02/10/2008

MODENA, L'ECONOMIA È SOLIDA E RESTA MANIFATTURIERA

I risultati di un'indagine sull'economia modenese 1996-2006, promossa dal Comune in collaborazione con il Centro di analisi delle politiche pubbliche dell'Università

Un&rsquo;industria manifatturiera solida, un ruolo trainante dei servizi sull&rsquo;economia della citt&agrave;, l&rsquo;importanza della cooperazione tra imprese e istituzioni per non perdere le sfide della globalizzazione. Sono alcuni elementi che emergono dall&rsquo;indagine &ldquo;L'economia del distretto modenese. Cambiamenti e prospettive del sistema locale del lavoro di Modena&rdquo;, promossa dal Comune e realizzata dal Centro di analisi delle politiche pubbliche dell&rsquo;Universit&agrave;, in collaborazione con Camera di commercio, Democenter, ProMo e Modena Formazione. A Modena il tasso di occupazione &egrave; del 68,8% e la disoccupazione del 3,2%, circa met&agrave; della media nazionale. Il reddito pro capite &egrave; di oltre 27 mila euro, contro i 18 mila del resto d&rsquo;Italia. La distribuzione dei redditi &egrave; tra le pi&ugrave; eque del paese, ma tra il 2002 e il 2006 &egrave; aumentato in Provincia il numero di coloro che vivono con meno di 9 mila euro l&rsquo;anno. I dati, riferiti al decennio 1996-2006, sono stati raccolti incrociando diverse fonti provinciali e comunali. I ricercatori hanno inoltre intervistato 23 imprenditori del territorio.<br />&ldquo;La ricerca ci pu&ograve; aiutare ad aumentare la consapevolezza dei fenomeni e pianificare gli obiettivi per il futuro della nostra citt&agrave;&rdquo;, commenta l&rsquo;assessore alle Politiche economiche Stefano Prampolini: &ldquo;lo sviluppo economico &egrave; un interesse comune di pubblico e privati. &Egrave; necessario che l'ente pubblico orienti i suoi interventi anche oltre la sua stretta pertinenza, e che il mondo privato e associativo compartecipi alle grandi scelte della comunit&agrave; in cui opera&rdquo;. Tra le particolarit&agrave; dell&rsquo;economia urbana c&rsquo;&egrave; l&rsquo;importanza del settore dei servizi, terziario e commercio, che conta per il 72% del valore aggiunto. L&rsquo;industria per&ograve; rimane forte, con oltre 7000 imprese manifatturiere in citt&agrave;, e un fatturato di 30 miliardi di euro nel 2007 realizzato per quasi il 40% con l&rsquo;esportazione. <br />Il coordinatore della ricerca Giuseppe Fiorani, del Centro di analisi delle politiche pubbliche dell&rsquo;Universit&agrave; di Modena e Reggio Emilia, riassume cos&igrave; le prospettive per il futuro, come emerse dalla ricerca: &ldquo;a Modena, le imprese di maggior successo si sono adattate alla globalizzazione, puntando sulle fasce alte dei mercati. Eppure esiste ancora il rischio di inseguire una competitivit&agrave; dovuta ai bassi salari e alle molte ore di lavoro&rdquo;, prosegue Fiorani. &ldquo;Per favorire uno sviluppo di qualit&agrave; occorre garantire alle aziende una forza lavoro qualificata e cominciare a tenere conto delle caratteristiche della popolazione modenese del futuro, pi&ugrave; anziana e pi&ugrave; multietnica&rdquo;. <br />Il commercio conta tre ipermercati, una decina di centri di vicinato, minimarket e oltre tremila piccoli punti vendita. Il centro storico, con una superficie pari all&rsquo;1% della citt&agrave;, ospita oltre un quarto dei negozi. Delle 95 mila persone che lavorano a Modena, quasi tre quarti risiedono in citt&agrave;. I tempi di spostamento casa-lavoro sono bassi, perch&eacute; molti usano l&rsquo;automobile anche su distanze brevi. Oltre met&agrave; dei diplomati prosegue gli studi, soprattutto le ragazze, e di questi quasi il 60% lo fa nel nostro Ateneo. Molte imprese lamentano per&ograve; la mancanza di tecnici qualificati dovuta al calo di iscrizioni alle scuole superiori tecniche.

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