Intervengono atleti ed associazionismo, ma l'opposizione non partecipa al dibattito.
E’ stato interamente dedicato allo sport il Consiglio comunale di lunedì 5 marzo, che per l’occasione si è tenuto nella nuova sede della palestra Barbieri. Cittadini e sportivi hanno gremito la sala per assistere alla seduta tematica, a cui sono intervenuti grandi professionisti del mondo dello sport come Andrea Giani e Franco Bertoli, oltre ai dirigenti dell’associazionismo sportivo modenese. Hanno invece lasciato l’aula, rinunciando a discutere la delibera in oggetto presentata dall’assessore allo Sport, i consiglieri dell’opposizione (Forza Italia, Modena a Colori, Udc, Alleanza Nazionale e Lega Nord) in segno di protesta contro la gestione da parte della Giunta della questione microaree per nomadi e la riqualificazione di Piazza XX Settembre. Il dibattito consiliare si è comunque svolto e la delibera “Politiche per lo sport – Esperienze e prospettive” è stata in serata approvata all’unanimità da Consiglio comunale.
“Forte, radicata ed eterogenea è la realtà sportiva modenese – ha affermato l’assessore allo Sport Antonino Marino che ha citato le collaborazioni dell’assessorato con il mondo istituzionale dello Sport e, parimenti, con società professionistiche e società sportive di base, senza dimenticare l’importanza del volontariato di parrocchie e polisportive nella gestione degli impianti concessi in diritto di superficie dal Comune. “A Modena la pratica sportiva è più diffusa che nel resto del paese – ha ricordato l’assessore - e la nostra città può contare su un’offerta impiantistica ricca e varia che coniuga quantità a qualità e che negli ultimi dieci anni ha visto investimenti per 50 milioni di euro. Resta però ancora molto da fare, per esempio sul fronte delle attività natatorie”. Nel discorso introduttivo alla seduta, Marino ha anche toccato il problema della violenza nel tifo calcistico per insistere sull’importanza assoluta della prevenzione: “Perché lo sport deve essere anche etica della responsabilità, rifiuto della frode e dell’illegalità, della sostanza dopante e dei giochi di potere”. Proprio sui valori etici di cui si deve fare portavoce lo sport e sugli aspetti educativi, hanno ruotato molti degli interventi della seduta. Ricordando anche l’impegno dell’amministrazione comunale contro il doping, attraverso il progetto Tallone d’Achille, l’attivazione di una “linea telefonica pulita” e la creazione del Centro regionale Antidoping, l’assessore ha quindi evidenziato il ruolo dello “sport nella tutela della salute e nella prevenzione delle patologie”. Per quanto riguarda gli aspetti educativi, Marino ha continuato citando il Progetto Scuola-Sport per la scuola primaria “in grado di unire al divertimento l’utilità della pratica sportiva” e le esperienze ormai consolidate portate avanti dall’amministrazione: i corsi di nuoto a cui partecipano 150 bimbi delle scuole d’infanzia e 250 delle elementari, corsi di pattinaggio per altri 600 bambini da 3 a 6 anni. Senza dimenticare le iniziative organizzate dalle associazioni che si occupano di disabilità: l’ippoterapia dell’Anfass, le gare sportive dell’Asham, le manifestazioni di Ens e Sporting Club Deaf per atleti sordomuti. “Una sfida quella dell’integrazione – ha detto - che riguarda anche gli immigrati e che negli ultimi anni ha visto l’avvio di alcuni progetti in collaborazione con Consulta Stranieri e Circoscrizioni”.
