Nessun maltrattamento ai danni delle anatre nel Parco del Pozzo ma necessaria modifica delle condizioni di habitat per evitare l'insediamento dei volatili
Troppa acqua potabile per mantenere salubre il laghetto del Parco del Pozzo. In più la presenza di animali selvatici non è compatibile con le attività sanitarie che si svolgono in tutta l’area, in particolare per quanto riguarda l’accesso al Pronto soccorso. Sono dunque diverse e fondate, le motivazioni che hanno indotto l’Amministrazione comunale a procedere alla chiusura del laghetto, con relativo allontanamento degli animali presenti.
Sono infatti numerosi i parchi pubblici dotati di laghetti artificiali sul territorio del Comune di Modena (Amendola Nord, Amendola Sud, Giardino Estense, Ferrari, XXII Aprile) e per tutti l’alimentazione d’acqua è garantita dalla presenza di pozzi con relativa centrale di sollevamento, generalmente utilizzando acqua di falda superficiale.
Nel caso del laghetto del Parco del Pozzo, invece, il riempimento e il ricambio dell’acqua era collegato al pubblico acquedotto. Nonostante fosse stato approntato un sistema di ossigenazione e di ricircolo per minimizzare gli sprechi, restava comunque il problema dell’enorme consumo di acqua potabile,
Nell’ultimo periodo, inoltre, il numero delle anatre e delle oche presenti aveva superato le 80 unità, complice anche il fatto che diverse persone (non autorizzate) portavano in continuazione pane, pasta e farina all’interno del parco. Sono giunte segnalazioni, da parte del Policlinico, rispetto alla presenza di anatre sul percorso che collega l’entrata dell’ospedale al pronto soccorso, in alcuni casi costringendo gli autisti a brusche frenate.
Lo svuotamento e la pulizia del fondo dallo strato di melma sono stati eseguiti alla fine di aprile facendo attenzione a prelevare preventivamente tutti i pesci, le tartarughe, i pulcini di anatra presenti e tutti gli adulti che si è riusciti a catturare. Compito affidato ai volontari del Centro Fauna selvatica “Il Pettirosso”, specializzati nel recupero degli animali in difficoltà.
E’ probabile che alcune anatre siano ancora in zona o altre siano arrivate, ma sono volatili ai quali non manca certo la capacità di spostarsi e di trovare specchi lacustri o situazioni a loro più confacenti. Proprio per questo motivo è auspicabile che non venga loro portato cibo di nessun tipo che, inoltre, potrebbe anche favorire la presenza di ospiti indesiderati (topi).
Si conferma quindi la decisione dell’Amministrazione Comunale di non riempire il laghetto e perciò di modificare in modo permanente la condizioni di habitat per evitare nuovi insediamenti di anatre o altri animali.
Infine, si chiede la collaborazione dei cittadini nel segnalare all’Ufficio Diritti degli Animali del Comune di Modena eventuali “ritorni” di anatre nella zona. L’importante, si ribadisce, è non distribuire cibo.
Sono infatti numerosi i parchi pubblici dotati di laghetti artificiali sul territorio del Comune di Modena (Amendola Nord, Amendola Sud, Giardino Estense, Ferrari, XXII Aprile) e per tutti l’alimentazione d’acqua è garantita dalla presenza di pozzi con relativa centrale di sollevamento, generalmente utilizzando acqua di falda superficiale.
Nel caso del laghetto del Parco del Pozzo, invece, il riempimento e il ricambio dell’acqua era collegato al pubblico acquedotto. Nonostante fosse stato approntato un sistema di ossigenazione e di ricircolo per minimizzare gli sprechi, restava comunque il problema dell’enorme consumo di acqua potabile,
Nell’ultimo periodo, inoltre, il numero delle anatre e delle oche presenti aveva superato le 80 unità, complice anche il fatto che diverse persone (non autorizzate) portavano in continuazione pane, pasta e farina all’interno del parco. Sono giunte segnalazioni, da parte del Policlinico, rispetto alla presenza di anatre sul percorso che collega l’entrata dell’ospedale al pronto soccorso, in alcuni casi costringendo gli autisti a brusche frenate.
Lo svuotamento e la pulizia del fondo dallo strato di melma sono stati eseguiti alla fine di aprile facendo attenzione a prelevare preventivamente tutti i pesci, le tartarughe, i pulcini di anatra presenti e tutti gli adulti che si è riusciti a catturare. Compito affidato ai volontari del Centro Fauna selvatica “Il Pettirosso”, specializzati nel recupero degli animali in difficoltà.
E’ probabile che alcune anatre siano ancora in zona o altre siano arrivate, ma sono volatili ai quali non manca certo la capacità di spostarsi e di trovare specchi lacustri o situazioni a loro più confacenti. Proprio per questo motivo è auspicabile che non venga loro portato cibo di nessun tipo che, inoltre, potrebbe anche favorire la presenza di ospiti indesiderati (topi).
Si conferma quindi la decisione dell’Amministrazione Comunale di non riempire il laghetto e perciò di modificare in modo permanente la condizioni di habitat per evitare nuovi insediamenti di anatre o altri animali.
Infine, si chiede la collaborazione dei cittadini nel segnalare all’Ufficio Diritti degli Animali del Comune di Modena eventuali “ritorni” di anatre nella zona. L’importante, si ribadisce, è non distribuire cibo.
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