Il dibattito in Consiglio sull'interpellanza di Celloni (Ppl) all'assessore Querzè
“Alcune scuole di Modena organizzano durante l’estate o prima dell’avvio delle lezioni a settembre corsi di lingua italiana rivolti agli alunni stranieri, con fondi propri integrati dai contributi dell’Amministrazione Comunale. Quando richiesto, l’Amministrazione fornisce anche il trasporto scolastico. Inoltre, da alcuni anni, il Comune interviene direttamente organizzando corsi estivi per stranieri, con la collaborazione del Circolo Culturale Milinda. Il costo è piuttosto contenuto: quest’anno sono stati erogati 2000 euro per un corso che ha coinvolto 24 minorenni stranieri, 8 dei quali erano appena arrivati in Italia, tra gli 8 e i 16 anni”. Lo ha precisato l’assessore all’Istruzione del Comune di Modena Adriana Querzè rispondendo in Consiglio comunale all’interpellanza di Sergio Celloni, consigliere dei Popolari liberali.
Il consigliere ha presentato l’interpellanza ricordando che “l'integrazione, soprattutto dei bambini, è fondamentale per avere un cittadino ben integrato e con lui tutta la sua famiglia. Lasciare senza guida questi bambini, soprattutto durante il periodo estivo, è un danno enorme sia per la loro integrazione futura, sia per i danni provocati alla loro resa scolastica, poiché la mancata integrazione comporta un più probabile fallimento scolastico”. Nel testo dell’interpellanza, presentata a luglio, si chiedeva di sapere “se questi corsi, il cui costo non è eccessivo, sono in programma anche per la prossima estate”.
L’assessore, nella risposta, ha precisato: “l’insegnamento della lingua italiana è una delle principali azioni che le scuole mettono in campo per l’integrazione degli alunni migranti, poiché la lingua è uno strumento imprescindibile di integrazione, di comunicazione e di studio. Il periodo estivo rappresenta per gli alunni stranieri un momento delicato perché la sospensione dell’attività scolastica fa a volte rallentare i processi di apprendimento linguistico. Inoltre in estate sono numerosi gli arrivi in Italia di bambini e ragazzi non alfabetizzati che rischiano di iniziare l’anno scolastico senza alcuna preparazione. I risultati delle azioni intraprese dal Comune sono incoraggianti sia per quanto riguarda l’intervento svolto con la collaborazione del Centro Milinda sia per quanto riguarda i corsi organizzati dalle scuole. In particolare questa Amministrazione ritiene che la diretta realizzazione dei corsi da parte delle scuole rappresenti la soluzione più desiderabile, che consente di far lavorare i ragazzi con gli insegnanti della scuola che frequentano o che frequenteranno e facilitare l’inserimento dei ragazzi stessi. È intenzione di questa Amministrazione”, ha concluso l’assessore, “continuare a sostenere le attività estive di apprendimento e rinforzo della lingua italiana, che integrano quelle svolte in corso d’anno: contributi specifici alle scuole, consulenza e corsi di formazione ai docenti, accesso alla biblioteca specializzata presente presso il centro Memo, assegnazione di docenti, che affiancano gli insegnanti statali, alla direzione didattica e a ciascuna scuola media cittadina per le attività di rinforzo linguistico in corso d’anno per gruppi di studenti stranieri”.
Nel dibattito, Fausto Cigni (Pd) ha osservato: “vorrei chiedere al consigliere Celloni come fa a conciliare le proprie posizioni con quanto sta avvenendo a livello nazionale. Ho sottomano una mozione del Popolo delle Libertà e della Lega Nord in Parlamento: propongono di istituire classi ponte e di non consentire l’ingresso di nuovi allievi oltre il 31 dicembre. Il gruppo del Pd aveva chiesto di distribuire la Costituzione nelle scuole, mentre una deputata leghista ha eccepito. C’è una proposta di legge in cui si propongono classi per soli bambini extracomunitari, e poi potrei continuare con le nuove proposte e mi chiedo: ma scherziamo? Da un lato, giustamente in quest’aula si chiede di estendere i corsi di italiano per bambini anche nel periodo estivo. Ma dall’altro, a livello nazionale c’è un governo che vuole togliere tutto”.
Giuseppe Campana (Pd) ha aggiunto: “la mia memoria corre agli anni Sessanta, quando la società italiana del nord si è trovata a gestire un forte impatto dell’immigrazione interna. A Modena si attivarono dei doposcuola su base volontaria che contribuirono non poco all’integrazione dei ragazzi e delle loro famiglie, nel sistema scolastico e nella società. Si ebbero fenomeni molto simili a quelli che accompagnano le immigrazioni di oggi. Inoltre vorrei fossimo consapevoli del fatto che insegnare l’italiano ai ragazzi stranieri è di straordinaria utilità alle classi e ai ragazzi italiani”.
Michele Barcaiuolo (An-Pdl) ha detto: “su questo tema abbiamo presentato diverse istanze, ordini del giorno che non furono approvati. Comunque è chiaro che il centrodestra ha un’idea di integrazione che punta a far crescere le persone che provengono da altre religioni, nazioni e culture. Non credo che questa immigrazione si possa comparare con quella del sud, né da un punto di vista storico né culturale. Per noi, un’integrazione reale è far sentire realmente italiani questi ragazzi che si devono relazionare con i nativi del nostro paese. Serve la conoscenza della lingua, delle regole, degli usi, costumi e della storia, quella vera e non la vulgata che si trova troppo spesso ancora sui testi scolastici. Credo che siano inutili i cosiddetti corsi di lingua d’origine, e che invece si debba investire sul far sentire italiani questi ragazzi”.