In merito all’impiantistica è entrata nel dettaglio Maria Carafoli, responsabile del Servizio Sport: 72 palestre, di cui 30 comunali e 5 provinciali, 3 palazzetti, e ancora palestre private e all’interno delle polisportive; 30 campi da calcio di cui 13 comunali e 18 campi da calcetto; 11 bocciodromi, 8 impianti per il tennis; 5 piscine di cui 2 comunali, il Braglia ristrutturato e ancora un stadio da baseball e uno per il rugby in via di completamento. La gestione della maggior parte degli impianti è in convenzione con le società sportive che dall’amministrazione ricevono un contributo, ma in tutto ciò è fondamentale l’apporto dei volontari. E a proposito di gestione Maria Carafoli ha portato diversi esempi di tutto rilievo: il Braglia gestito dal Modena Calcio che si è anche assunto l’onere economico dell’ampliamento per il 50,1 % della spesa; il Palapanini dopo varie traversie approdato alla gestione da parte della Daytona Volley ora Cimone Volley, lasciando all’amministrazione la gestione diretta delle attività extrasportiva; l’affidamento della piscina Pergolesi attraverso un project financing a un concessionario che farsi carico di gestione e lavori di miglioramento, paga all’amministrazione un canone di 105mila euro l’anno, la gestione dell’impianto natatorio Dogali ormai affidato completamente alle società di nuoto.
Ospite d’onore di questo consiglio straordinario dedicato allo Sport è stato Andrea Giani, un campione della pallavolo che per parlare di sport usa il cuore: “Dopo 10 anni abbandono l’attività di professionista per dedicarmi ad allenare gli juniores perché i giovani sanno dare qualcosa di più per l’entusiasmo che mettono in ciò che fanno, ma anche perché lo sport deve essere fatto di passione, onestà e lealtà ed è importante lavorare sui bambini. Dei dieci anni trascorsi in questa città mi rimane molto soprattutto la passione con cui ho visto quest’Amministrazione lavorare per lo sport”.
Su educazione (“anche lo sport deve preoccuparsi del bullismo”, “è necessario curare la formazione di chi allena e educa i giovani allo sport”) e salute (“lo sport fa bene, l’Oms ha prescritto a tutti 30 minuti di pratica sportiva al giorno”) pone l’attenzione un veterano della pallavolo come Franco Bertoli, per il quale l’impegno di Presidente provinciale del Coni, e nelle politiche dello sport in generale, rappresenta “il proprio modo di ringraziare per quel tanto che ha ricevuto dallo sport”.
Interviene quindi Natalino Gatti, in rappresentanza della Consulta dello Sport di cui è presidente uscente, sottolineando alcuni punti centrali : “una distinzione netta anche nei finanziamenti tra sport di base e di vertice, il rilancio della scuola nella pratica sportiva, l’attuazione del federalismo sportivo per restituire un ruolo alle società sportive, la necessità di istituire sul tema dello sport un tavolo con le istituzioni e la necessità di impegnarsi affinché venga approvata una legge che regoli lo sport dilettantistico”. La Consulta va oltre e traccia la via verso un “Patto per lo sport” che sancisca un’alleanza tra enti locali, associazionismo e scuola.
La parola passa quindi alle idee e ai suggerimenti di Uisp, Csi e Aics.
Silvia della Casa, presidente Uisp, chiede “scelte politiche forti e una legge quadro per lo sport di tutti i cui costi devono essere sostenuti dallo sport dei ricchi”, chiede inoltre “ di attivare un momento assemblare aperto sullo sport a cadenza biennale, un forum sugli impianti natatori e attenzione allo sport sociale anche attraverso l’apertura di un fondo dedicato”. Da Stefano Gobbi, presidente del Csi, viene l’appello “a lavorare insieme - associazioni, istituzioni, scuola - al di là delle appartenenze, per rendere migliore il sistema, perché lo sport assolve a molte funzioni - ludiche, sociali, sanitarie – ma ha per i ragazzi soprattutto un valore educativo in grado di insegnare il rispetto, la collaborazione, l’importanza di non abbattersi alle prime difficoltà e che la vittoria e la sconfitta fanno ugualmente parte della vita”. Infine Guido Roncarati, presidente dell’Aics, ha invitato a guardare agli impianti sportivi come “luoghi di socializzazione e di trasmissione di conoscenze” e ha chiesto “una maggiore attenzione verso gli sport minori che proprio perché minori e spesso poveri, hanno bisogno di maggiore sostegno e di più strutture sul territorio”.
