30/08/2007

DAL FENOMENO DEI LAVAVETRI ALLA VIVIBILITA' DELLA CITTA'

Il sindaco Pighi: "un fenomeno debellato definitivamente alcuni anni fa integrando azioni di contrasto decise ed interventi sociali adeguati".
“Quando si parla di sicurezza e di situazioni a rischio è sempre bene premettere che i risultati non sono mai conseguiti una volta per tutte e che quindi è sempre necessario mantenere alte tanto l’attenzione quanto l’efficacia degli interventi. Non solo, una volta risolto un problema, subito se ne presenta un altro, magari di natura e in forma diverse, ma sempre di significato importante per i cittadini. E’ la complessità della nostra società che implica anche fenomeni di degrado e devianza, l’importante è non rassegnarsi e continuare a lavorare su tutti i fronti aperti: quello sociale, quello della prevenzione e quando necessario anche quello del contrasto diretto.
Il dibattito di questi giorni sulla questione dei lavavetri, mi porta a compiere alcune riflessioni che provo a condividere con i cittadini modenesi. In primo luogo va detto che l’ordinanza di Firenze è pienamente giustificata dalla gravità della situazione che si era venuta a creare: di fronte ad un forma così brutale ed esteso di accattonaggio violento, un Sindaco non può che adottare un provvedimento adeguato; noi, ad esempio, abbiamo emesso ordinanze per affrontare altre forme di degrado in relazione ai parchi o alla presenza di un numero esagerato di prostitute in alcune aree della città.
Per intenderci, ci sono situazioni che si possono affrontare con strumenti ordinari, sia in materia di azione di polizia che di norme da applicare: a Modena credo sia il caso di episodi di accattonaggio sporadici e non aggressivi, o di forme di “disturbo” derivanti dalla presenze di gruppi estesi di giovani. Se queste situazioni dovessero degenerare, è probabile che dovremmo affrontarle con misure straordinarie, come è successo negli ultimi due anni nelle zone residenziali intorno al parco Amendola, o come forse dovrà fare Atcm in relazione al numero crescente di episodi violenti ai danni degli autisti degli autobus.
Ma credo che proprio l’esperienza modenese sui lavavetri (oggi si parla della nostra città perché da noi questa pratica è del tutto assente) indichi quale può essere la strada migliore per affrontare una tematica di questa natura. Si ricorderà che anche gli incroci della nostra città in certi momenti sono stati letteralmente assediati da ragazzi e ragazzini impegnati in questa attività. Attraverso un lavoro coordinato tra polizia municipale, polizia di stato e magistratura si arrivò ad individuare e smantellare un vero e proprio racket che sfruttava i bambini e ricattava i più grandi: quella fu la fine del fenomeno dei lavavetri a Modena, un fenomeno che non è più ricomparso, anzi, alcuni di quei bambini e di quei ragazzi vivono ancora qui, ma da cittadini modenesi, che lavorano o vanno a scuola.
Tre considerazioni conclusive: di fronte a fenomeni di degrado vanno utilizzati tutti gli strumenti disponibili, compresa l’ordinanza; l’azione di contrasto è complementare e non alternativa all’intervento sociale; quando si presenta, non si deve perdere l’occasione di affrontare un problema alla radice.
Sul fronte della sicurezza e della vivibilità urbana è questa la strada che abbiamo scelto, una strada che non consente scorciatoie e che richiede molto impegno, da parte delle istituzioni e da parte dei cittadini.”


Giorgio Pighi
Sindaco di Modena

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