Achille Caropreso (Pd) ha affermato: “l’atto presentato dal collega, nello scritto, ha un encomiabile contenuto esortativo, mentre nella presentazione mi è parso che si stigmatizzasse la spesa sostenuta. Ma potrei avere frainteso. Credo che quell’insieme di politiche che sono volte a portare all’integrazione non vada criticato. Dobbiamo puntare a integrare ma valorizzando anche le differenze. Ben venga che i bambini stranieri possano coltivare la loro cultura d’origine. Non credo gli si debba imporre lo studio della cultura italiana perché rinneghino o dimentichino il proprio passato. Dobbiamo fare dei cittadini italiani liberi di scegliere la cultura che preferiscono”.
Anche Enrico Artioli (Pd) ha notato “una certa distonia tra la presentazione del collega e il testo scritto”. Ha inoltre osservato: “i corsi di lingua sono finalizzati a facilitare l’integrazione, mentre i corsi di lingua madre sono fondamentali per l’apprendimento. Il linguaggio è la base per comprendere qualsiasi materia, e lo sa qualunque pedagogista. L’integrazione che ci è stata illustrata mi pare un po’ limitante. Non credo ci si possa riferire a qualcosa di standardizzato e codificato per la nostra identità futura: credo anzi che serva l’apporto degli immigrati. I figli degli immigrati hanno uno spirito di sacrificio che può dare molto ai nostri ragazzi, spesso un po’ viziati. La sfida è costruire insieme un’identità dinamica nata dalla storia e dall’incontro tra le diverse culture”.
Teodoro Vetrugno, Pd, ha messo in evidenza “il ravvedimento operoso del collega Celloni”, sottolineando che “nell’ultima campagna elettorale il consigliere fece stampare un opuscolo a fumetti contro gli immigrati. Questo è un ravvedimento operoso, che si traduce sul piano istituzionale. Ne sono talmente contento, che sono certo che il consigliere Celloni la prossima volta farà una campagna elettorale diversa”.
Mauro Manfredini, Lega Nord, ha osservato: “sentendo alcuni commenti mi pare che Celloni abbia parlato di un’altra cosa. Qui si parla però di integrare dei cittadini che in stragrande maggioranza non intendono chiedere la cittadinanza italiana. Anche il capo della nostra consulta nonostante abiti a Modena da 15 anni non è interessato ad averla. Non credo si vada nella direzione di quella che per noi è integrazione. I cittadini devono rispettare le nostre leggi, usi e costumi. Non si vieta di rimanere attaccati alla loro cultura. Dove governa la Lega, i cittadini che lavorano e che sono integrati hanno chiesto la cittadinanza. Sul fatto della conoscenza della lingua italiana, i miei nipoti delle scuole elementari hanno maestre che si trovano in grande difficoltà con il programma. Penso che prima si debbano avere dei doveri e poi dei diritti”.
William Garagnani (Pd) ha detto: “c’è un’evidente frattura nell’opposizione su questo tema. A volte ci sono preoccupazioni economiche su alcuni servizi. I giovani che hanno manifestato a Roma l’altro giorno avevano coniato uno slogan divertente: La scuola costa troppo, proviamo con l’ignoranza. Credo si dovrebbe distinguere tra integrazione e assimilazione, e c’è chi la pensa in questo senso. Non si tratta di costruire una nuova razza italica, ma di avere dei cittadini italiani”.
Sergio Celloni ha stigmatizzato il fatto che “in questo consiglio davanti a una piccola interrogazione si parte per la tangente e si fa d’ogni erba un fascio. Il consigliere Vetrugno ha fatto riferimento a una realtà del 2004 che era molto diversa da quella di oggi. Oggi, solo a Modena, ci sono 50 mila extracomunitari regolari e non si sa quanti irregolari. Il primo discorso di integrazione parte da questi bambini, se fosse per me il Comune dovrebbe spendere ancora di più per i bambini e non essere buonista con gli adulti. Il bambino è una risorsa sulla quale si può lavorare, l’adulto invece non vuole integrarsi. Questo non lo dico io ma le nostre prigioni piene, e la realtà. In paesi anglosassoni come la Danimarca si ragiona molto diversamente. Comunque non è vero che non sono allineato con il mio partito a livello nazionale: l’interrogazione era semplicissima, volevo solo dire che questi bambini vanno integrati”.
L’assessore all’Istruzione Adriana Querzè ha replicato: “credo anche io che l’interrogazione fosse semplice, ma mi pare che non manchi qualche difficoltà. Negli ultimi 5 minuti abbiamo sentito rivendicare dal consigliere Celloni il bisogno di una politica più attenta, e da Manfredini il fatto che si spende troppi soldi. Mi ha sorpreso poi il consigliere Barcaiuolo quando parla dei corsi di italiano: sono 10 anni che per tutto il corso dell’anno scolastico facciamo corsi di italiano. Ribadisco che tutte le scuole medie hanno un’insegnante pagata dal Comune che fa alfabetizzazione per stranieri. Sono attivati inoltre due corsi di arabo: questa è la proporzione, 3000 euro per l’arabo e centinaia di migliaia per l’italiano. Oggi c’è una tendenza a ghettizzare gli stranieri con diverse iniziative nella scuola: le classi ponte sono costruite solo per alunni stranieri, non crediamo che questa sia integrazione. E non solo per gli stranieri, ma per gli italiani. Queste classi ghetto sono devastanti per il futuro dei ragazzini. In Germania, queste classi sono state sperimentate e poi bocciate. La tendenza delle risorse poi è preoccupante: il maestro unico previsto dalla nuova riforma”, ha concluso l’assessore, “dovrà avere a che fare con 25-29 bambini e non si riuscirà più a insegnare l’italiano. A Modena, anche lo scorso anno, il 25% dei nati era figlio di genitori stranieri”.
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