Al Palazzo Pio una mostra sul protagonista della trasmissione "Non è mai troppo tardi". Fece prendere la licenza elementare a un milione di analfabeti
Ha il merito di aver utilizzato la tv per far prendere la licenza elementare a oltre un milione di analfabeti, ma è stato anche l’autore del celebre romanzo per ragazzi “Orzowei”, uno scrittore per l’infanzia tradotto in 32 lingue e uno dei protagonisti del rinnovamento pedagogico italiano assieme a don Lorenzo Milani e Mario Lodi.
Alberto Manzi, che da 1960 al 1968 diventò celebre con il programma televisivo “Non è mai troppo tardi”, sarà ricordato con una mostra, intitolata proprio come il programma, che sarà inaugurata il 14 settembre in occasione del Festival filosofia sul sapere al Palazzo dei Pio di Carpi, dove resterà aperta fino al 21 ottobre. Curata da Francesco Genitoni ed Ernesto Tuliozi, la mostra si svolge in collaborazione con il Centro studi Alberto Manzi e il patrocinio del Segretariato sociale della Rai.
Nell’arco della sua vita, Manzi ha prodotto e raccolto una grande quantità di libri scolastici e di narrativa e programmi per la radio e la tv dedicati a tematiche educative. L’archivio, donato dalla vedova Sonia al Dipartimento di scienze dell’educazione dell’Università di Bologna e ora conservato nella biblioteca-videoteca dell’Assemblea regionale, è composto da 360 pezzi – che variano da cartelline con pochi fogli a mazzi di fogli sciolti di notevole dimensione – e da 18 scatole che contengono soprattutto i lavori degli allievi di Manzi. Molti dei materiali in mostra provengono tuttavia dalla casa di maestro, che nella sua vita si è occupato anche della didattica per gli immigrati stranieri e si è a lungo appassionato alle vicende dell’America Latina.
Sempre a Carpi, nella sala dei Cervi di Palazzo Pio, i Musei espongono otto fogli grafici di grandi dimensioni, realizzati dall’artista Mimmo Paladino e ispirati al “De Universo” di Rabanus Maurus, una delle prime enciclopedie del sapere occidentale.
Alberto Manzi, che da 1960 al 1968 diventò celebre con il programma televisivo “Non è mai troppo tardi”, sarà ricordato con una mostra, intitolata proprio come il programma, che sarà inaugurata il 14 settembre in occasione del Festival filosofia sul sapere al Palazzo dei Pio di Carpi, dove resterà aperta fino al 21 ottobre. Curata da Francesco Genitoni ed Ernesto Tuliozi, la mostra si svolge in collaborazione con il Centro studi Alberto Manzi e il patrocinio del Segretariato sociale della Rai.
Nell’arco della sua vita, Manzi ha prodotto e raccolto una grande quantità di libri scolastici e di narrativa e programmi per la radio e la tv dedicati a tematiche educative. L’archivio, donato dalla vedova Sonia al Dipartimento di scienze dell’educazione dell’Università di Bologna e ora conservato nella biblioteca-videoteca dell’Assemblea regionale, è composto da 360 pezzi – che variano da cartelline con pochi fogli a mazzi di fogli sciolti di notevole dimensione – e da 18 scatole che contengono soprattutto i lavori degli allievi di Manzi. Molti dei materiali in mostra provengono tuttavia dalla casa di maestro, che nella sua vita si è occupato anche della didattica per gli immigrati stranieri e si è a lungo appassionato alle vicende dell’America Latina.
Sempre a Carpi, nella sala dei Cervi di Palazzo Pio, i Musei espongono otto fogli grafici di grandi dimensioni, realizzati dall’artista Mimmo Paladino e ispirati al “De Universo” di Rabanus Maurus, una delle prime enciclopedie del sapere occidentale.
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