La ricchezza media pro capite in città supera del 20% la media della Provincia
Il sistema locale del lavoro di Modena, formato dalla città e dagli 8 comuni più vicini, produce il 47% della ricchezza della provincia. Se si guarda a Modena insieme a Bastiglia, Bomporto, Campogalliano, Castelfranco Emilia, Castelnuovo Rangone, Nonantola, Ravarino e San Cesario si ottiene un’entità socio economica da 255 mila abitanti e 155 mila posti di lavoro, pari al 44% dei posti di lavoro della provincia. L’82% degli occupati in quest’area risiede a Modena città o nei comuni confinanti e la ricchezza media pro capite è pari a 35 mila euro, il 20% in più rispetto alla media provinciale. Nell’ultimo decennio i posti di lavoro del sistema locale sono cresciuti a un ritmo medio annuo dell’1,3% (rispetto allo 0,9% della provincia e all’1% della regione). Ogni giorno, circa 27 mila persone entrano per lavoro nell’area vasta di Modena e 7 mila escono per lavorare altrove.
Il valore aggiunto del sistema locale del lavoro di Modena, pari a 9,2 miliardi di euro, è cresciuto nell’ultimo decennio a un ritmo medio annuo del 4,5%, spinto soprattutto dai servizi, e superiore ai valori provinciale e regionale. La particolarità della città è che il settore trainante è quello dei servizi, terziario e commercio, che conta per il 72% del valore aggiunto contro il 48,8% nel resto della provincia. L’industria, escluse le costruzioni, contribuisce al 21,9% della ricchezza prodotta contro il 41,7% degli altri comuni della provincia. In regione il peso dell’industria è pari al 27% mentre a livello nazionale scende al 20,6%. La struttura industriale sta vivendo un processo di ristrutturazione e consolidamento, che spesso vede il trasferimento della produzione all’estero.
Il sistema locale del lavoro di Modena conta 25.200 imprese private, di cui l’88% sono micro aziende da 1 a 5 addetti, concentrate nell’edilizia. Solo lo 0,1% sono grandi imprese con oltre 250 addetti. La dimensione media delle imprese è di 4,9 dipendenti, rispetto ai 3,8 addetti occupati nella media delle aziende italiane, ai 6 delle imprese europee, ai 10 di quelle giapponesi e ai 19 di quelle americane. A partire dal 2000 il ritmo di crescita media annua è stato pari all’1,3%, mentre l’occupazione è cresciuta dell’1,1%. Dei 112 mila lavoratori del sistema locale, circa due terzi hanno un contratto di lavoro dipendente. Dal 2000 ad oggi, su 8 mila persone entrate nel mercato del lavoro, quasi 7 mila sono impiegate in servizi avanzati, logistica trasporti, ristorazione o sanità.
La tenuta occupazionale delle imprese industriali di Modena e cintura si discosta dall’andamento del resto della provincia, dove l’occupazione è calata in modo significativo. Lo si deve alla tenuta dei posti di lavoro in importanti settori di specializzazione della città come le industrie alimentari e meccaniche. Nonostante le strettissime relazioni con i poli produttivi della provincia e della regione, il capoluogo e l’hinterland mostrano alcune specificità: accanto a una solida base industriale, sono il luogo privilegiato per l’insediamento delle principali imprese del terziario e delle sedi centrali di molte aziende della provincia. L’economia urbana si distingue quindi per la forte concentrazione di imprese dei servizi e per il progressivo spostamento delle attività più strettamente manifatturiere al di fuori di Modena e della sua cintura.
Il valore aggiunto del sistema locale del lavoro di Modena, pari a 9,2 miliardi di euro, è cresciuto nell’ultimo decennio a un ritmo medio annuo del 4,5%, spinto soprattutto dai servizi, e superiore ai valori provinciale e regionale. La particolarità della città è che il settore trainante è quello dei servizi, terziario e commercio, che conta per il 72% del valore aggiunto contro il 48,8% nel resto della provincia. L’industria, escluse le costruzioni, contribuisce al 21,9% della ricchezza prodotta contro il 41,7% degli altri comuni della provincia. In regione il peso dell’industria è pari al 27% mentre a livello nazionale scende al 20,6%. La struttura industriale sta vivendo un processo di ristrutturazione e consolidamento, che spesso vede il trasferimento della produzione all’estero.
Il sistema locale del lavoro di Modena conta 25.200 imprese private, di cui l’88% sono micro aziende da 1 a 5 addetti, concentrate nell’edilizia. Solo lo 0,1% sono grandi imprese con oltre 250 addetti. La dimensione media delle imprese è di 4,9 dipendenti, rispetto ai 3,8 addetti occupati nella media delle aziende italiane, ai 6 delle imprese europee, ai 10 di quelle giapponesi e ai 19 di quelle americane. A partire dal 2000 il ritmo di crescita media annua è stato pari all’1,3%, mentre l’occupazione è cresciuta dell’1,1%. Dei 112 mila lavoratori del sistema locale, circa due terzi hanno un contratto di lavoro dipendente. Dal 2000 ad oggi, su 8 mila persone entrate nel mercato del lavoro, quasi 7 mila sono impiegate in servizi avanzati, logistica trasporti, ristorazione o sanità.
La tenuta occupazionale delle imprese industriali di Modena e cintura si discosta dall’andamento del resto della provincia, dove l’occupazione è calata in modo significativo. Lo si deve alla tenuta dei posti di lavoro in importanti settori di specializzazione della città come le industrie alimentari e meccaniche. Nonostante le strettissime relazioni con i poli produttivi della provincia e della regione, il capoluogo e l’hinterland mostrano alcune specificità: accanto a una solida base industriale, sono il luogo privilegiato per l’insediamento delle principali imprese del terziario e delle sedi centrali di molte aziende della provincia. L’economia urbana si distingue quindi per la forte concentrazione di imprese dei servizi e per il progressivo spostamento delle attività più strettamente manifatturiere al di fuori di Modena e della sua cintura.
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