Sintesi dell'intervento che il Sindaco di Modena Giorgio Pighi ha svolto davanti alla Commissione Affari Costituzionali della Camera su "sicurezza e disagio urbano"
“Porto le ragioni e le proposte delle Città medie, che sono tra le realtà più vive di questo paese, ma che spesso si trovano ad affrontare i problemi delle aree metropolitane senza la considerazione e le risorse che vengono riconosciute alle grandi città”. Il Sindaco di Modena, Giorgio Pighi, è stato ascoltato questa mattina dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera nell’ambito di una serie di audizioni sul problema della sicurezza. Oggi, in particolare, si parlava di disagio urbano ed erano presenti Sindaci e Prefetti delle grandi città e, a nome della Lega delle autonomie locali e del Forum italiano per la sicurezza, anche il Sindaco di Modena che si è soffermato in particolare su quattro aspetti: rapporto tra politiche sociali e politiche di sicurezza; ruolo della Polizia Municipale; sicurezza e immigrazione; i comuni in relazione al pacchetto sicurezza.
Ecco una sintesi dell’intervento del Sindaco davanti alla Commissione presieduta dall’on. Luciano Violante :
Sicurezza e politiche sociali…”buone politiche sociali ed altrettanto buone politiche di dissuasione non vanno contrapposte, ma debbono creare un sistema capace di far fronte alle nuove caratteristiche del fenomeno…
Non esiste alcun contrasto e soprattutto non devono esserci competizione e concorrenza tra le politiche dello stato sociale e quelle della sicurezza …occorre avere chiaro sin dall’inizio dove possono avere successo le une e dove possono averlo le altre, non aspettare che l’una o l’altra si mostrino inefficaci…in quanto la sicurezza entra a pieno titolo nelle politiche di welfare …”
Polizia Municipale…”proprio le situazioni più estreme ci confermano che la polizia municipale deve continuare a svolgere nuove mansioni, anche se occorrono più incisività, più mezzi, più innovazione, più coordinamento, più capacità di mettere in campo azioni decisive che consentano ai cittadini di vivere la loro vita senza disagio e senza intrusioni. Non ha senso, comunque, un arretramento a soli compiti legati alla circolazione stradale ed ai controlli amministrativi...ed è anche per questo che va accelerato l’iter di approvazione della nuova legge in materia”
Sicurezza e immigrazione clandestina…”deve affermarsi una nuova idea di trattenimento, legata di più al pericolo per le esigenze di sicurezza della collettività e di meno al dato formale della mancanza di documenti e ritengo che il Parlamento dovrebbe saperla cogliere. Occorre andare oltre un’esperienza che non risponde bene al bisogno di allontanare solo coloro che creano problemi per la sicurezza, distinguendoli nettamente dai soggetti che sono solo socialmente più deboli anche se clandestini e superando i limiti che ora ci sono per la salvaguardia di persone che, nella loro fragilità sociale, non reggono difficoltà soggettive troppo forti, anche perché legate comunque al fallimento di una speranza.
Anche per le espulsioni degli stranieri indigenti, va evitato il ripetersi delle scarcerazioni di persone che non hanno le risorse per tornare al proprio Paese. Si trovi il modo di organizzare, come indica l’Unione Europea, il rimpatrio consensuale, si mettano risorse a questo scopo, ma evitiamo che i cittadini percepiscano ulteriore insicurezza perché non riescono più a capire da che parte sta la mancata soluzione del problema.”
Le autonomie locali verso il pacchetto sicurezza… “Penso che dovremo essere capaci di dare risposte ancora più pronte, ma anche meno emotive…ed è quello che ci aspettiamo dalla nuova caratterizzazione delle attribuzioni ai sindaci del pacchetto sicurezza: non è questione di poteri nuovi, ma di strumenti per fare funzionare bene quelli che abbiamo. Dobbiamo poter imprimere forza alle azioni che minano la coesione sociale, adottando provvedimenti che nascono direttamente dalle nostre competenze, con formulazioni certe, che non diano adito alle divergenze interpretative che li indeboliscono.
