Il regista presenta con Enrico Ghezzi un filmato sui filosofi greci e romani
Sarà proiettato a Modena in anteprima assoluta il filmato del regista e sceneggiatore Luciano Emmer “La musa pensosa”, viaggio di parole e immagini nella filosofia greca e romana. L’opera, della durata di 20 minuti, sarà presentata nel chiostro di Palazzo santa Margherita sabato 15 settembre alle 21.30 dall’autore e dal critico cinematografico e autore televisivo Enrico Ghezzi nell’ambito del Festival filosofia sul sapere (www.festivalfilosofia.it).
La Musa pensosa è Polimnia, figlia di Zeus e Mnemosyne, effigiata con la mano al mento in atteggiamento pensoso e malinconico che evoca dimensione di interiorità e di pathos intellettuale. E' lei la guida spirituale del viaggio di Emmer nel pensiero e nei volti marmorei dei filosofi antichi. Un viaggio che, a partire da Omero ed Esiodo, sosta presso Talete, Eraclito Pitagora, Socrate e Platone, Aristotele, Diogene, Epicuro, Zenone, Posidonio, Cicerone e Seneca, fino a Marcaurelio, con cui si chiude l'epoca fondante della cultura occidentale.
Dopo gli esordi dedicati ai documentari d'arte (su Giotto, Bosch, Carpaccio, Piero della Francesca, Goya) e al cinema narrativo di impronta neorealista (“Domenica d'agosto” del 1950, “Parigi è sempre Parigi” del 1951, “Le ragazze di Piazza di Spagna” del 1952, “Terza liceo” del 1954, “Il bigamo” del 1955 e “La ragazza in vetrina” del 1960), Emmer si è occupato di televisione per circa trent'anni, in particolare diventando il maestro dei brevi filmati di Carosello. Torna al cinema nel 1990 con “Basta! Ci faccio un film”, cui seguono “Una lunga, lunga, lunga notte d'amore” (2000) e “L'acqua, il fuoco” (2003). Alla Mostra del cinema di Venezia del 2003 gli è stato assegnato il Premio Pasinetti alla carriera.
A Modena Emmer sarà accompagnato da Enrico Ghezzi, ideatore di trasmissioni come “Fuori Orario: cose mai viste” e “Blob” (insieme a Marco Giusti), attraverso cui ha creato una nuova modalità linguistica e comunicativa del mezzo televisivo.
La Musa pensosa è Polimnia, figlia di Zeus e Mnemosyne, effigiata con la mano al mento in atteggiamento pensoso e malinconico che evoca dimensione di interiorità e di pathos intellettuale. E' lei la guida spirituale del viaggio di Emmer nel pensiero e nei volti marmorei dei filosofi antichi. Un viaggio che, a partire da Omero ed Esiodo, sosta presso Talete, Eraclito Pitagora, Socrate e Platone, Aristotele, Diogene, Epicuro, Zenone, Posidonio, Cicerone e Seneca, fino a Marcaurelio, con cui si chiude l'epoca fondante della cultura occidentale.
Dopo gli esordi dedicati ai documentari d'arte (su Giotto, Bosch, Carpaccio, Piero della Francesca, Goya) e al cinema narrativo di impronta neorealista (“Domenica d'agosto” del 1950, “Parigi è sempre Parigi” del 1951, “Le ragazze di Piazza di Spagna” del 1952, “Terza liceo” del 1954, “Il bigamo” del 1955 e “La ragazza in vetrina” del 1960), Emmer si è occupato di televisione per circa trent'anni, in particolare diventando il maestro dei brevi filmati di Carosello. Torna al cinema nel 1990 con “Basta! Ci faccio un film”, cui seguono “Una lunga, lunga, lunga notte d'amore” (2000) e “L'acqua, il fuoco” (2003). Alla Mostra del cinema di Venezia del 2003 gli è stato assegnato il Premio Pasinetti alla carriera.
A Modena Emmer sarà accompagnato da Enrico Ghezzi, ideatore di trasmissioni come “Fuori Orario: cose mai viste” e “Blob” (insieme a Marco Giusti), attraverso cui ha creato una nuova modalità linguistica e comunicativa del mezzo televisivo.
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