. Noi vorremmo fare chiarezza su questa operazione: il Sindaco dice di assicurare un controllo vigile sulla vicenda. Ma questo evidentemente non c’è stato, se la presenza di un pubblico amministratore nella società Modena capitale non ha fatto scalpore. Solo dopo il grande rumore sui giornali questo amministratore ha deciso di dimettersi. L’altro dato è il carattere trasversale di questa operazione, con nomi di prestigio che sono stati spesi in questa operazione, alcuni dei quali sono anche nostri amici personali. Il destino della banca interessa i cittadini, i risparmiatori e le imprese e credo che anche l’Amministrazione dovrebbe intervenire per fare chiarezza”.
Dante Mazzi di Forza Italia ha aggiunto: “questa banca è l’unica rimasta con la sede centrale nella nostra città ed è un’importante forza propulsiva a sostegno dello sviluppo del territorio. Fino ad ora non c’è stato alcun intervento della Consob a tutela dei risparmiatori. Si parla di cordate e controcordate, senza alcun riferimento al progetto industriale. La risposta del Sindaco è stata molto leggera, visti gli argomenti sollevati dall’interrogazione. Soprattutto dalla parte politica, abbiamo scoperto che bontà sua il presidente di Atcm si è dimesso da amministratore di Modena Capitale. Il Comune e la Provincia, massimi azionisti di Atcm, avrebbero dovuto chiamare a rapporto il presidente, come hanno fatto i vertici di Lapam Federimpresa. Invece, abbiamo lasciato l’iniziativa all’interessato e non credo che questo sia accettabile. Penso che Odorici dovrebbe dimettersi anche da Atcm e che dovrebbero essere il sindaco e il presidente della Provincia a richiederle”.
Michele Andreana del Pd ha chiosato: “si tratta di una vicenda delicata, i cui rapporti con il territorio sono stati sottolineati molto bene. L’Amministrazione vigila sull’evoluzione della vicenda ma senza interferire, con azioni che sarebbero improprie, in una naturale operazione di mercato che è governata da regole di mercato. Non possiamo introdurre qui una supremazia della politica sull’economia. Se una forza politica si fosse pronunciata a favore dell’una o dell’altra cordata, sicuramente la cosa non sarebbe stata opportuna. Credo che la Banca sia perfettamente in grado, con i propri azionisti, di operare una scelta sulla base del programma e del progetto che hanno questi scalatori. Non mi pare che, da parte degli attuali vertici, si sia alzato un grido di allarme. Non mi risulta che il controllo della banca, ad oggi, sia di destra né di sinistra. In casa nostra, tuttavia, non c’è alcun imbarazzo nel tenere distinti gli interessi politici del signor Samorì in Forza Italia e la sua azione nella direzione della scalata. In ogni caso credo che non ci siano al momento gravi preoccupazioni: vigiliamo con attenzione ma rispettiamo le prerogative della dirigenza della banca”.
Paolo Ballestrazzi ha ringraziato il sindaco e Michele Andreana, osservando che “questo istituto ha accompagnato lo sviluppo e la crescita di questa città. A Modena, questa banca raccoglie il 40% del mercato ma le turbolenze ci sono state ed è singolare che, proprio nel momento in cui c’è questo tentativo, due grandi giornali nazionali abbiano attaccato gli attuali vertici aziendali. Sono circostanze preoccupanti, sulle quali vogliamo vigilare. Sul Banco san Geminiano siamo rimasti con le dita scottate. Vogliamo che l’amministrazione comunale non faccia il tifo, ma che faccia l’arbitro. Dobbiamo poi ringraziare Umberto Bossi, che per difendere le sue banche cooperative impose di non cambiare la normativa. Scalare la banca è difficile, ma le turbolenze possono indebolirla, e con essa si indeboliscono la città e il tessuto economico. Il sindaco ha difeso e coperto il presidente dell’Atcm: è vero che la sua partecipazione a Modena capitale era minima, che ha dato le dimissioni, sebbene tardive. Ma questo progetto parte da 4 o 5 anni fa e l’allora segretario della Lapam a questo progetto ha contribuito per 750 mila euro. Allora, è giusta l’osservazione di Andreana ma se vogliamo dare pieno corpo allo spoil system dovremmo, quando i dirigenti vengono nominati, interrogarli sulla natura dei loro rapporti economici”.
Il sindaco ha infine rilevato che “il Consiglio è sede di dibattito politico ma è anche sede istituzionale. L’Amministrazione deve, sia da un punto di vista normativo, sia etico, rimanere fuori dalla contesa. Non so se siano stati raggiunti gli estremi per un eventuale pronunciamento della Consob, ma l’organo competente è sicuramente quello. L’Amministrazione non deve fare il tifo, ma deve essere in grado di vigilare ed essere presenti. In concreto, la posizione di Odorici per fortuna ha una sua spiegazione: la partecipazione a Modena capitale era strettamente legata al suo precedente ruolo. Ben venga, dunque, la sua scelta, totalmente autonoma, di uscire da questa compagine. Il fatto che la scalata, almeno da un punto di vista cronologico, si sovrapponga a un’evoluzione sul piano politico, è legittimo, ma sicuramente può destare interrogativi e riflessioni”.

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