08/05/2007

FAMILY DAY, TRE MOZIONI IN CONSIGLIO COMUNALE

Approvato l'ordine del giorno di Ds e Margherita, respinti i due presentati da Forza Italia e da Sdi, Rifondazione, Società civile, Verdi.
Il Consiglio comunale di Modena si è espresso ieri, dopo due ore di dibattito, su tre ordini del giorno sul tema del family day, la manifestazione in programma sabato 12 maggio, e delle giornate dell’orgoglio laico in programma per la stessa data.
È risultato approvato l’ordine del giorno presentato dai consiglieri Artioli (Margherita – L’Ulivo) e Andreana (Ds – L’Ulivo) che, riconoscendo l’importanza di tutelare le famiglie ma anche i diritti delle persone, chiede che alle politiche per la famiglia messe in atto a livello locale e nazionale venga dedicato uno specifico momento informativo in Consiglio comunale. Sulla mozione si sono espressi a favore i consiglieri dei gruppi Ds e Margherita, ad eccezione di Isabella Massamba e Giorgio Prampolini che hanno scelto l’astensione. Astenuto anche Achille Caropreso del gruppo indipendente, mentre i consiglieri dei gruppi di Rifondazione, Sdi, Società civile e Verdi non hanno partecipato al voto. Contrari tutti i gruppi di opposizione: An, Forza Italia, Lega nord, Modena a colori e Udc.
È stato invece respinto l’ordine del giorno presentato dal capogruppo di Forza Italia Andrea Leoni, che chiedeva l’adesione del Comune di Modena al family day. Su questa mozione hanno votato a favore i consiglieri di An, Forza Italia, Lega nord e Udc, hanno votato contro Ds, Margherita, Modena a colori, Rifondazione comunista, Sdi, Società civile e Verdi. Antonio Maienza dell’Udeur si è astenuto e Achille Caropreso non ha partecipato al voto.
Respinta anche la mozione dei gruppi consiliari Sdi, Rifondazione, Società civile e Verdi, che chiedeva l’adesione del Consiglio comunale alle giornate dell’orgoglio laico, per ricordare il referendum sul divorzio del 1974 e rilanciare la laicità dello stato. Su questa si sono espressi a favore, oltre ai firmatari, anche i consiglieri di Modena a colori e Isabella Massamba dei Ds. William Garagnani, Giorgio Prampolini e Ercole Toni dei Ds si sono astenuti, Ubaldo Fraulini e il sindaco Pighi non hanno partecipato al voto. Hanno invece votato contro gli altri consiglieri Ds, An, Forza Italia, gruppo indipendente, Lega Nord, Margherita, Udc e Udeur.
“Abbiamo presentato un ordine del giorno pacato e sereno, per difendere la famiglia tradizionale come sancito dalla Costituzione”, ha detto Andrea Leoni dopo avere dato lettura dell’Ordine del giorno di Forza Italia, mentre Enrico Artioli ha presentato la mozione Ds Margherita ricordando che “la famiglia è la cellula fondamentale della società, il luogo in cui si disegna la nostra identità. A mettere in crisi la famiglia non è il riconoscimento di diritti e doveri alle altre forme di convivenza, sul quale deciderà il parlamento, ma la volgarità imperante nei media e il ritmo di vita disumano al quale spesso siamo costretti”. Sergio Rusticali ha letto l’ordine del giorno sulle giornate dell’orgoglio laico commentando che “non si può fare finta di niente di fronte a una spinta restauratrice in atto nel nostro paese, e di fronte a gerarchie ecclesiastiche che anziché farsi portatrici di rivendicazioni sociali pongono veti sui diritti individuali”. Dopo la presentazione delle mozioni, Andrea Leoni ha poi aperto il dibattito deprecando “il tentativo mal riuscito di conciliazione dell’ordine del giorno presentato da Artioli” e apprezzando invece “il coraggio di presentare le proprie opinioni, che pure non condividiamo, sull’orgoglio laico. Siamo contrari ai Dico”, ha proseguito Leoni, “perché i diritti della coppia sono legati al matrimonio, e i Dico sono un cavallo di troia per consentire agli omosessuali i matrimoni prima e le adozioni poi”. Mauro Manfredini della Lega Nord ha affermato che “se una volta la sinistra inseguiva l’uguaglianza, ora insegue la differenza, senza preoccuparsi dei giovani che non sanno scegliere, investono poco, sono conformisti. Ma noi della Lega non ci arrendiamo, perché crediamo che la bassa natalità non sia un segno di progresso e che la famiglia naturale sia quella eterosessuale con figli”. Fausto Cigni dei Ds ha sottolineato che “il family day avrebbe in realtà dovuto chiamarsi no Dico day, e che se i consiglieri di opposizione sono contrari ai diritti dei conviventi dovrebbero convincere anche i loro parlamentari a privarsene, visto che i regolamenti del Parlamento equiparano già matrimoni e coppie di fatto”. Achille Caropreso del Gruppo indipendente ha ribadito che “il family day ha senso nel momento in cui è una difesa concreta delle famiglie e dei loro bisogni, ma perde di significato se diventa una mera celebrazione della famiglia, un luogo nel quale a volte si tutela soltanto l’ipocrisia”. “Non c’è alcuna esigenza sociale di istituti diversi dalla famiglia”, ha detto Adolfo Morandi, “e i Dico non sono che un paravento ideologico per svuotare di significato il matrimonio eterosessuale e monogamico”. “Quella del Vaticano è una presenza ingombrante che porta allo scontro tra laici e cattolici, mentre quello che servirebbe al paese sono leggi durature che sostengano