10/11/2008

RINNOVATA LA CONVENZIONE CON L'ISTITUTO STORICO

Approvata linea bipartisan dell'Istituto, favorevoli maggioranza, Verdi, Gruppo indipendente per il centrosinistra, An e Lega Nord, contrario Ppl e astensione di Fi

Il Consiglio comunale di Modena ha approvato la nuova convenzione tra l’Istituto per la Storia della Resistenza e la Società Contemporanea di Modena e Provincia ed il Comune di Modena, che sarà valida dal 1 gennaio 2009 al 31 dicembre 2012, con voto favorevole di maggioranza, Verdi, Gruppo indipendente per il centrosinistra, An e Lega Nord, contrario del Ppl, e con l’astensione di Fi.
La convenzione approvata sostituisce la precedente scaduta a fine dicembre 2007, e valida anche per il 2008 per il calcolo del contributo annuale all’Istituto. A partire dal 2009 e per i successivi anni di validità della nuova convenzione, il contributo annuale verrà calcolato in base al coefficiente pari a 23 centesimi per ogni residente al 31 dicembre dell’anno precedente. La spesa presunta di 41 mila 385 euro relativa al contributi per gli anni 2009 e 2010 trova disponibilità al capitolo ‘Contributi ad associazioni, istituti, musei della resistenza’ del bilancio pluriennale, la spesa relativa al 2011 e 2012 verrà prevista nel medesimo intervento dei rispettivi bilanci.
“La nuova convenzione ha pochi elementi di novità rispetto a quella già in vigore” ha spiegato l’assessore alla Cultura Mario Lugli. “Questi cambiamenti sono in particolare quello dell’arricchimento delle date del ‘calendario della memoria’, cioè di occasioni durante l’anno in cui si ricordano momenti ritenuti di particolare importanza (si aggiungono il 27 gennaio, il 7 febbraio, e il 9 novembre) e quello dell’aumento del contributo dell’Amministrazione comunale in base alla popolazione, da 0,196 euro per abitante previsti nella precedente convenzione, a 0,23 euro della nuova convenzione”. L’assessore ha poi tracciato un quadro delle attività e del ruolo dell’Istituto.
Ad aprire il dibattito la consigliera di Fi-Pdl Olga Vecchi, che ha introdotto il suo intervento con un ringraziamento per l’accoglienza ricevuta dopo una lunga assenza per malattia: “Credo sia stato fatto un certo passo avanti all’Istituto della Storia della Resistenza e della Società contemporanea di Modena, come dimostra il nome. Credo che ci sia la volontà di aggiornarsi su quella che è la nostra storia e che è necessario sviluppare ancora più conoscenza della Resistenza nella storia, che tutti sappiano cos’è stata, nel bene e nel male”.
Per Eugenia Rossi, dell’Idv “sono pochi gli elementi di novità importanti, ne vorremmo di più. Si tratta di rinverdire l’amore per la storia, che stiamo perdendo in maniera drammatica all’interno di tutti gli ordini di scuola e le università. Una storia che non deve essere fatta di semplificazioni: anche la Resistenza ha bisogno di essere liberata dalla retorica. Per recuperare la nostra forte caratteristica bisogna che questo istituto esca dalla polvere.
Ivo Esposito di Fi-Pdl ha dichiarato: “Condivido l’evoluzione storica dell’Istituto, è bene aver coscienza della propria storia, che i problemi non nascono in un minuto ma da ciò che è successo in 30-50 anni. Nulla nasce dal nulla, ma spesso non si conosce la storia a noi più vicina e immediata. Vorrei che questo Istituto fosse uno strumento utile a tutti, per evitare che si ricordi ciò che è comodo e si dimentichi ciò che fa comodo dimenticare”.
Andrea Galli di An-Pdl ha dichiarato il proprio voto a favore, “perchè l’Istituto storico della Resistenza nel tempo ha cambiato pelle, si è dato nuovi obiettivi, come dimostra l’arricchimento del calendario della memoria. Interpretiamo questo contributo come uno stanziamento a favore della storia e della nostra memoria. Lo studio della storia riteniamo che sia il nuovo concetto sociale dell’Istituto”.
William Garagnani del Pd ha voluto “ricordare i nove modenesi antifascisti che fondarono l’Istituto storico della Resistenza. E’ il primo Istituto storico creato nella nostra penisola, che si pone il problema della conservazione e trasmissione della memoria antifascista nel corso del tempo. I fondatori lo chiamavano Istituto storico, perché in loro la visione era già a 360 gradi, ha nel dna la ricerca. Chi chiede che l’Istituto sottolinei il ruolo della storia in modo non ideologico sfonda una porta aperta, sin dall’inizio aveva questo intento”.
Per Enrico Artioli del Pd “il ruolo dell’Istituto è riconosciuto unanimemente per tramandare la nostra storia. Bene fece l’Amministrazione a suo tempo a supportare la sua nascita. Da una analisi dei fenomeni della Resistenza ora si sta ampliando a quelli più complessivi della società, è un bene che avvenga questo aggiornamento e allarghi la sua mission anche ad ambiti più vicini a noi nel tempo. Va ricercato, se non esiste già, un rapporto forte anche con l’Università. Invito a sviluppare iniziative e materiali sempre più fruibili anche dalle giovani generazioni”.
Nella sua replica l’assessore Lugli ha ringraziato i consiglieri per gli interventi. “Provo compiacimento della posizione unanime che si delinea, lo riporteremo all’Istituto. Per fare alcune considerazioni: l’istituto è nato con la mission di fare ricerca intorno al periodo importante del periodo dall’8 settembre al 25 aprile del ’45. L’Istituto provinciale ha legami, rapporti e convenzioni con tutti gli enti territoriali e con molti altri istituti, come il Centro Luigi Ferrari, il Centro documentazione donna, l’Università”.
Il consigliere Sergio Celloni del Ppl nelle dichiarazioni di voto ha annunciato il suo voto contrario: “Non sono contrario all’Istituto, ma a quella che può essere una visione di parte. Certi aspetti della storia vanno affrontati con maggior trasparenza”.
Mauro Manfredini della Lega Nord ha affermato: “Riteniamo che l’Istituto operi in modo trasparente, cosa che non è scontata di questi tempi. Auguro lunga vita all’i
Istituto e che si continui su questa strada”.
Ivo Esposito di Fi-Pdl ha annunciato una astensione benevola: “Il giudizio sarà galantuomo nel tempo, per ora ci fidiamo che ci sia solo la volontà di informare i cittadini”.
Giuseppe Campana del Pd ha affermato che “diverse parti che hanno in modo unitario partecipato alla Resistenza dopo si sono contrapposte sul piano politico senza però mettere in discussione ciò che è stata la Resistenza, non mi piace sentir parlare di parte”.
Sergio Rusticali ha affermato che “anche il Ps e il gruppo per il Ps vogliono manifestare il proprio voto favorevole alla delibera, marcando la positività, che non è sempre presente in un dibattito, di una delibera quasi all’unanimità. Mi meraviglia molto l’affermazione del consigliere Celloni che pensa che non bisogna ricordare alle nuove generazioni quanto è avvenuto e ciò che il popolo italiano ha toccato con mano. La memoria storica non deve cessare e con una lettura bipartisan deve proseguire nel futuro”.
Ha chiuso il dibattito Andrea Galli, ribadendo la positività del ruolo assunto dall’Istituto. “L’intervento di Campana però è come se ci avesse dato un calcio in senso opposto. L’Istituto storico ha acquistato oggi una legittimità super partes, gli diamo un’apertura di credito”.
 

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