Il Presidente del Consiglio ha quindi dichiarato aperto il dibattito agli interventi dei consiglieri e a questo punto i gruppi di minoranza hanno lasciato i loro banchi. A nome di tutti loro ha parlato Baldo Flori (Modena a Colori): “Non intendiamo partecipare al dibattito per protesta contro la Giunta che non tiene conto dei diritti dei consiglieri comunali, e quindi dei cittadini che essi rappresentano, escludendoli da scelte importanti quali il destino di Piazza XX Settembre e l’individuazione delle microaree dei nomadi”. Prima di uscire è intervenuto anche Mauro Manfredini (Lega Nord) che ha detto di “giudicare offensivo l’atteggiamento dell’amministrazione comunale che costringe i consiglieri comunali ad apprendere certe decisioni importanti dai giornali”. “Mi dispiace abbandonare il Consiglio – ha detto – ma lo faccio per difendere la democrazia”.
L’Assessore Marino e altri consiglieri di maggioranza hanno nei loro interventi stigmatizzato l’atteggiamento dell’opposizione “inspiegabile visto che nulla a che fare con l’argomento di questo consiglio tematico (Marino), “soprattutto strumentale che si traduce in un’occasione di confronto persa e in autogol delle minoranze nei confronti del mondo dello sport (Rusticali-Sdi) “in un momento così importante, in cui ci apprestiamo a indicare le linee fondamentali per lo sport del futuro insieme alle associazioni, considerato che per prassi e regolamento nulla ci impedisce come Consiglio di discutere sulle decisioni della Giunta” (Michele Andreana, capogruppo Ds).
Michele Andreana (Ds) si dice quindi “favorevole alla richiesta di fissare un momento assembleare aperto ogni due anni sullo sport, affinché quello di oggi non resti un episodio”. Enrico Artioli (Margherita) sottolinea un aspetto problematico quale “il venir meno delle risorse del volontariato” e la necessità “di valorizzare lo sport di base, il ruolo dei formatori e dello sport povero, quello che per giocare non richiede tessere e che si pratica soprattutto nei campi da calcio delle parrocchie”.
“Compito della Giunta è – per Sergio Rusticali (Sdi) - accogliere gli indirizzi, i suggerimenti, le osservazioni emerse dalle associazioni e dagli atleti intervenuti, poiché Modena ha una grande tradizione sportiva, come dimostra la capillarità con cui la pratica sportiva è diffusa non solo tra i giovani ma anche tra gli anziani”. Gino Montecchi (Ds) nel suo lungo intervento ha sottoposto all’assemblea la necessità di: “valorizzare ed estendere il modello gestionale degli impianti basato sulla concessione del diritto di superficie per permettere al tessuto di polisportive, associazioni e società sportive di crescere e svilupparsi ” e “di una legge per lo sport dilettantistico che consideri anche il livello sanitario”. Ha quindi sottolineato il problema aperto “dalla difficoltà a trovare un ricambio generazionale per i volontari, difficoltà che si aggraverà in futuro. Lo sport di base – ne ha dedotto - deve poter offrire uno sbocco occupazionale a varie professionalità; Enti pubblici e di formazione, Coni e Università devono farsi carico del problema”. Montecchi ha fatto anche riferimento “al valore della decisione di riqualificare i campi da calcio comunali e al ruolo protagonista che lo sport ha nel sistema di welfare di questa città, come formidabile strumento d’integrazione”. Ne ha concluso che: “occorre ristrutturare i vecchi impianti e riconvertirli a sport più praticati e apprezzati anche della popolazione immigrata, di cui solo il 18 per cento pratica sport, come ad esempio gli sport sulla sabbia, molto apprezzati anche dalle giovani generazioni. D’altra parte in tempi non lontani sembrava assurdo pensare che saremmo andati verso la chiusura di molti bocciodromi, come più tardi è accaduto”.