le famiglie nella sostanza”, ha affermato Isabella Massamba, mentre Alberto Caldana ha difeso l’ordine del giorno Ds - Margherita ricordando che “in modo pragmatico mette la famiglia al centro delle nostre politiche, chiede un momento per discutere di cosa si fa per loro. Il nostro percorso per costruire una nuova forza politica è più profondo e serio di quanto crediate”. Giorgio Prampolini ha parlato di “un’aria avvelenata e irrespirabile, che in passato non si respirava grazie all’impegno laico e democratico di molti cattolici. La protesta di sabato è contro i Dico, come Pezzotta ha detto chiaramente, e la strumentalizzazione della piazza da parte della destra non ha nulla a che fare con la difesa della famiglia”. Paolo Ballestrazzi si è rivolto ironicamente ai consiglieri Ds chiedendo se gli incontri del nascente Partito democratico si apriranno con la celebrazione della santa messa, ha spiegato la sua adesione all’ordine del giorno sull’orgoglio laico e ha ripreso le affermazioni di Alberto Caldana ricordando che “lei un anno fa presentò un’interpellanza al sindaco criticando le politiche per la famiglia di questa Amministrazione. Evidentemente in quest’anno l’Amministrazione ha fatto cose così mirabolanti da conquistare la sua fiducia”. “Questo argomento tocca profondamente le concezioni che ciascuno di noi ha della vita”, ha ricordato Rosa Maria Fino, “ma sono contenta che i toni in quest’aula siano stati diversi da quelli dell’Osservatore romano o dell’Avvenire, che chiamano terroristi e assassini coloro che esercitano il proprio diritto di critica”. “Tutelare il matrimonio non impedisce di disciplinare i diritti delle persone che convivono”, ha affermato Giuseppe Campana: “più che grandi proclamazioni di ideali e di principi servono azioni politiche umili e concrete, che vadano nella direzione di tutelare laicamente la famiglia, come ci hanno insegnato maestri quali Ermanno Gorrieri”. “Quale concetto di famiglia può emergere da parlamentari come Grillini e Luxuria?”, si è chiesto Celloni: “quello che si deve fare è far rispettare le regole sulle quali la società si fonda, tutelare la persona umana fin dalla gestazione e rimuovere gli ostacoli all’effettiva parità tra uomo e donna”. “Quella sui Dico è una buona legge, perché non si limita alle relazioni sentimentali ma consente di riconoscere diritti anche ad altre forme di convivenze parentali, come quelle tra sorelle”, ha detto il vice sindaco Mario Lugli: “e comunque se in Italia c’è stato un partito laico, quello era la Democrazia Cristiana”. “Per la prima volta abbiamo un governo che lavora in concreto per i diritti delle famiglie e delle persone”, ha affermato Alvaro Colombo di Rifondazione, “e invece assistiamo a strumentalizzazioni come quelle del family day. Le gerarchie ecclesiastiche non possono imporre valori e principi, e il fondamentalismo cattolico non appartiene alla storia del nostro paese”. “L’idea che mi viene dopo gli interventi dei colleghi è che sui valori e sulle idee di fondo questa maggioranza non tiene”, ha detto Antonio Maienza dell’Udeur, “comunque, la proposta Bindi Pollastrini presenta profili di illegittimità e incostituzionalità secondo molti giuristi”. “Dobbiamo ribadire l’importanza del rispetto, della libertà di espressione e dei diritti civili che oggi più che mai sono nel mirino dei teodem e delle gerarchie ecclesiastiche”, ha sostenuto Mauro Tesauro dei Verdi, mentre il presidente Ennio Cottafavi ha ricordato che “le note della Cei e il cardinale Bagnasco hanno fatto richiamo alla responsabilità e alla coscienza individuale senza intenti costrittivi. Quello che è necessario è saper leggere i cambiamenti sociali e tenerne conto nelle politiche sociali ed educative”. “C’è un deficit di complessità”, ha affermato Eugenia Rossi dei Ds, “ e siamo arrivati a uno dei mali della politica italiana, la tifoseria, come se avesse senso schierarsi tra chi è a favore e chi è contro la famiglia. Dobbiamo difendere la democrazia e i diritti, e nel fare le leggi non ha senso ignorare situazioni di fatto che riguardano tanti cittadini”. “Si parla di famiglia come unita dal matrimonio religioso, ma esiste anche il matrimonio laico”, ha ricordato Ivo Esposito di Forza Italia: “e poi non facciamo finta di non vedere che quello che in realtà impedisce ai giovani di sposarsi è un problema economico e non formale”. “Sono convinto che la discussione sia importante, anche all’interno di una stessa forza politica”, ha aggiunto Michele Andreana, capogruppo Ds, “e credo che il nostro ordine del giorno abbia fissato in modo molto chiaro concetti e principi della nostra impostazione unitaria”. “Siamo contenti che il nostro ordine del giorno abbia stimolato una feconda discussione anche in seno alla maggioranza”, ha aggiunto Sergio Rusticali, mentre il Sindaco ha concluso il dibattito ribadendo che “rispetto reciproco e pluralismo sono capisaldi della nostra Costituzione. All’interno di questo impianto democratico è stato possibile confrontarsi su temi come il divorzio e l’aborto. Servono sintesi alte, e patti che affermino i diritti senza urtare la sensibilità degli altri”.

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