Delibera accolta in modo sicuramente positivo pur con alcune perplessità dell'opposizione e raccomandazioni della maggioranza su utilizzo delle aree dismesse.
La delibera d’indirizzo relativa all’individuazione di una nuova collocazione per sette campi da calcio comunali non ha registrato pareri contrari durante il dibattito in Consiglio comunale. Da parte dell’opposizione sono state espresse alcune perplessità; unanimi e molto positivi i pareri e le considerazioni espresse dalla maggioranza pur con alcune sottolineature.
Apre il dibattito la consigliera Olga Vecchi (FI) che rileva “l’importanza di ridare al calcio la sua dignità e di abituare i bambini a fare sport, una funzione di cui anche il Comune deve farsi garante”. La consigliera si dice però preoccupata in merito “alle aree individuate per i nuovi campi che verranno a trovarsi circondati da case, visto l’allargamento delle zone residenziali”. Altra preoccupazione espressa dalla consigliera riguarda il reperimento dei finanziamenti necessari ad un’operazione di così vasta portata. Anche il collega di partito Mario Tamburi (FI) pone l’accento sul problema formulando che “l’autofinanziamento” di cui parlava Marino possa nascere dalla conversione in edilizia residenziale, e quindi dalla vendita, dei terreni dei campi dimessi.
Pure Sergio Celloni (Udc) esprime perplessità sull’opportunità di alienare i campi di proprietà comunale “che costituiscono per la città dei polmoni verdi in zone densamente abitate” e va oltre chiedendosi: “C’è veramente bisogno di questi campi da calcio, giacché ne esistono parecchi altri di non comunali?”, e quindi propone di realizzare invece una piscina.
La parola passa all’opposizione con Gino Montecchi (Ds) che dopo aver richiamato la violenza che si sviluppa intorno al calcio dei professionisti e la necessità di recuperare i valori su cui si deve fondare lo sport, rimarca l’importanza e il valore che i campi da calcio hanno per i ragazzi modenesi e quindi per l’intera città: “I sette campi coinvolgono 1600 bambini e non sono più adeguati alla loro funzione. Quando sono stati creati hanno portato ad una diffusione dell’attività calcistica, ma per rendere l’idea di come sono ridotti oggi basta pensare che al campo Botti, in via Cesare Costa, gli spettatori stanno in strada; vi giocano 900 bambini, ma non esiste il campo d’allenamento e gli spogliatoi sono del tutto insufficienti. Se vogliamo che lo sport conservi l’ampia diffusione che ha nella nostra città, dobbiamo prenderci in carico questa situazione. Ecco perché spero che su questa delibera sia unanime il consenso”.
“L’inadeguatezza dei campi nel rispondere alle normative attuali” è stata rilevata anche da Sergio Rusticali (Sdi) che afferma: “E’ quindi obbligata questa scelta. I nuovi campi si sposteranno verso la periferia ma sostanzialmente restano nel perimetro della città e avranno quindi a disposizione spazi ampi; potranno in tal modo dare risposte ad un numero ancora più alto di ragazzi. Inoltre le risorse liberate dall’alienazione dei vecchi campi saranno reinvestite per lo sport e per l’intera collettività. Per Antonio Maienza (Udeur) “si tratta di una delibera importante per il Comune perché la ricollocazione dei sette campi da calcio realizzerà una vera e propria riorganizzazione della pratica sportiva. Questi campi si trovano ormai in zone ad alta densità demografica e saranno spostati per lo più in poli sportivi già esistenti migliorando in tal modo la fruizione della pratica sportiva”. Secondo Danilo Bassoli (Ds) la delibera è anzi “ancor più condivisibile di quella relativa alla ristrutturazione del Braglia, perché la pratica sportiva è una scuola di vita intorno a cui gravitano alcune migliaia di famiglie. Ovviamente ci vuole però equilibrio nella riconversione di quelli che saranno i siti alienati che dovranno rispondere ad esigenze diverse di servizi e spazi”.
“Ben venga qualsiasi provvedimento in grado di migliorare la pratica sportiva in città” dice Michele Barcaiuolo (An) che però manifesta perplessità: “non posso votare a favore della delibera, a meno che i campi alienati non siano lasciati ad area verde o destinati ad altre pratiche sportive. Inoltre, credo che in alcuni casi, non in tutti, ci fosse lo spazio per fare gli interventi d’adeguamento alle normative; penso che il Comune abbia fatto un operazione legittima, anche se non condivisibile, di speculazione immobiliare”.
E’ l’assessore all’Urbanistica Daniele Sitta a ribattere sottolineando “l’attenzione e l’equilibrio che l’amministrazione metterà nella riconversione delle aree liberate” e precisando: “Non si tratta di speculazione immobiliare ma d’autofinanziamento. Alcune aree sono già state destinate da anni a zone Peep e Piip, altre ancora saranno destinate a servizi, ma le destinazioni saranno discusse di volta in volta attraverso i singoli piani particolareggiati proposti al Consiglio”.
L’assessore Antonino Marino mette l’accento sul fatto che il progetto “si autofinanzierà, ma che parte delle risorse ricavate dalle vendite saranno usate anche per altre infrastrutture”. Inoltre, insiste sulla “responsabilizzazione dell’amministrazione comunale nei confronti del Consiglio ma anche delle società sportive che sono in attesa che il progetto vada avanti celermente: l’auspicio è di arrivare ad inaugurare alcuni di questi campi entro l’attuale legislatura”.
“Sulla riutilizzazione dei siti storici, soprattutto per quelli la cui destinazione non è ancora stata vincolata – ha detto Mauro Tesauro (Verdi) in sede di dichiarazioni di voto – chiederemo un confronto aperto all’assessore. Confidiamo nel loro riutilizzo come spazi di vita per la cittadinanza”. Mentre Enrico Artioli (Margherita) ha parlato di “scelta di qualità” riferendosi alla delibera e ha ricordato il valore educativo ma anche socializzante dello sport lanciando l’idea che i “piani particolareggiati sulle aree lasciate libere che saranno proposti tengano conto di questa tradizione”. Giudizio positivo è espresso anche da Alvaro Colombo (Prc) che ha ugualmente accennato alla “necessità di un confronto sul riutilizzo delle aree dimesse” e da Michele Andreana (Ds) “perché anche lo sport richiede qualità”. Andreana parlando di “gestione intelligente della risorsa pubblica” ha aggiunto: “utilizzare al meglio le aree dismesse significa utilizzare in modo intelligente e in armonia con lo sviluppo della città”.
Dante Mazzi (FI) riconosce alla delibera alcuni punti positivi ma mette l’accento sugli aspetti d’ombra e afferma che: “sarebbe stata più opportuna una delibera stralcio e poi di volta in volta delibere relative a ciascun campo.
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