15/06/2007

CASE POPOLARI, NO AI POSTI PREFERENZIALI PER I MODENESI

Respinto dal Consiglio un ordine del giorno presentato in aula da Galli (An).
Il Consiglio comunale ha respinto con il voto contrario della maggioranza e del gruppo indipendente un ordine del giorno che chiedeva di dare preferenza alle giovani coppie modenesi nei criteri per le assegnazioni delle case popolari. La mozione, il cui primo firmatario era Sergio Celloni dell’Udc, è stata presentata in aula da Andrea Galli di Alleanza Nazionale. “Molti modenesi hanno la sensazione di essere sorpassati dai cittadini di origine straniera nelle graduatorie per le case popolari”, ha spiegato Galli: “in effetti la sproporzione è sbalorditiva e vorremmo capire con quali criteri si fanno le assegnazioni”. “Se i cittadini italiani non hanno i requisiti per ottenere i posti forse è perché non sono altrettanto indigenti degli stranieri”, ha affermato Achille Caropreso, del gruppo indipendente, annunciando il proprio voto contrario. “Bisogna rispettare i diritti, a partire dal concetto di famiglia in tutti i suoi aspetti, e in particolare la famiglia composta da un ragazzo e da una ragazza, sulla base della quale si può far crescere la società”, ha ribattuto Sergio Celloni: “non vogliamo fare distinzioni di razza, né discriminazioni, ma partiamo dalle nostre famiglie, dando ai nostri un minimo di sentimento di privilegio”. “Nel parco abitazioni di edilizia popolare la domanda supera abbondantemente l’offerta”, ha ricordato Teodoro Vetrugno dei Ds: “gli alloggi vengono assegnati sulla base di due requisiti, reddito e composizione del nucleo familiare, e introdurne altri potrebbe portare a gravi iniquità”. “Noi abbiamo un’altra cultura e facciamo due figli al massimo, mentre gli stranieri, soprattutto islamici, di figli ne fanno anche 5”, ha replicato Mauro Manfredini della Lega Nord: “credo sarebbe interessante introdurre un punteggio aggiuntivo legato agli anni di residenza sul territorio e al tempo di attesa nelle liste per l’assegnazione, come ha fatto l’amministrazione di centro destra del comune di Bondeno”. “Il problema di oggi è la precarietà”, ha ricordato Ubaldo Fraulini dei Ds: “per cui i giovani non riescono a costruirsi delle prospettive. Oggi bisogna affrontare seriamente la politica per la casa, dall’edilizia residenziale pubblica a quella convenzionata, sovvenzionata e agevolata. Comunque servono pari diritti e pari doveri per tutti”. “Abitazioni e case popolari stanno molto a cuore a italiani e stranieri”, ha affermato Bueno Kindelan Liubetsi della Consulta stranieri: “ringrazio Galli per questo importante dibattito su questo tema, ma ho sentito anche qualche argomentazione a mio parere non pertinente”. “Cerchiamo di evitare di scatenare guerre tra poveri”, ha sottolineato Antonio Maienza dell’Udeur: “anche nella ricca Modena si fa strada questa fascia grigia di famiglie a basso reddito. Le famiglie devono essere sempre più al centro delle politiche del nostro Comune”. “Negli ultimi 30 anni, nonostante la popolazione non sia cresciuta, è aumentato il numero delle abitazioni in città. Eppure ci sono condomini contenitori come il Lambda, il Windsor o l’R Nord in cui si pagano affitti esagerati e i bambini vanno tenuti segregati in casa per i pericoli che corrono”, ha sostenuto Dante Mazzi di Forza Italia. “Forse sarebbe interessante riproporre un’esperienza come quella del quartiere Sacca, nato con il contributo della Fiat trattori”. L’assessore alla Casa Francesca Maletti è intervenuta nel dibattito ringraziando Galli per avere proposto la mozione, ma spiegando che “dei criteri abbiamo discusso nel dicembre dell’anno scorso dei criteri e non vedo grosse novità. Gli alloggi di edilizia residenziale pubblica sul territorio sono circa 2004, ma nel 2006 sono state solo 95 le nuove assegnazioni. Ci stiamo attivando con la Regione per modificare la legge: la casa popolare deve essere uno strumento temporaneo, per bisogni di breve periodo. Una famiglia in cui entrambi gli adulti lavorano supera facilmente i parametri fissati per il reddito. Per quanto riguarda la proposta di Manfredini, il criterio di assegnare la casa, a parità di punteggio, a chi ha fatto domanda da più tempo è stato già introdotto lo scorso dicembre”. L’assessore ha inoltre precisato che l’intervento che meglio può rispondere ai bisogni della cosiddetta fascia grigia è l’Agenzia per la casa, che infatti ha già assegnato a giovani coppie circa una trentina di appartamenti. “A Modena le famiglie sono sempre più piccole e il 27% sono formate da un’unica persona, per questo ci sono più case a parità di popolazione. So che sono risposte parziali”, ha concluso Francesca Maletti, “ed è vero che le famiglie fanno fatica”. Il consigliere di Forza Italia Ivo Esposito ha protestato ricordando le difficoltà delle famiglie: “se lavorando entrambi guadagnano 2000 euro, in una famiglia con figli, una volta sottratte le spese come affitto o asilo nido, rimangono non più di 500 o 600 euro: come si può campare con cifre come queste?”. Alvaro Colombo di Rifondazione Comunista ha messo in evidenza che “esiste il rischio di una guerra tra poveri. Purtroppo nel settore edilizio si è lasciato fare tutto al mercato, mentre servirebbe un investimento a livello nazionale sull’edilizia pubblica. In ogni caso, non è pensabile fare distinzioni tra cittadini autoctoni e no, i criteri devono essere quelli legati al reddito e alle altre condizioni di bisogno”. Enrico Artioli della Margherita ha concluso il dibattito affermando che “l’istanza pone comunque una preoccupazione giusta, perché i bisogni delle giovani coppie sono importanti. Il Comune mette in campo tante azioni per il diritto alla casa, ma servono risorse statali per dare un alloggio alle famiglie che non riescono ad averne uno di proprietà”.

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