Festival filosofia propone esposizioni dell'americano Baltz, dell'italiano Paladino e dei francesi Vautier e Poirier. Alla Delfini la biblioteca di Rabelais
L’artista americano Lewis Baltz, l’italiano Mimmo Paladino e i francesi Ben Vautier, Anne e Patrick Poirier. Ma anche figurine didattiche degli anni Cinquanta e Sessanta e un viaggio ai Musei civici nella stanza dell’alchimista. Per il Festival filosofia sul sapere, Modena organizza, come ogni anno, una serie di mostre e installazioni in spazi aperti al pubblico dal 14 al 16 settembre (informazioni dettagliate sugli orari sono nel sito www.festivalfilosofia.it).
Alla Palazzina dei Giardini, la Galleria civica e la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena propongono, a cura di Antonello Frongia, una mostra del fotografo americano Lewis Baltz dal titolo “89-91 Sites of Techology”, indagine per immagini sul sapere razionale della tecnologia e della scienza. Si tratta di foto di grandi dimensioni, scattate tra Francia e Giappone dagli inizi degli anni Novanta nei sotterranei, nei cubicoli e nelle piccole scatole murarie in cui vengono conservati computer e strumentazioni che regolano il lavoro e la vita della collettività.
A Palazzo Santa Margherita, Galleria civica e Fondazione Cassa di Risparmio di Modena propongono inoltre, a cura di Angela Vettese, una mostra dedicata all’artista Mimmo Paladino. Grandi quadri, piccole sculture e una serie di disegni affrontano il tema del racconto epico, forma di trasmissione ritmica ed eroica del sapere comune, di cui l’artista si è sempre occupato con opere dedicate all’”Eneide”, all’”Iliade” e ad altri poemi, con la pubblicazione di una speciale edizione dell’”Ulisse” di James Joyce da lui illustrata e con la regia di un film su Don Chisciotte.
Album didattici ed enciclopedici pubblicati a partire dal secondo dopoguerra e fino alla metà degli anni Sessanta vengono esposti nella mostra “Figurine di sapere”, in programma al Museo della Figurina, a Palazzo Santa Margherita, una delle più importanti collezioni al mondo di piccole stampe, con 500 mila esemplari che permettono di ripercorrere storia, costume, sport e passioni di 150 anni storia. La naturale vocazione didattico-enciclopedica di questo piccolo medium cartaceo viene ripresa, infatti, da numerose case editrici negli anni del boom economico e della lotta all’analfabetismo, con la diffusione di numerosi album di carattere storico, scientifico, geografico, arricchiti da una straordinaria varietà iconografica e di contenuti. La mostra è a cura di Paola Basile e Maria Giovanna Battistini.
“La biblioteca immaginaria di Rabelais” è invece il titolo della mostra proposta dalla biblioteca civica Delfini a palazzo Santa Margherita, a cura dell’Associazione Vaca di Ravenna. Saranno esposti oltre sessanta libri manufatti, ispirati al catalogo burlesco della biblioteca di Saint Victor descritta da Rabelais in “Gargantua e Pantagruel”. Un buon numero dei titoli elencati in quel catalogo sono immaginari, altri si riferiscono a libri realmente esistenti. Le opere possono essere toccate e maneggiate dai visitatori.
I temi dell’archeologia, del mito e della storia rivivono invece nelle opere di due tra i maggiori artisti francesi, Anne e Patrick Poirier, che propongono l’installazione “Il labirinto della memoria” nell’atrio del Palazzo dei Musei.
Anne e Patrick Poirier, che da sempre lavorano sui temi della genesi e della sparizione delle culture, hanno creato per il Festival una grande installazione si specchi che si presenta come una stanza della memoria: la base della costruzione riprende la forma del cervello, le parole incise sulle pareti articolano le azioni della mente e i pannelli esterni includono nel paesaggio mentale i frammenti archeologici dell’atrio mettendo in scena il lavoro della memoria culturale e la sua labirintica interiorizzazione. L’opera è realizzata da Grazi cristalli, che ha sostenuto parte dei costi, e si collega alla mostra di libri d’artista “Pagine del labirinto”, in programma alla biblioteca civica di storia dell’arte Luigi Poletti, sempre al Palazzo dei Musei.
Effetti speciali, fumi neri, odori di ferro, un antico forno, pezzi storici, ampolle e alambicchi contribuiranno a creare la suggestione della Stanza dell’alchimista, proposta dai Musei civici. Si tratta di percorsi sensoriali sull’opera al nero, l’opera al bianco e l’opera al rosso dedicati agli antenati dei chimici moderni. Il progetto di allestimento è a cura di Rinaldo Rinaldi.
Nella chiesa di San Paolo, la Provincia propone, a cura di Mario Bertoni, un’installazione e una performance dell’artista francese Ben Vautier, membro storico del gruppo Fluxus, dal titolo “Il sapere dell’ego”, mentre l’assessorato alle Politiche economiche del Comune organizza in via Taglio un’installazione del giapponese Norio Nagayama dal titolo “Calligrafia”.
