06/11/2008

RICCO DIBATTITO SUGLI INDIRIZZI DELLE POLITICHE PER ANZIANI

Presenti in Consiglio comunale anche rappresentanti dei sindacati, dell'Ausl, dei Comitati anziani e dell'associazione G.P. Vecchi, che hanno portato il loro contributo

La terza e quarta età entrano in Consiglio comunale a Modena. E’ stato ricco il dibattito in aula sulla delibera che definisce le linee di indirizzo delle Politiche per gli anziani, approvata con il voto favorevole di maggioranza e Verdi, contrario di Fi-Pdl e con l’astensione di Udc e Modena a Colori.
Alla relazione dell’assessore alle Politiche sociali del Comune di Modena Francesca Maletti, che ha riepilogato il complesso delle attività realizzate dall’Amministrazione comunale è seguito l’intervento di Silvana Borsari, direttore del Distretto 3 dell’Azienda Usl di Modena: “Parlare della salute degli anziani a Modena è importante per il numero di anziani presenti in città. Le patologie cambiano in base a se gli anziani sono donne o uomini: se si va a vedere la composizione della popolazione anziana, dai 65 a 74 anni è presente un 45% di uomini e un 55% di donne. Dopo i 75 anni un 36% di uomini e un 64% di donne, dopo gli 80 anni, poi, sono 4000 gli uomini contro oltre 8000 donne”. Per Borsari “se decidiamo che salute è non avere malattie, allora forse non sono tantissimi gli anziani che consono in salute, come dimostrano le esenzioni per patologie: l’ipertensione è quella con più esenzioni e ne sono affetti 8 mila anziani su 40 mila. Se salute è anche stare bene insieme e avere vita attiva e in relazione con gli altri si includono, invece, molte più persone. Per gli operatori sanitari è difficile raggiungere questo obiettivo, abbiamo dovuto cambiare la modalità del nostro operare, siamo abituati a curare, mentre attualmente si è passati dal curare al prendersi cura. Ciò ha comportato modalità diversa di approccio”.
Franco Pedrazzi, coordinatore del Distretto di Modena Spi-Cgil, che ha parlato in rappresentanza delle organizzazioni sindacali dei pensionati ha sottolineato come “la crescita di anziani porterà nuovi problemi, spesso i figli sono 1 o 2, il mondo del lavoro sta cambiando e nelle coppie lavorano entrambi, le età lavorative si stanno dilatando, e questi figli sono in difficoltà a gestire anziani non autosufficienti. La risposta che come città dovremo dare sarà molto complessa, onerosa e bisognosa di scelte”. Le organizzazioni sindacali chiedono, quindi, che la concertazione con l’Amministrazione continui. Le problematiche aperte che intendiamo porre sono il mantenimento e miglioramento della rete dei servizi, il favorire l’accesso e la presa in carico, il riconoscimento del lavoro di cura di tante donne, l’aumento dei numeri di posti letto di Case protette e Rsa, un’azione di equità per la compartecipazione alla spesa dei famigliari e per la tariffazione sociale, azioni di rilevamento dei bisogni anche coinvolgendo maggiormente le 4 Circoscrizioni, l’affrontare con specificità il tema casa per gli anziani, e chiediamo il mantenimento di un punto sanitario per il centro storico”.
Nel suo intervento Umberto Maletti, presidente Coordinamento comunale Associazioni Comitati anziani, Centri sociali e Orti, ha riepilogato il ruolo dei Comitati degli anziani: “Negli anni ’80 in ogni Circoscrizione (al tempo 7) si costituì un Comitato Anziani con il compito specifico di collaborare alla gestione dei servizi che l’Amministrazione comunale rivolgeva agli anziani. Queste associazioni di cittadini nel tempo, in modo autonomo e differenziato tra le diverse zone, hanno sviluppato altre attività e iniziative. I servizi vengono gestiti tramite apposite convenzioni concordate tra il Comune di Modena e il Coordinamento comunale dei Comitati anziani”. In particolare queste associazioni si occupano della gestione degli orti, collaborano per l’organizzazione di attività motorie, dei soggiorni per anziani a Pinarella, degli ambulatori comunali per la terapia iniettoria. “Dal 2005 collaboriamo alla gestione dei corsi di allenamento della memoria – ha proseguito – siamo promotori di una serie di iniziative che vanno dal turismo sociale ai gruppi di cucito, ai corsi di scrittura autobiografica, ad altro. Mantenere funzionante questa mole di attività non è sempre facile, alcuni comitati vedono diminuire costantemente la presenza di volontari, anche a causa della mancanza di spazi idonei”.
