L'assessore Querzè, rispondendo in Consiglio comunale a Garagnani (Pd), ha annunciato che dal 21 novembre sarà allestita la mostra "L'offesa della razza"
“Modena ricorderà il settantesimo anniversario della promulgazione delle leggi razziali con il progetto “1938/2008 Settantesimo delle leggi razziali” promosso dall’Istituto Storico, dalla Fondazione Fossoli e dalla Fondazione Villa Emma e patrocinato dal Comune. Questo progetto prevede l’allestimento della mostra “L’offesa della razza. Razzismo e antisemitismo nell’Italia fascista” curata dall’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia Romagna, che resterà aperta dal 21 novembre al 30 gennaio con visite guidate rivolte alle scuole, laboratori didattici, incontri di approfondimento per studenti del Venturi e uno specifico seminario per docenti”. Lo ha annunciato in Consiglio comunale l’assessore all’Istruzione Adriana Querzè, rispondendo a un’interrogazione del consigliere Pd William Garagnani, poi trasformata in interpellanza.
Il consigliere Garagnani ha presentato l’istanza chiedendo: “quali iniziative assumerà l’Amministrazione comunale per ricordare, a settant’anni dalla promulgazione dei ‘Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola’, quella tragedia italiana”. Garagnani si è detto preoccupato della possibilità che “in presenza dei grandi cambiamenti indotti nella società italiana dall'immigrazione e dai conseguenti problemi di ordine pubblico si rischi di accettare l'dea disumana, prima ancora che razzista, che si possa schedare un bambino in base all'etnia”.
L’assessore ha continuato la risposta ricordando: “la promulgazione dei ‘Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola’ rappresentò una delle pagine più tragiche della storia nazionale perché colpì in modo odioso bambini e ragazzi proprio nel luogo che avrebbe dovuto essere deputato alla loro formazione, alla costruzione del civismo, del rispetto di sé, degli altri e delle regole ispirate ai principi dell’eguaglianza formale e sostanziale. Invece, anche le scuole e le università divennero luoghi della discriminazione e dell’odio. L’Amministrazione”, ha proseguito l’assessore, “ha inoltre sostenuto un’altra iniziativa già realizzata dalla Fondazione Villa Emma, dal titolo “Le strade del Mondo”: un corso di formazione per docenti, svoltosi a inizio ottobre, dedicato all’approfondimento della conoscenza della cultura sinti, rom e gitana per introdurre e supportare interventi storici e antropologici sulla tematica del ‘diverso’ e dei razzismi del tempo presente. Riteniamo che lo spessore scientifico col quale sono stati realizzati questi interventi e il loro diretto orientamento al mondo scolastico possano rappresentare strumenti importanti non solo per diffondere la conoscenza del significato del Regio Decreto sulla discriminazione razziale ma anche per consentirne una lettura scientificamente fondata e radicata nel presente, affinché la conoscenza di quanto di atroce è avvenuto ieri possa orientare nell’interpretazione delle vicende dell’oggi”.
Nel dibattito, Angela Bellei (Prc) ha affermato: “parlare di razzismo non è più, fortunatamente, un tabù politico. Il Presidente della Repubblica ha condannato fermamente i recenti episodi. Anche il presidente della Camera Gianfranco Fini ha riconosciuto il pericolo razzismo. L’unico a tacere è stato Berlusconi. Napolitano ha parlato di una vera e propria emergenza educativa, recuperando l’appello di papa Ratzinger per fare crescere la conoscenza e la pratica della solidarietà. Credo che il dilagare del contagio razzista e delle sue espressioni criminali stia minando alla base i fondamenti della nostra società. Le classi dirigenti stanno favorendo questo contagio con il proprio atteggiamento”.
Achille Caropreso, Pd, ha osservato: “le leggi razziali sono state un regalo di Mussolini a Hitler, che mai glielo chiese. Fu un atto di pericolosa piaggeria. La nostra città, fortunatamente, non ha subito delle deportazioni tali come altre città vicine, ad esempio Ferrara. Non possiamo dimenticare questo aspetto. Abbiamo dato per dimenticato il periodo delle leggi razziali, ma questi episodi ritornano. Oggi la violenza razziale, almeno a colpo d’occhio, non colpisce più i soggetti di religione ebraica, ma altri. Ogni volta che si fa una legge che può essere discriminatoria, è come se quelle leggi tornassero in vigore nel nostro paese”.
