02/12/2008

CONSIGLIERE CELLONI IN PREFETTURA, DIBATTITO IN CONSIGLIO

Il sindaco Giorgio Pighi ha risposto all'interrogazione del consigliere Cigni (Pd)

 

Il sindaco Giorgio Pighi ha risposto, in una delle passate sedute del Consiglio comunale, all’interrogazione presentata dal consigliere Fausto Cigni (Pd) sul tema “Celloni in Prefettura: grave sgarbo istituzionale, incompatibile con la sua funzio¬ne di Presidente della Commissione Controllo e Garanzia”. Giorgio Pighi nella sua risposta ha definito “controproducente” la visita del consigliere Celloni in Prefettura insieme al Senatore Giovanardi. Il consigliere Cigni aveva presentato l’interrogazione affermando che “il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Senatore Carlo Amedeo Giovanardi, lo scorso 3 novembre si è presentato ufficialmente in Prefettura assieme al Consigliere comunale Sergio Celloni ove era stata convocata una riunione presieduta dal Prefetto, alla quale erano presenti i rappresentanti delle Forze di Polizia. Il Consigliere Celloni accompagnava il Ministro come Consigliere comunale della stessa formazione politica del Giovanardi, con la stupefacente argomentazione che ‘Celloni non ha potuto dire la sua durante il Consiglio comunale oggi è venuto con me ed ha potuto portare la propria testimonianza’”. Cigni ha definito l’episodio uno “schiaffo istituzionale”. “L’episodio – ha proseguito Pighi - denota una difficoltà di rapporti. Se il consigliere Celloni avesse insistito nella conferenza capigruppo penso che gli sarebbe stata data la possibilità di intervenire nell’ambito del dibattito sulla sicurezza alla presenza del Prefetto e del Questore. La visita successiva del consigliere in Prefettura è stata uno sgarbo istituzionale, molto controproducente”.
Nel dibattito, Sergio Celloni (Pl) ha detto: “sono abituato allo stile inquisitorio del consigliere Cigni. Sono abituato ad autogestirmi, comportarmi e rapportarmi con le realtà in cui mi trovo. Noi rispondiamo a delle regole politiche, come ci sono in un’azienda, uno studio di avvocati e in un contesto politico. Nel contesto politico io ho delle persone di riferimento, non è un papà, ma un punto di riferimento. Non so come intendiate voi Veltroni, forse un cugino di merende. Comunque è stato il mio referente che non ha apprezzato questo comportamento. Io non ho bisogno di farmi difendere da nessuno. Se mi rieleggeranno continuerò a dire quello che ho da dire, se no tornerò a lavorare. La scelta di andare dal Prefetto non è stata mia. Sulla commissione capigruppo, esistono delle divergenze. Magari non ho la capacità di impormi”. Sergio Rusticali (Ps) ha affermato: “nella capigruppo, ci abbiamo messo 30 secondi a individuare gli interventi di maggioranza, mentre tra le opposizioni il problema è nato. L’esclusione di Celloni è stata una scelta nella quale i criteri sono maturati dal punto di vista di chi doveva intervenire nel Pdl. A volte ci sono problemi di comprensione delle cose che creano grande imbarazzo, su temi delicati”. Ivo Esposito (Fi-Pdl) ha chiesto “come mai il prefetto non può convocare un consigliere comunale per discutere di un tema?” e ha affermato che “il prefetto può decidere ciò che crede in prefettura. Non è un comportamento scorretto, sarebbe stato diverso se Celloni avesse imposto la propria parola all’interno di questo consesso”. Mauro Tesauro (Verdi) ha sostenuto: “nessuno mette in discussione la facoltà del prefetto di convocare chi crede. Ognuno ha i referenti che si merita, comunque. Va chiarito il ruolo della conferenza dei capigruppo, che è un organo previsto dal nostro statuto e dal regolamento, e coadiuva il presidente del consiglio nell’organizzazione del dibattito e nella definizione degli ordini del giorno. Anche io avrei avuto un intervento, ma ho rinunciato per una questione organizzativa”. Anche Rosa Maria Fino (Società civile per il Ps) ha ricordato che “alcuni consiglieri hanno atteso che andasse via il Prefetto per fare i propri interventi, mentre il consigliere Celloni è andato via”. Fausto Cigni ha replicato chiedendo a Celloni se “ha un’autonomia o pensa solo quello che dice il suo capo”, e sottolineando: “in un Consiglio comunale esistono regolamento e statuto, e in data 21 luglio 2008 ben 9 commissari hanno chiesto a lei una convocazione urgente della Commissione controllo e garanzia per una questione che la riguardava. Oggi è il 17 novembre, 4 mesi dopo lei deve ancora convocare la Commissione. Forse ci serve un altro presidente”. Il sindaco ha concluso affermando: “Cigni cita il senatore Giovanardi, che avrebbe detto ‘Celloni non ha potuto dire la sua in Consiglio comunale. Oggi è venuto con me e ha potuto portare la propria testimonianza’. Mi pare che tutta la preoccupazione del consigliere Cigni stia in questa frase. A buon intenditor, poche parole”.

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