09/10/2008

LA DOMUS SAPIENTIAE DI PAOLO PORTOGHESI VA IN MOSTRA

La struttura sarà esposta nella mostra 'Disegnare l'Ambiente', all'ex Manifattura Tabacchi, dal 18 ottobre al 30 novembre, nell'ambito del Festival dell'Architettura
Un tempio trasparente, una costruzione che non racchiude lo spazio dividendo l’interno dall’esterno, ma ne definisce semplicemente i contorni. E’ la Domus Sapientiae, l’imponente struttura in legno e metallo alta oltre 4 metri, che sarà esposta all’interno della mostra di Paolo Portoghesi “Disegnare l’Ambiente”, presso l’ex Manifattura Tabacchi, dal 18 ottobre al 30 novembre, dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18, nell’ambito del Festival dell’Architettura. La mostra è realizzata dal Comune di Modena con il finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e il contributo di Quadrifoglio e Assicurazioni Unipol. In esposizione, oltre alla Domus Sapientiae, anche una quarantina di taccuini e 10 disegni inediti del celebre architetto e professore universitario, autore di note realizzazioni architettoniche in territorio nazionale e internazionale, tra le quali spicca la moschea con annesso Centro Islamico Culturale a Roma.
La Domus Sapientiae era stata disegnata da Portoghesi nel 1985 per una sua mostra a Modena, e fu esposta anche a Roma nella corte borrominiana di Palazzo Falconieri, nel 1987. Andò distrutta qualche tempo dopo in un incendio ed oggi, in occasione del Festival è stata nuovamente realizzata ed esposta. La struttura viene eseguita direttamente in loco, le dimensioni ne impediscono, infatti, il trasporto.
La Domus Sapientiae è la rievocazione di una tipologia allo stato nascente, così come è descritta nella Bibbia e prefigurata nel templum romano: una costruzione basata sul numero sette e quindi sull’eptagono, un poligono stranamente ignorato dagli architetti, tranne che in qualche opera teorica e in un romanzo architettonico come la Hypnerotomachia Poliphili. Solo la esemplare inquietudine borrominiana in una fase iniziale di progettazione della cappella romana di Sant’Ivo alla Sapienza suggerì all’architetto di inserire sette colonne nell’abside trasparente che doveva ospitare l’altare maggiore.
Il tema compositivo della Domus Sapientiae è la continuità delle membrature e la loro reciproca attrazione. Sette elementi ad arco formano intrecciandosi la sagoma di una cupola. Ad essi si aggiungono sette costoloni che sorreggono, al di sopra della cupola, un anello circolare. Nel punto dove i costoloni si disgiungono dagli archi quattordici contrafforti se ne allontanano, andando ad unirsi in sette pilastri che creano intorno al vano centrale una sorta di deambulatorio. La stretta consequenzialità delle scelte geometriche fanno di questa architettura un vero e proprio teorema, lasciando all’occhio dell’osservatore il compito di inseguire le linee fluttuanti delle membrature e di individuare le gerarchie che le dominano.

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