03/11/2008

"HERA, IL TITOLO NON HA RISENTITO DELLA MANCATA FUSIONE"

Lo ha detto il sindaco Pighi in risposta a due interrogazioni di Flori (Modena a colori)


“Il titolo di Hera non ha risentito, nel suo andamento in borsa, della mancata fusione con le multiutility Iride ed Enia. Nonostante gli accordi siglati a giugno e rimasti validi fino a settembre, la fusione a tre non è stata possibile. I soci di Iride ed Enia hanno optato per una fusione che inizialmente coinvolge solo queste due società, ma non esclude per il futuro il coinvolgimento della nostra. Il titolo, comunque, è rimasto legato all’indice Mib e non sembra avere subito effetti negativi”. Lo ha detto il sindaco di Modena Giorgio Pighi rispondendo in Consiglio comunale a due interrogazioni, poi trasformate in interpellanza, presentate da Baldo Flori di Modena a colori.
Le due istanze, presentate ad alcuni mesi di distanza, chiedevano al Sindaco di “presentare in Consiglio comunale l'accordo fra Hera, Enia ed Iride” e di spiegare “quanto conta davvero il Sindaco di Modena sulle scelte fondamentali di Hera che vengono prese dai Sindaci emiliani”.
Flori ha osservato: “abbiamo espresso preoccupazioni sulle conseguenze del gigantismo economico nel rapporto con il territorio modenese. L’altro interrogativo riguardava i riflessi che la mancata operazione di fusione può comportare sulla politica di investimenti del Comune”.
Il sindaco ha precisato che “indirizzi e strategie della nostra società sono state discusse ampiamente nelle commissioni consiliari. Periodicamente, il management di Hera e delle società partecipate intervengono alle sedute della commissione Risorse presentando l’andamento della società e i bilanci. Il vantaggio di una maggiore aggregazione – ha concluso il sindaco – si muove in prospettiva ampia: è bene arrivare in un mercato liberalizzato con un soggetto robusto dal punto di vista finanziario”.
Dante Mazzi (Fi) ha osservato: “obblighi di legge su una società quotata in borsa impongono di informare il Consiglio soltanto ex post, nonostante la notevole partecipazione che deteniamo. Non possiamo intervenire sugli assetti societari, né sulla gestione, né sulle aggregazioni. Non abbiamo alcuna voce in capitolo e ci chiediamo se questa partecipazione così importante sia lecita, anche alla luce della Finanziaria 2008 del precedente governo. Un’amministrazione pubblica non può dipendere dal mercato su asset che non controlla. Abbiamo dovuto rinunciare a 30 milioni di opere pubbliche”.
Adolfo Morandi (Fi) ha aggiunto: “si dovrebbero offrire ai cittadini servizi migliori a prezzi inferiori, ma tutti hanno toccato con mano che questo obiettivo è stato mancato. I servizi non sono migliorati e il corrispettivo è aumentato anno dopo anno in maniera consistente, senza contare le disfunzioni sulla capacità di contattare gli uffici che gestiscono i servizi. Il Presidente è venuto in Commissione a dire che le cose vanno bene, ma la realtà è un’altra. Avere perso sul mercato meno di altri è una ben magra consolazione”.
Ivo Esposito (Fi) ha detto: “doveva nascere dal matrimonio tra queste tre aziende un grande colosso. Vorrei cercare di capire da cosa nasce l’ottimismo del sindaco rispetto alla visione pessimistica dei sindaci di Cesena e Piacenza, secondo i quali Hera non è la migliore società possibile. La situazione per me è abbastanza critica. Sono giudizi dati pubblicamente sui giornali e vorrei sapere da cosa pensiamo di trarre un miglior orizzonte per il futuro. Da Torino la visione è opposta rispetto a Bologna sulla permanenza della maggioranza pubblica, cosa che Cofferati ha escluso”.
Flori non è stato soddisfatto delle risposte. “Le nostre interrogazioni ripetute – ha detto – avevano l’obiettivo di essere informati almeno in corso d’opera su una società per noi così importante”.
Il sindaco ha replicato: “è possibile discutere in Consiglio gli indirizzi della società, nel rispetto delle regole sulla riservatezza. Per noi il controllo pubblico al 51% è la migliore sintesi tra la possibilità di capitalizzare la società e il controllo sul CdA e sugli obiettivi. Ribadisco però che il prezzo di gas ed energia è stabilito dall’Authority”.

 

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