07/05/2007

IN CONSIGLIO COMUNALE SI DISCUTE DI CULTURA

Il dibattito consiliare sulle Linee di indirizzo presentate dal vice sindaco Lugli.



L’approvazione delle linee progettuali di indirizzo su “gli Stati Generali della Cultura” (che, lo ricordiamo, non ha registrato voti contrari), presentata in Consiglio comunale lo scorso giovedì dal vice sindaco Mario Lugli, è stata preceduta da un partecipato dibattito.
“Ben vengano gli Stati Generali in una città dove non manca l’offerta culturale ma piuttosto si avverte la necessità di metterla in rete, una funzione di collante che può quindi essere svolta dagli Stati Generali – ha affermato Achille Caropreso (Gruppo Indipendente) – che nel suo intervento ha ricordato alcuni dei “tesori” culturali presenti in città ma poco conosciuti dalla gran parte dei modenesi, come “il patrimonio artistico librario della Fondazione Cassa di Risparmio, il bagaglio culturale di cui è portatrice l’Accademia di Lettere e Scienze d’Arti, il piccolo tesoro bibliografico custodito presso il Seminario cittadino e quelli presso le sedi metropolitane della Curia”. Per Enrico Artioli (Margherita) “Lo sviluppo della cultura e della ricerca sono le premesse per lo sviluppo della civiltà, come sottolineato nella Costituzione. Anche gli Enti locali hanno un ruolo importante, ma la cultura non è una potestà del Comune bensì una ricchezza condivisa, quindi l’ente locale promuove ma non si sovrappone a quanto esiste”. Inoltre, secondo Artioli – “Gli aspetti sono tanti, ma il primo obiettivo da tenere presente sono i cittadini, primario diventa quindi il ruolo della scuola e dell’istruzione”. Il progetto presentato dall’assessore alla Cultura convince anche Giorgio Prampolini (Ds) che sottolinea l’importanza di “una lettura culturale dal punto di vista antropologico, fondamentale per rafforzare l’identità, sempre in movimento, della città”. “In molti – aggiunge Prampolini - condividiamo infatti l’importanza delle politiche culturali in un contesto multiculturale come il nostro che richiede strumenti di conoscenza sempre più adeguati. In questo quadro l’azione dell’amministrazione è fondamentale a livello di regia, sono quindi necessarie politiche pubbliche che non siano però autoreferenziali, né legate a settori particolari”. Per Giancarlo Montorsi “la proposta è molto interessante, ma occorre entrare nel merito: il problema è capire come è possibile da parte delle istituzioni ampliare la capacità di lettura critica della realtà anche attraverso gli strumenti della cultura. Spesso le istituzioni si impegnano in una promozione culturale che si esprime in linguaggi specifici e c’è una sproporzione tra questa offerta, pur importante, e la promozione della conoscenza di quegli stessi linguaggi. In questa città ancora poco si investe nei laboratori che non piacciono agli sponsor, ma permettono di conoscere gli strumenti. Promuovere eventi porta a guardare la cultura soprattutto come consumatori, quindi restiamo in attesa di sapere in quale direzione si intende operare delle scelte”. Olga Vecchi (Forza Italia) sottolinea anche “l’importanza di valorizzare, come hanno già fatto felicemente altre realtà, i resti archeologici che via via stanno emergendo in città, nonché le energie locali che troppo spesso sono trascurate: gli artisti locali ma anche il patrimonio di circoli e associazioni che fanno cultura di buon livello a livello cittadino, anche se spesso sono poco conosciuti”. Infine, la consigliera rimarca “la necessità di coinvolgere i cittadini in un progetto concreto, anche più chiaro di quello presentato, ed invita ad andare avanti sulla strada intrapresa”. Antonio Maienza (Udeur) trova “particolarmente interessanti i contenuti del documento illustrato dall’assessore” e aggiunge: “Per raggiungere i risultati illustrati il tema della regia è fondamentale e deve essere una regia a cui partecipano non solo il Comune, ma tutti i soggetti interessati, le risorse dei quali sono fondamentali per fare cultura”. Il consigliere accenna anche al tema dei complessi ex Amcm e Fonderie: “Occorre preparare un progetto culturale per questi contenitori. Il tema è complesso ma dobbiamo pensare al futuro con la creatività che ci contraddistingue quindi coinvolgendo anche l’Università” e sollecita, infine, “un mix pubblico-privato per rispondere adeguatamente alla necessità di risorse”. “La cultura non è un optional ma un elemento costitutivo nel nostro sistema di welfare” per Giuseppe Campana (Ds) che, partendo da questa premessa, invita ad elaborare una mappa ragionata di quanto esiste sul territorio modenese e sottolinea alcuni punti “su cui gli Stati Generali dovranno fare chiarezza, come il rapporto pubblico-privato