Quello della capacità dello sport di favorire l’integrazione è stato un aspetto rilevato anche nell’intervento di Achille Caropreso (Indipendente), unico consigliere che dai banchi dell’opposizione ha partecipato al dibattito; un intervento mirato soprattutto a valorizzare il valore ludico dello sport di base, un gioco che come tale non deve escludere nessuno, non il ragazzo che gioca peggio e che qualcuno è tentato di lasciare in panchina, da qui “l’importanza della funzione educativa di allenatore, istruttore e educatore nell’insegnare a saper perdere”.
Sugli aspetti educativi dello sport è restata l’assessore Adriana Querzè che ha condotto un parallelismo tra la crisi di valori nel mondo dello sport e l’esplosione del bullismo a scuola: “fenomeni dovuti alla stessa carenza di un’idea forte di comunità, mentre i valori paiono essere l’apparire e il successo ottenuto con facilità, attraverso scorciatoie diverse nel mondo della scuola e dell’attività sportiva, ma riconducibili alla stessa mancanza di educazione alla legalità. Una situazione diffusa a cui pare che i grandi soggetti educatori - la politica, la scuola, lo sport – non sappiano porre rimedio”. E ha infine insistito su come la cultura della legalità debba iniziare dalle piccole cose e in ogni ambito. Sul rapporto tra scuola e sport l’assessore Querzè ha ricordato l’impegno dell’amministrazione “per portare l’attività psicomotoria nella scuola d’infanzia, per far evolvere il progetto scuola-sport a livello di scuola primaria e per promuovere un’attività fisica aperta a tutti, anche ai disabili”.
Antonio Maienza (Udeur) dice di “molto aspettarsi dalla legge sullo sport di base del Ministro Melandri con la legge sullo sport di base, anche in termini di maggiori risorse e contributi. Poiché lo sport dilettantistico merita sicuramente più attenzione”. E evidenzia come Modena per numero di persone che praticano sport e di impianti rappresenta una realtà che il resto d’Italia c’invidia”. Parere condiviso dalla consigliera Rosa Maria Fino (Società civile) che introduce “la distinzione tra sport e attività motoria, quella prescritta praticamente ad ogni età e in ogni condizione” e sottolinea “l’importanza dell’attività sportiva fin dai primi anni anche come scuola di preparazione alla vita”.
L’assessore alle Politiche per la Salute, Simona Arletti, ha infine posto l’accento sul “contributo che il mondo dello sport sta fornendo a sostegno della salute, intesa come benessere psichico fisico e relazionale, attraverso lo sport praticato - per prevenire obesità, soprappeso e ridurre l’incidenza di molte patologie - oltre che attraverso i testimonial fornito dal mondo dello sport, personaggi in grado di sensibilizzare la cittadinanza verso stili di vita più corretti e responsabili, come hanno fatto il Modena Calcio, Giani, Giliotti, Baldini e le campionesse della pallavolo femminile”.
Al Sindaco Giorgio Pighi il compito di riassumere le proposte avanzate durante l’assemblea aperta: gli Stati generali dello sport a cadenza periodica, una legge-quadro invocata a più voci, la necessità di consolidare il rapporto tra scuola, sport e mondo giovanile in genere, ma anche di riconoscere di sforzi e le azioni compiute dall’amministrazione comunale nonostante la diminuzione dei trasferimenti statali. “La diffusione capillare della pratica sportiva di cui dobbiamo essere orgogliosi e della rete degli impianti – ha osservato il Sindaco - sono gli indicatori di una realtà, quella modenese, permeata dall’amore per lo sport. Ecco il perché dello straordinario impegno che l’amministrazione comunale ritiene necessario mettere in campo per valorizzare tale ricchezza di impianti e di risorse, che è il risultato della convergenza delle politiche pubbliche e dell’impegno dei privati”.
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