Ennio Concari, presidente associazione G.P. Vecchi – Pro senectute et dementiae ha sottolineato il ruolo della propria associazione: “La patologia di cui ci occupiamo è devastante, comporta uno sforzo assistenziale 24 ore su 24, con ricaduta psico-fisica notevole. Occorre indirizzare gli sforzi all’aiuto della famiglia, questo è il motivo per cui si è costituita l’associazione: si organizzano gruppi di auto-mutuo-aiuto, che consentono di rompere l’isolamento”. Tra le varie iniziative anche il Caffè Alzheimer: “Un incontro mensile dove un relatore a turno parla di un argomento sanitario o sociale ai familiari che partecipano al rinfresco. Inoltre, è stato istituito un gruppo con personale specializzato che intrattiene gli anziani non autosufficienti fornendo l’opportunità ai familiari di frequentare i gruppi di auto-mutuo-aiuto. L’obiettivo finale è quello di migliorare la qualità di vita e reggere nel tempo”.
La consigliera Rosamaria Fino di Società civile per il Ps ha dichiarato: “Sono molto soddisfatta per la prevenzione dello screening che è in atto, e sottolineo l’importanza della chiamata oltre i 60 anni. La prevenzione inizia già nelle scuole, dove servirebbe un’educazione mirata, perché gli stili di vita si inculcano quando si è piccoli, non quando si è già grandi. Anche se assistenza domiciliare a Modena è molto allargata serve investire in questo senso”.
Per Achille Caropreso del Pd “le strutture del nostro territorio non saranno le uniche in Italia, ma fanno sicuramente parte di un’élite di Comuni che possono offrire ai propri cittadini questi servizi. La famiglia di oggi non è più quella di una volta, dove vi erano diversi figli e una divisione differente di compiti e ruoli. Oggi l’allungamento dell’età fa sì che il l’anziano non autosufficiente abbia età avanzata, e che chi lo assiste abbia lui stesso un’età superiore rispetto a prima. La lode del tempo antico con la denuncia di chi ricorre alle strutture e ai servizi sociali per i propri anziani non ha più senso, incrementiamoli il più possibile”.
L’assessore alle Politiche per la Salute Simona Arletti ha sottolineato come “l’invecchiamento della popolazione sta assumendo caratteristiche sempre più nuove che richiedono approcci culturali altrettanto nuovi. Per questo motivo obiettivo prioritario del programma salute anziani sono le azioni per un ‘invecchiamento di successo’. Come dimostra una ricerca uscita recentemente si può arrivare in buona salute fino a 90 anni, e fattori che incidono sul benessere in età anziana sono l’attività fisica moderata, genitori longevi e una vita relazionale. Fattori sociali e familiari sono determinanti in positivo o in negativo. Servono, quindi, sistemi di supporto che vanno oltre quello puramente sanitario”.
Per il consigliere del Pd Enrico Artioli “l’anziano una volta era depositario della cultura, dell’esperienza, oggi si tende a perdere questo valore della persona. Il messaggio politico che deve uscire è quello di dare importanza e valore a questa persona in quanto tale e alle esperienze di vita che ha vissuto”.
Secondo Sergio Rusticali del Ps “l’anziano deve essere visto come una risorsa e non come un peso. Questa Amministrazione comunale ha assunto il problema dell’anziano come priorità, investendo oltre il 50% sul sociale. Il vivere di più è un dato positivo ma crea anche dei problemi gestionali. Credo che a Modena possiamo fare ancora di più, questi dati ci invitano a fare considerazioni anche nuove”.
Per Giuseppe Campana del Pd va considerato il fatto che “man mano che si va avanti con l’età si riduce la percentuale maschile di anziani rispetto alle donne. Inoltre il tasso di autosufficienza dell’uomo è più basso rispetto a quello della donna. Non è mai troppo tardi, credo vada sottolineato questo punto come indicatore possibile della nostra società”.
Secondo Adolfo Morandi di Fi-Pdl “bene ha fatto l’assessore a recepire il riferimento al Libro Verde di Sacconi. Si dovrebbe tradurre, e in parte ammetto che si è tradotto, in una serie di servizi. Ci sono una serie di servizi che devono avere ancora più importanza: giusto dare attenzione alla famiglia, ma anche a quelli che sono gli sprechi. E’ necessario prestare più attenzione al supporto economico delle famiglie, per consentire all’anziano di rimanerne all’interno.