Giuseppe Campana, Pd, è intervenuto “in qualità di rappresentante del Comune nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione Villa Emma. Il convegno su rom, sinti e nomadi contro il quale si sono levati gli strali del consigliere Leoni”, ha detto Campana, “ha trattato la questione con alta qualità scientifica. La sensibilità civile significa proprio che tutti debbono ricevere la massima attenzione civile e umana. È interesse pubblico tutelare i diritti universali per tutti. Criticare questa attenzione è ignobile. Il fascismo che nel 1938 promosse le leggi razziali, superando anche le stesse leggi razziali hitleriane, negli anni Venti aveva assassinato don Minzoni. Lo stesso fascismo portava avanti manganello e olio di ricino. Non è vero che il fascismo fosse un buon regime un po’ autoritario che poi ha commesso l’errore delle leggi razziali”.
Dante Mazzi, Forza Italia, ha evidenziato: “in questo dibattito è stato attaccato il collega Leoni, che certo non ha bisogno di essere difeso da me, ma intervengo per ribadire che in quest’aula non c’è altro che un buonismo di maniera. Vorrei ricordare che in occasione del delitto Reggiani a Roma, l’allora sindaco Walter Veltroni ha fatto radere al suolo il campo nomadi. Si tratta di un episodio estremamente grave contro il quale questo Consiglio non ha mosso un dito”.
William Garagnani ha replicato: “nel fascismo, la svolta totalitaria delle leggi razziali ha puntato a fare degli italiani un popolo di dominatori. Si predispose un piano d’azione per evitare i matrimoni tra coloni italiani e donne delle colonie. La famigerata “Rivista della razza” diretta dal famigerato Interlandi, fu la voce più celebre e violenta del razzismo fascista, prodotto di un odio razziale di lunga data. Credo sia importante contestualizzare l’antisemitismo fascista ricordando fatti gravissimi come la sistematica eliminazione delle personalità antifasciste, o l’uso del gas nelle guerre coloniali in Libia e in Etiopia. Il fascismo fu una dittatura feroce e solo in questo contesto si può comprendere il suo antisemitismo e l’esecranda promulgazione delle leggi razziali. Occorre ricordare questo anniversario in tutti i modi.
L’assessore ha concluso ribadendo: “credo anche io che stiamo assistendo a una sottovalutazione dei fenomeni di razzismo che sono in atto nel nostro paese. Credo che questo dipenda da cause remote e recenti: le cause remote stanno in una rimozione della nostra storia di migrazione. Negli anni d’oro dell’emigrazione, le carceri americane erano piene di italiani, come oggi le nostre carceri sono piene di marocchini e albanesi. Abbiamo rimosso anche la nostra storia coloniale. E poi esistono cause recenti che alimentano questi fenomeni: un’interpretazione solo securitaria del fenomeno migratorio. Pare che ogni altra posizione sia tacciata di buonismo. Ma oggi il migrante viene automaticamente visto come inferiore e non degno degli stessi diritti degli altri. Il linguaggio estremamente semplificato della politica di oggi, fatto di slogan sempre più brevi. Si facilita il pensiero unico, si nega la diversità politica, religiosa ed etnica. Questo pensiero crea un terreno fertile perché il razzismo venga percepito come meno grave”.
Il consigliere Garagnani ha presentato l’istanza chiedendo: “quali iniziative assumerà l’Amministrazione comunale per ricordare, a settant’anni dalla promulgazione dei ‘Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola’, quella tragedia italiana”. Garagnani si è detto preoccupato della possibilità che “in presenza dei grandi cambiamenti indotti nella società italiana dall'immigrazione e dai conseguenti problemi di ordine pubblico si rischi di accettare l'dea disumana, prima ancora che razzista, che si possa schedare un bambino in base all'etnia”.
L’assessore ha continuato la risposta ricordando: “la promulgazione dei ‘Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola’ rappresentò una delle pagine più tragiche della storia nazionale perché colpì in modo odioso bambini e ragazzi proprio nel luogo che avrebbe dovuto essere deputato alla loro formazione, alla costruzione del civismo, del rispetto di sé, degli altri e delle regole ispirate ai principi dell’eguaglianza formale e sostanziale. Invece, anche le scuole e le università divennero luoghi della discriminazione e dell’odio. L’Amministrazione”, ha proseguito l’assessore, “ha inoltre sostenuto un’altra iniziativa già realizzata dalla Fondazione Villa Emma, dal titolo “Le strade del Mondo”: un corso di formazione per docenti, svoltosi a inizio ottobre, dedicato all’approfondimento della conoscenza della cultura sinti, rom e gitana per introdurre e supportare interventi storici e antropologici sulla tematica del ‘diverso’ e dei razzismi del tempo presente. Riteniamo che lo spessore scientifico col quale sono stati realizzati questi interventi e il loro diretto orientamento al mondo scolastico possano rappresentare strumenti importanti non solo per diffondere la conoscenza del significato del Regio Decreto sulla discriminazione razziale ma anche per consentirne una lettura scientificamente fondata e radicata nel presente, affinché la conoscenza di quanto di atroce è avvenuto ieri possa orientare nell’interpretazione delle vicende dell’oggi”.