e il rapporto tra l’hardware (biblioteche, musei…) e il software (iniziative, macro e micro eventi) della cultura. Infine gli Stati Generali potranno fare chiarezza sui luoghi e i soggetti della creatività e della espressività, e ancora sulla dimensione internazionale che può avere la nostra cultura valorizzando la sua dimensione europea”. L’assessore alle Politiche giovanili Elisa Romagnoli dà voce al variegato mondo giovanile modenese “organizzato nell’associazionismo e capace anche di unirsi in taluni casi per farsi portavoce di proposte”. L’assessore, inoltre, sottolinea “l’importanza della dimensione laboratoriale” e parla di “una dimensione culturale giovanile viva” oltre che “della necessità di valorizzare i giovani talenti dando loro anche lo spazio fisico di cui sentono principalmente la necessità”. Ivo Esposito (FI) ricorda, invece, che il termine “Stati Generali” nasce nell’ambito della Rivoluzione francese e ne conclude che: “se parliamo di Stati Generali come di un esercizio di democrazia dobbiamo farlo fino in fondo e dare spazio a tutti coloro che vogliono fare o parlare di cultura, in caso contrario contribuiremo a fare cultura classista”. Il consigliere quindi rivendica il ruolo della cultura popolare e invita a “non dare alcuna connotazione politica ma solo indirizzi sociali”. Eugenia Rossi (Ds) richiama “il legame oggi più che mai forte tra la cultura e il mercato, soprattutto la cultura nelle sue forme espressive”, ma sottolinea anche che una mediazione è possibile: “abbiamo innanzitutto bisogno di una nuova legge nazionale sulla cultura, deve intervenire il Ministero per i Beni culturali e occorre una nuova politica degli sgravi fiscali”. E per quanto riguarda la dimensione locale afferma: “Toccherà all’assessore fare scelte dolorose e impopolari, perché occorre fare scelte meritocratiche e i soldi sono pochi. Occorrerà non confondere la cultura con il tempo libero, poiché tante associazioni non fanno cultura ma coltivano il tempo libero e l’assistenzialismo, anche alle associazioni, non porta a niente. I talenti crescono in un terreno fertile e abbiamo bisogno di maestri veri, quindi chiedo all’assessore un impegno forte alla razionalizzazione”. Baldo Flori (Modena a Colori) non condivide il titolo dell’iniziativa “abusato e sfortunato” e precisa: “Temiamo sia la solita fumosa iniziativa che mira solo ad arrivare alla prossima legislatura; ci pare più che altro il tentativo di dare una risposta a critiche più o meno esplicite già emerse e ci chiediamo se questo convegno porterà all’elaborazione di un piano strategico per città”.
Mentre per il sindaco Giorgio Pighi i due atteggiamenti di fondo emersi dal dibattito riflettono quelli presenti in città. “Modena – spiega il Sindaco - ha una produzione artistica e culturale non comune ad altri luoghi; molte altre città, attraverso iniziative ed eventi, ottengono risultati indubbiamente interessanti in termini di visibilità, ma è questo il risultato a cui vogliamo tendere? La nostra specificità è data da una produzione locale capace di dar vita a personalità importanti dal punto di vista delle personalità artistiche e dei saperi; su queste basi si è costruito un terreno culturale in grado di dare grandi contributi, basti pensare a cosa significano i nostri musei, la Galleria estense, la Galleria d’arte moderna, la biblioteca Delfini. Ma è anche importante che ci siano tante associazioni locali che giustamente pongono le loro richieste”. Infine il Sindaco ha sottolineato il prestigio e l’importanza delle fondazioni presenti a Modena e ha rivendicato per l’amministrazione comunale il ruolo di raccordare tutte le realtà esistenti sul territorio.
Al vice sindaco Mario Lugli sono spettate le conclusioni. “La proposta che abbiamo fatto – ha detto l’assessore alla Cultura - è di ordine generale, metaculturale perché vuole ragionare su questa materia. Innanzitutto, ha ragione chi ha sottolineato che non ci rendiamo conto dei giacimenti culturali presenti in città, frutto di una lunga e ricchissima storia. E’ anche vero che questo progetto intende essere frutto di una partecipazione di soggetti anche stranieri, organizzati in associazioni presenti in città, e non posso che condividere anche il richiamo ai laboratori. Inoltre, anch’io ritengo che ci sia una certa frenesia intorno agli eventi, che comunque non può essere giudicata del tutto negativamente, testimoniando un consumo culturale di massa che va valutato in modo positivo. Infine, ho definito l’operazione che ci accingiamo a fare per così dire ‘politica’ perché c’è dentro una ricerca di condivisione con tutte le forze presenti in città”.

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