In una preziosa raccolta la storia dell'orologio dal XV al XVIII secolo fra scienza e arte
Fa’ tesoro di tutto il tempo che hai. Sarai meno schiavo del domani, se ti sarai reso padrone dell’oggi (Lucio Anneo Seneca).
Il trascorrere del tempo che da sempre affascina e affligge l’uomo sarà il tema della mostra “Tempus Fugit” in programma a Modena dal 14 giugno al 15 luglio in occasione delle Serate Estensi, le rievocazioni storiche dei tre secoli che videro Modena capitale del Ducato d’Este. A cura di Elisabetta Barbolini e Augusto Bulgarelli per “Icaro progetti per l’arte”, l’itinerario espositivo permetterà di apprezzare alcuni fra i più interessanti ed elaborati congegni creati fra il XVI e il XIX secolo per misurare il tempo, a partire dagli "svegliatori" utilizzati nei monasteri per la preghiera.
E’ solamente la seconda volta che in Italia sarà riunita in un'unica sede una notevole varietà di complessi meccanismi destinati a scandire il tempo che si distinguono sia per le ingegnose soluzioni tecnologiche adottate, sia per l’eleganza delle forme e per la ricercatezza delle decorazioni. Saranno circa cinquanta gli oggetti in mostra, tutti provenienti da collezioni private e per la prima volta esposti al pubblico.
Il percorso espositivo parte dagli obelischi, le meridiane e le clessidre, primi misuratori del tempo, per passare a piccoli esemplari di orologi pubblici da campanile e da torre. Particolarmente ricca la sezione riguardante gli orologi d’uso domestico dal XVI al XVIII secolo, con preziosi esemplari di orologi a lanterna, orologi “da stanza” a colonna, orologi da tavolo, orologi da mensola con mostre (quadranti) estremamente raffinati, in binomio tra tecnica e artigianato artistico. In particolare saranno esposti alcuni rari esemplari di orologi notturni, i cosiddetti “orioli muti” inventati dai fratelli Campani di Spoleto nel 1656 per esaudire la richiesta di Papa Alessandro VII che voleva un “…Orologio per la Notte, il quale mostri bene e distintamente le ore; ma, in modo che non venga a offendere gli occhi di chi lo riguarda… e che sia privo di strepito di tempo”. Completano la mostra le pendole e gli orologi da caminetto dal XVII al XIX secolo e i primi esemplari di orologi da tasca e da persona. La mostra offrirà anche l’occasione per valorizzare l’opera degli orologiai ducali estensi, come i fratelli Bellei e Bonifacio Borsari, oltre ad altri importanti orologiai italiani e stranieri di cui le Corti si contendevano i manufatti sia per la qualità dei meccanismi sia per la bellezza delle casse. Tra i modenesi un capitolo a parte merita Lodovico Gavioli, autore del grande orologio collocato nel 1868 sulla torre civica della Piazza, dotato di tali accorgimenti tecnici da valergli l’appellativo di “poeta della meccanica”. La sua fama varcò i confini italiani ed è ancora viva tra i cultori dell’orologeria. A corredo della mostra, un percorso di pannelli didattici illustrerà la storia della misurazione del tempo, dagli orologi solari, alla suddivisione del tempo nel Medioevo, al conteggio delle ore “all’italiana” e “all’uso ultramontano”, sistema questo a cui l’Italia si adeguò solo a partire dal 1749.
Per informazioni: Comune di Modena – Segreteria Serate Estensi – tel. 0592032707 – 2032802 – www.comune.modena.it/seratestensi - serate.estensi@comune.modena.it
Il trascorrere del tempo che da sempre affascina e affligge l’uomo sarà il tema della mostra “Tempus Fugit” in programma a Modena dal 14 giugno al 15 luglio in occasione delle Serate Estensi, le rievocazioni storiche dei tre secoli che videro Modena capitale del Ducato d’Este. A cura di Elisabetta Barbolini e Augusto Bulgarelli per “Icaro progetti per l’arte”, l’itinerario espositivo permetterà di apprezzare alcuni fra i più interessanti ed elaborati congegni creati fra il XVI e il XIX secolo per misurare il tempo, a partire dagli "svegliatori" utilizzati nei monasteri per la preghiera.
E’ solamente la seconda volta che in Italia sarà riunita in un'unica sede una notevole varietà di complessi meccanismi destinati a scandire il tempo che si distinguono sia per le ingegnose soluzioni tecnologiche adottate, sia per l’eleganza delle forme e per la ricercatezza delle decorazioni. Saranno circa cinquanta gli oggetti in mostra, tutti provenienti da collezioni private e per la prima volta esposti al pubblico.
Il percorso espositivo parte dagli obelischi, le meridiane e le clessidre, primi misuratori del tempo, per passare a piccoli esemplari di orologi pubblici da campanile e da torre. Particolarmente ricca la sezione riguardante gli orologi d’uso domestico dal XVI al XVIII secolo, con preziosi esemplari di orologi a lanterna, orologi “da stanza” a colonna, orologi da tavolo, orologi da mensola con mostre (quadranti) estremamente raffinati, in binomio tra tecnica e artigianato artistico. In particolare saranno esposti alcuni rari esemplari di orologi notturni, i cosiddetti “orioli muti” inventati dai fratelli Campani di Spoleto nel 1656 per esaudire la richiesta di Papa Alessandro VII che voleva un “…Orologio per la Notte, il quale mostri bene e distintamente le ore; ma, in modo che non venga a offendere gli occhi di chi lo riguarda… e che sia privo di strepito di tempo”. Completano la mostra le pendole e gli orologi da caminetto dal XVII al XIX secolo e i primi esemplari di orologi da tasca e da persona. La mostra offrirà anche l’occasione per valorizzare l’opera degli orologiai ducali estensi, come i fratelli Bellei e Bonifacio Borsari, oltre ad altri importanti orologiai italiani e stranieri di cui le Corti si contendevano i manufatti sia per la qualità dei meccanismi sia per la bellezza delle casse. Tra i modenesi un capitolo a parte merita Lodovico Gavioli, autore del grande orologio collocato nel 1868 sulla torre civica della Piazza, dotato di tali accorgimenti tecnici da valergli l’appellativo di “poeta della meccanica”. La sua fama varcò i confini italiani ed è ancora viva tra i cultori dell’orologeria. A corredo della mostra, un percorso di pannelli didattici illustrerà la storia della misurazione del tempo, dagli orologi solari, alla suddivisione del tempo nel Medioevo, al conteggio delle ore “all’italiana” e “all’uso ultramontano”, sistema questo a cui l’Italia si adeguò solo a partire dal 1749.
Per informazioni: Comune di Modena – Segreteria Serate Estensi – tel. 0592032707 – 2032802 – www.comune.modena.it/seratestensi - serate.estensi@comune.modena.it
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