Nel dibattito, Angela Bellei (Prc) ha affermato: “parlare di razzismo non è più, fortunatamente, un tabù politico. Il Presidente della Repubblica ha condannato fermamente i recenti episodi. Anche il presidente della Camera Gianfranco Fini ha riconosciuto il pericolo razzismo. L’unico a tacere è stato Berlusconi. Napolitano ha parlato di una vera e propria emergenza educativa, recuperando l’appello di papa Ratzinger per fare crescere la conoscenza e la pratica della solidarietà. Credo che il dilagare del contagio razzista e delle sue espressioni criminali stia minando alla base i fondamenti della nostra società. Le classi dirigenti stanno favorendo questo contagio con il proprio atteggiamento”.
Achille Caropreso, Pd, ha osservato: “le leggi razziali sono state un regalo di Mussolini a Hitler, che mai glielo chiese. Fu un atto di pericolosa piaggeria. La nostra città, fortunatamente, non ha subito delle deportazioni tali come altre città vicine, ad esempio Ferrara. Non possiamo dimenticare questo aspetto. Abbiamo dato per dimenticato il periodo delle leggi razziali, ma questi episodi ritornano. Oggi la violenza razziale, almeno a colpo d’occhio, non colpisce più i soggetti di religione ebraica, ma altri. Ogni volta che si fa una legge che può essere discriminatoria, è come se quelle leggi tornassero in vigore nel nostro paese”.
Giuseppe Campana, Pd, è intervenuto “in qualità di rappresentante del Comune nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione Villa Emma. Il convegno su rom, sinti e nomadi contro il quale si sono levati gli strali del consigliere Leoni”, ha detto Campana, “ha trattato la questione con alta qualità scientifica. La sensibilità civile significa proprio che tutti debbono ricevere la massima attenzione civile e umana. È interesse pubblico tutelare i diritti universali per tutti. Criticare questa attenzione è ignobile. Il fascismo che nel 1938 promosse le leggi razziali, superando anche le stesse leggi razziali hitleriane, negli anni Venti aveva assassinato don Minzoni. Lo stesso fascismo portava avanti manganello e olio di ricino. Non è vero che il fascismo fosse un buon regime un po’ autoritario che poi ha commesso l’errore delle leggi razziali”.
Dante Mazzi, Forza Italia, ha evidenziato: “in questo dibattito è stato attaccato il collega Leoni, che certo non ha bisogno di essere difeso da me, ma intervengo per ribadire che in quest’aula non c’è altro che un buonismo di maniera. Vorrei ricordare che in occasione del delitto Reggiani a Roma, l’allora sindaco Walter Veltroni ha fatto radere al suolo il campo nomadi. Si tratta di un episodio estremamente grave contro il quale questo Consiglio non ha mosso un dito”.
William Garagnani ha replicato: “nel fascismo, la svolta totalitaria delle leggi razziali ha puntato a fare degli italiani un popolo di dominatori. Si predispose un piano d’azione per evitare i matrimoni tra coloni italiani e donne delle colonie. La famigerata “Rivista della razza” diretta dal famigerato Interlandi, fu la voce più celebre e violenta del razzismo fascista, prodotto di un odio razziale di lunga data. Credo sia importante contestualizzare l’antisemitismo fascista ricordando fatti gravissimi come la sistematica eliminazione delle personalità antifasciste, o l’uso del gas nelle guerre coloniali in Libia e in Etiopia. Il fascismo fu una dittatura feroce e solo in questo contesto si può comprendere il suo antisemitismo e l’esecranda promulgazione delle leggi razziali. Occorre ricordare questo anniversario in tutti i modi.
L’assessore ha concluso ribadendo: “credo anche io che stiamo assistendo a una sottovalutazione dei fenomeni di razzismo che sono in atto nel nostro paese. Credo che questo dipenda da cause remote e recenti: le cause remote stanno in una rimozione della nostra storia di migrazione. Negli anni d’oro dell’emigrazione, le carceri americane erano piene di italiani, come oggi le nostre carceri sono piene di marocchini e albanesi. Abbiamo rimosso anche la nostra storia coloniale. E poi esistono cause recenti che alimentano questi fenomeni: un’interpretazione solo securitaria del fenomeno migratorio. Pare che ogni altra posizione sia tacciata di buonismo. Ma oggi il migrante viene automaticamente visto come inferiore e non degno degli stessi diritti degli altri. Il linguaggio estremamente semplificato della politica di oggi, fatto di slogan sempre più brevi. Si facilita il pensiero unico, si nega la diversità politica, religiosa ed etnica. Questo pensiero crea un terreno fertile perché il razzismo venga percepito come meno grave”.
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