Mostre d’arte vengono infine proposte da undici gallerie d’arte di Modena: Canalgrande 18, Spazio Fisico, 42 Contemporaneo, 42off, Factory Fine Art, Lo sguardo dell’altro, Punto arte, Il Divano di George, San Salvatore, Studio Vetusta e D406.
Alla Palazzina dei Giardini, la Galleria civica e la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena propongono, a cura di Antonello Frongia, una mostra del fotografo americano Lewis Baltz dal titolo “89-91 Sites of Techology”, indagine per immagini sul sapere razionale della tecnologia e della scienza. Si tratta di foto di grandi dimensioni, scattate tra Francia e Giappone dagli inizi degli anni Novanta nei sotterranei, nei cubicoli e nelle piccole scatole murarie in cui vengono conservati computer e strumentazioni che regolano il lavoro e la vita della collettività.
A Palazzo Santa Margherita, Galleria civica e Fondazione Cassa di Risparmio di Modena propongono inoltre, a cura di Angela Vettese, una mostra dedicata all’artista Mimmo Paladino. Grandi quadri, piccole sculture e una serie di disegni affrontano il tema del racconto epico, forma di trasmissione ritmica ed eroica del sapere comune, di cui l’artista si è sempre occupato con opere dedicate all’”Eneide”, all’”Iliade” e ad altri poemi, con la pubblicazione di una speciale edizione dell’”Ulisse” di James Joyce da lui illustrata e con la regia di un film su Don Chisciotte.
Album didattici ed enciclopedici pubblicati a partire dal secondo dopoguerra e fino alla metà degli anni Sessanta vengono esposti nella mostra “Figurine di sapere”, in programma al Museo della Figurina, a Palazzo Santa Margherita, una delle più importanti collezioni al mondo di piccole stampe, con 500 mila esemplari che permettono di ripercorrere storia, costume, sport e passioni di 150 anni storia. La naturale vocazione didattico-enciclopedica di questo piccolo medium cartaceo viene ripresa, infatti, da numerose case editrici negli anni del boom economico e della lotta all’analfabetismo, con la diffusione di numerosi album di carattere storico, scientifico, geografico, arricchiti da una straordinaria varietà iconografica e di contenuti. La mostra è a cura di Paola Basile e Maria Giovanna Battistini.
“La biblioteca immaginaria di Rabelais” è invece il titolo della mostra proposta dalla biblioteca civica Delfini a palazzo Santa Margherita, a cura dell’Associazione Vaca di Ravenna. Saranno esposti oltre sessanta libri manufatti, ispirati al catalogo burlesco della biblioteca di Saint Victor descritta da Rabelais in “Gargantua e Pantagruel”. Un buon numero dei titoli elencati in quel catalogo sono immaginari, altri si riferiscono a libri realmente esistenti. Le opere possono essere toccate e maneggiate dai visitatori.
I temi dell’archeologia, del mito e della storia rivivono invece nelle opere di due tra i maggiori artisti francesi, Anne e Patrick Poirier, che propongono l’installazione “Il labirinto della memoria” nell’atrio del Palazzo dei Musei.
Anne e Patrick Poirier, che da sempre lavorano sui temi della genesi e della sparizione delle culture, hanno creato per il Festival una grande installazione si specchi che si presenta come una stanza della memoria: la base della costruzione riprende la forma del cervello, le parole incise sulle pareti articolano le azioni della mente e i pannelli esterni includono nel paesaggio mentale i frammenti archeologici dell’atrio mettendo in scena il lavoro della memoria culturale e la sua labirintica interiorizzazione. L’opera è realizzata da Grazi cristalli, che ha sostenuto parte dei costi, e si collega alla mostra di libri d’artista “Pagine del labirinto”, in programma alla biblioteca civica di storia dell’arte Luigi Poletti, sempre al Palazzo dei Musei.
Effetti speciali, fumi neri, odori di ferro, un antico forno, pezzi storici, ampolle e alambicchi contribuiranno a creare la suggestione della Stanza dell’alchimista, proposta dai Musei civici. Si tratta di percorsi sensoriali sull’opera al nero, l’opera al bianco e l’opera al rosso dedicati agli antenati dei chimici moderni. Il progetto di allestimento è a cura di Rinaldo Rinaldi.
Nella chiesa di San Paolo, la Provincia propone, a cura di Mario Bertoni, un’installazione e una performance dell’artista francese Ben Vautier, membro storico del gruppo Fluxus, dal titolo “Il sapere dell’ego”, mentre l’assessorato alle Politiche economiche del Comune organizza in via Taglio un’installazione del giapponese Norio Nagayama dal titolo “Calligrafia”.
Mostre d’arte vengono infine proposte da undici gallerie d’arte di Modena: Canalgrande 18, Spazio Fisico, 42 Contemporaneo, 42off, Factory Fine Art, Lo sguardo dell’altro, Punto arte, Il Divano di George, San Salvatore, Studio Vetusta e D406.
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