Trasmettiamo una lettera di Simona Arletti, assessore al Decentramento, in merito al delicato ruolo che svolgono le circoscrizioni cittadine come parte integrante del governo territoriale
Mi chiamo Simona Arletti, ho 42 anni, sono sposata e ho due figli. Sarei una maestra elementare ma il Sindaco mi ha chiesto di entrare nella sua squadra di Giunta. Pighi mi ha offerto varie deleghe tra cui una che mi appassiona moltissimo: il decentramento. Forse perché nella scorsa legislatura ho svolto il ruolo di Presidente del consiglio di una circoscrizione con più di 50 mila abitanti. Modena, città da cui proviene il Ministro Santagata, conta quasi 180 mila abitanti, già da anni si è organizzata in quattro circoscrizioni che hanno dimensioni medie pari a città importanti della Provincia. Non mi sono mai sentita un peso e un costo della politica, ma una risorsa per la democrazia, perché vivo il mio impegno politico come servizio alla collettività. Mi entusiasma l’idea di poter ascoltare i problemi concreti delle persone e cercare con loro gli strumenti per rispondere ai bisogni. Ammetto che anche il fatto di mantenere una mia professione, a cui tornerò finito il mandato, mi rende “libera” di vivere questa esperienza senza preoccupazioni per il mio futuro personale.
Modena ha ospitato il 4 e 5 maggio scorso un convegno nazionale su Decentramento e Partecipazione, concluso dal sottosegretario Pajno che sta lavorando alla Nuova carta delle autonomie locali, per riflettere su un’esperienza che da noi compie 40 anni e per lanciare un messaggio chiaro al legislatore nazionale: nella ridefinizione dei livelli e delle competenze istituzionali di Regioni, Province, Comuni e Città metropolitane non può mancare un pensiero sulle Circoscrizioni comunali, come parte di un governo territoriale integrato che vuole investire in democrazia, partecipazione e coesione sociale.
Tutti si lamentano del distacco dei cittadini dalle istituzioni, della sempre minor capacità dei partiti di raccogliere e filtrare istanze, poi però ci si “scaglia” contro un’istituzione che ha proprio il compito di cerniera tra i cittadini e l’amministrazione, di cui è parte, ne conosce limiti ma anche potenzialità legate al territorio.
In una realtà sempre più difficile per gli stravolgimenti demografici che stiamo vivendo e per la frammentarietà degli interessi rappresentati, la circoscrizione può e deve essere motore di partecipazione ma anche interprete della complessità per costruire risposte sostenibili e partecipate. Davvero pensiamo che siano un inutile e costoso orpello in città con meno di 250 mila abitanti, quando anche le città medie debbono confrontarsi con nuovi cittadini da integrare, anziani da non lasciare soli, territori da riprogettare e occupare per garantire più sicurezza, servizi socio-sanitari da ripensare, arredi da curare per evitarne il degrado?
Governare oggi è complesso, farlo senza un vero rapporto di corresponsabilità coi cittadini è per me impossibile. Esistono realtà in cui i consiglieri circoscrizionali, primo livello istituzionale, vivono dell’indennità di funzione? Allora iniziamo a darci regole di comportamento più severe! Non facciamo di tutte le erbe un fascio. Includere i costi delle circoscrizioni nel ragionamento dei costi della politica, come se potessero essere elemento dirimente, è un po’ come vedere il mondo da un buco della serratura. Dobbiamo ampliare la visuale ed essere capaci di discernere e colpire l’uso personale della politica. Non cancelliamo istituzioni che - per la mia esperienza – formano (come ormai i partiti difficilmente fanno) figure di amministratori locali attenti ai problemi dei cittadini e al bene comune. Si, le Circoscrizioni possono essere come diceva la prima Assessora al decentramento di Modena nel 1967 “palestra di democrazia “ e io aggiungo luogo di buona politica.
Simona Arletti – Assessora agli affari generali, decentramento, politiche per la salute e pari opportunità del Comune di Modena
Modena ha ospitato il 4 e 5 maggio scorso un convegno nazionale su Decentramento e Partecipazione, concluso dal sottosegretario Pajno che sta lavorando alla Nuova carta delle autonomie locali, per riflettere su un’esperienza che da noi compie 40 anni e per lanciare un messaggio chiaro al legislatore nazionale: nella ridefinizione dei livelli e delle competenze istituzionali di Regioni, Province, Comuni e Città metropolitane non può mancare un pensiero sulle Circoscrizioni comunali, come parte di un governo territoriale integrato che vuole investire in democrazia, partecipazione e coesione sociale.
Tutti si lamentano del distacco dei cittadini dalle istituzioni, della sempre minor capacità dei partiti di raccogliere e filtrare istanze, poi però ci si “scaglia” contro un’istituzione che ha proprio il compito di cerniera tra i cittadini e l’amministrazione, di cui è parte, ne conosce limiti ma anche potenzialità legate al territorio.
In una realtà sempre più difficile per gli stravolgimenti demografici che stiamo vivendo e per la frammentarietà degli interessi rappresentati, la circoscrizione può e deve essere motore di partecipazione ma anche interprete della complessità per costruire risposte sostenibili e partecipate. Davvero pensiamo che siano un inutile e costoso orpello in città con meno di 250 mila abitanti, quando anche le città medie debbono confrontarsi con nuovi cittadini da integrare, anziani da non lasciare soli, territori da riprogettare e occupare per garantire più sicurezza, servizi socio-sanitari da ripensare, arredi da curare per evitarne il degrado?
Governare oggi è complesso, farlo senza un vero rapporto di corresponsabilità coi cittadini è per me impossibile. Esistono realtà in cui i consiglieri circoscrizionali, primo livello istituzionale, vivono dell’indennità di funzione? Allora iniziamo a darci regole di comportamento più severe! Non facciamo di tutte le erbe un fascio. Includere i costi delle circoscrizioni nel ragionamento dei costi della politica, come se potessero essere elemento dirimente, è un po’ come vedere il mondo da un buco della serratura. Dobbiamo ampliare la visuale ed essere capaci di discernere e colpire l’uso personale della politica. Non cancelliamo istituzioni che - per la mia esperienza – formano (come ormai i partiti difficilmente fanno) figure di amministratori locali attenti ai problemi dei cittadini e al bene comune. Si, le Circoscrizioni possono essere come diceva la prima Assessora al decentramento di Modena nel 1967 “palestra di democrazia “ e io aggiungo luogo di buona politica.
Simona Arletti – Assessora agli affari generali, decentramento, politiche per la salute e pari opportunità del Comune di Modena
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