Se non li faranno i proprietari interverrà direttamente l'amministrazione comunale.
I proprietari delle aree occupate da distributori di carburante dismessi (cinque in città) dovranno realizzarvi parcheggi o autorimesse. Se non lo faranno l’amministrazione comunale interverrà direttamente progettando gli interventi e avviando le procedure di esproprio. Lo ha fatto sapere l’assessore all’Urbanistica Daniele Sitta rispondendo ad un’interrogazione consiliare presentata da Modena a Colori. Il consigliere Paolo Ballestrazzi aveva sottolineato “lo stato di abbandono in cui si trovano le aree nonostante siano recintate”, citando in particolare l’ex distributore di viale Don Minzoni che potrebbe essere riutilizzato come parcheggio. Aveva quindi chiesto all’amministrazione se esistessero “altri progetti con altre destinazioni d’uso”. Sitta ha ricordato che dal 1996 una norma consente ai proprietari di realizzare parcheggi e autorimesse nelle aree degli impianti di carburante dismessi, ma che per ora nessuno dei proprietari si è mosso in questa direzione, “probabilmente auspicando per le stesse aree una destinazione di tipo residenziale o terziario”. “Con la variante al Prg adottata in Consiglio comunale lo scorso 19 marzo – ha affermato l’assessore - sono stati inseriti miglioramenti alla norma per sollecitare l’iniziativa privata, ma è anche stata introdotta la possibilità di un intervento pubblico per la realizzazione dei previsti parcheggi e garages. In ogni caso, prima d’intervenire l’amministrazione riprenderà i contatti con i proprietari per verificare la possibilità di un intervento d’iniziativa privata. Per quanto, invece riguarda lo stato di abbandono delle aree – ha concluso Sitta - il Comune purtroppo non ha molto potere, non sussistendo problemi di salute pubblica”. Il consigliere Ballestrazzi si è dichiarato insoddisfatto della risposta poiché “non chiedevamo una dichiarazione d’intenti, bensì se l’amministrazione avesse un piano su quelle aree” ha affermato e ha quindi aggiunto: “Se l’amministrazione fosse molto chiara, probabilmente i privati si darebbero una mossa; infine, è vero che il Comune non può molto, ma potrebbe almeno intervenire sulle aree dove viene praticato spaccio di sostanze stupefacenti”.
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