Alberto Caldana del Pd ha sottolineato come “non è possibile opporre i posti in casa protetta e quelli di assistenza domiciliare. La domiciliarità non può risolvere tutti i problemi, la residenzialità è comunque una risorsa per permettere quantomeno alla famiglia di respirare. Siamo il capoluogo di provincia non a statuto speciale in cui si spende di più per gli anziani. Nonostante ciò abbiamo ancora tutta una serie di problemi: anziani soli e peso sulle famiglie.
Per Davide Torrini “l’attenzione agli anziani è innanzitutto alla famiglia che spende anche per coloro che non hanno più molto da dare. Una delibera che guarda a pianificare il domani non può avere tutti i punti che iniziano con le parole ‘sviluppare’ e ‘consolidare’. C’è certezza che il quadro sta cambiando, non sono convinto che le parole ‘consolidare’ siano le uniche, manca ‘innovare’. La società cambia e gli anziani hanno bisogno di più servizi e diversi, quando invece si hanno meno risorse”.
Gradimento è stato espresso da Giorgio Prampolini di Sd: “Per la prima volta in questa consiliatura si è parlato di anziani non come problemi, sono stati fatti passi avanti in termini culturali. Gli anziani sono un patrimonio, sono ancora oggi un pezzo di welfare modenese. Per essere una vera risorsa e utilizzabile bisogna arrivare a un approccio integrato. Il percorso del piano di zona ci può mettere in condizione di dialogare tra idea di città e invecchiamento della popolazione”.
Per Antonio Maienza dei Popolari per il Centrosinistra siamo di fronte a un “invecchiamento graduale della nostra popolazione, i dati emersi sono importanti e severi, e ci pongono di fronte a problemi enormi per le famiglie e per l’Amministrazione. Abbiamo assistito a un grande processo di innovazione dei servizi che assicurano un ruolo centrale agli anziani e alla famiglia. E’ un mondo che va riscoperto”.
Secondo Dante Mazzi di Fi-Pdl “bisogna cercare di dare delle risposte all’allocazione di risorse disponibili, cercare di cambiare rotta sulle gestioni del patrimonio pubblico e definire una diversa composizione delle imposte locali. Tutti i settori hanno bisogno di maggiori risorse, ma purtroppo si focalizza l’uso delle risorse solo di volta in volta a seconda del tema che stiamo affrontando”.
Il sindaco di Modena Giorgio Pighi è intervenuto sottolineando che “la nostra popolazione anziana è quella che ha accompagnato il forte sviluppo di questa città. Esiste un problema legato alla forte perdita del valore di acquisto di pensioni e stipendi. Non basta dire dobbiamo aumentare le dotazioni: se gli anziani non autosufficienti crescono c’è poco da razionalizzare e questo bisogno degli anziani può trasformarsi in una sorta di distorsione negli altri settori”. Il primo cittadino ha sottolineato che anche “quando diciamo che la programmazione urbanistica interferisce sul benessere degli anziani e si parla di cementificazione si continua con quell’apparato ideologico che impedisce le riforme. Bisogna che innoviamo e lo stiamo facendo. A Modena riceviamo dal passato una dotazione di servizi sociali che abbiamo completamente innovato e trasformato”.
L’assessore Francesca Maletti, nella sua replica ha ribadito che “in questi anni abbiamo fatto notevoli passi in avanti grazie al Fondo per la non autosufficienza, per il triennio 2007-2009, messo a disposizione dalla regione. Se non ci sono misure altre rischiamo di arrivare a un welfare per anziani che risponde sempre più solo ai bisogni massimi. Non è una forzatura, quindi, che un Consiglio comunale ribadisca questa richiesta alla regione. Non è sufficiente un invito alla giunta, che da sola non può fare molto per dare risposte reali e concrete”. L’assessore ha sottolineato come per ciò che riguarda l’analisi dei bisogni, “l’unico punto con lista di attesa sono le residenze”. “Tutta una serie di servizi a sostegno della domiciliarità sono state messe in campo in questi anni – ha proseguito – quindi l’innovazione per nuovi bisogni c’è. I Comuni stanno dando risposte che non sono previste dal livello nazionale e non lo dico solo perché adesso c’è 1 governo di centrodestra”.
Per le dichiarazioni di voto è intervenuto il consigliere Davide Torrini.

 

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