…crediamo di avere non solo idee e buone ragioni, ma di essere titolari di alcuni degli strumenti che concorrono ad affrontare il problema. Dobbiamo esserci, in primo luogo per definire le nostre politiche sulle città e poi per affermare e fare vivere il modello di riferimento e cioè la complementarietà tra prevenzione sociale e le politiche di sicurezza.”
Conclusioni…”Il contrasto al disagio urbano, per concludere, non richiede solo chiarezza di obiettivi e di metodi, coordinamento, norme, organici, risorse e capacità tecnica. Tutto questo deve esserci e deve migliorare, ma le autonomie locali ed il Forum italiano per la sicurezza urbana sono convinti che non si possa prescindere dalla capacità di portare le città ed il sistema Paese a prendersi in carico il problema nel suo complesso, assicurando equilibrio tra politiche sociali e politiche di sicurezza e tra norme efficaci e garanzia di diritto.”
Ecco una sintesi dell’intervento del Sindaco davanti alla Commissione presieduta dall’on. Luciano Violante :
Sicurezza e politiche sociali…”buone politiche sociali ed altrettanto buone politiche di dissuasione non vanno contrapposte, ma debbono creare un sistema capace di far fronte alle nuove caratteristiche del fenomeno…
Non esiste alcun contrasto e soprattutto non devono esserci competizione e concorrenza tra le politiche dello stato sociale e quelle della sicurezza …occorre avere chiaro sin dall’inizio dove possono avere successo le une e dove possono averlo le altre, non aspettare che l’una o l’altra si mostrino inefficaci…in quanto la sicurezza entra a pieno titolo nelle politiche di welfare …”
Polizia Municipale…”proprio le situazioni più estreme ci confermano che la polizia municipale deve continuare a svolgere nuove mansioni, anche se occorrono più incisività, più mezzi, più innovazione, più coordinamento, più capacità di mettere in campo azioni decisive che consentano ai cittadini di vivere la loro vita senza disagio e senza intrusioni. Non ha senso, comunque, un arretramento a soli compiti legati alla circolazione stradale ed ai controlli amministrativi...ed è anche per questo che va accelerato l’iter di approvazione della nuova legge in materia”
Sicurezza e immigrazione clandestina…”deve affermarsi una nuova idea di trattenimento, legata di più al pericolo per le esigenze di sicurezza della collettività e di meno al dato formale della mancanza di documenti e ritengo che il Parlamento dovrebbe saperla cogliere. Occorre andare oltre un’esperienza che non risponde bene al bisogno di allontanare solo coloro che creano problemi per la sicurezza, distinguendoli nettamente dai soggetti che sono solo socialmente più deboli anche se clandestini e superando i limiti che ora ci sono per la salvaguardia di persone che, nella loro fragilità sociale, non reggono difficoltà soggettive troppo forti, anche perché legate comunque al fallimento di una speranza.
Anche per le espulsioni degli stranieri indigenti, va evitato il ripetersi delle scarcerazioni di persone che non hanno le risorse per tornare al proprio Paese. Si trovi il modo di organizzare, come indica l’Unione Europea, il rimpatrio consensuale, si mettano risorse a questo scopo, ma evitiamo che i cittadini percepiscano ulteriore insicurezza perché non riescono più a capire da che parte sta la mancata soluzione del problema.”
Le autonomie locali verso il pacchetto sicurezza… “Penso che dovremo essere capaci di dare risposte ancora più pronte, ma anche meno emotive…ed è quello che ci aspettiamo dalla nuova caratterizzazione delle attribuzioni ai sindaci del pacchetto sicurezza: non è questione di poteri nuovi, ma di strumenti per fare funzionare bene quelli che abbiamo. Dobbiamo poter imprimere forza alle azioni che minano la coesione sociale, adottando provvedimenti che nascono direttamente dalle nostre competenze, con formulazioni certe, che non diano adito alle divergenze interpretative che li indeboliscono.
…crediamo di avere non solo idee e buone ragioni, ma di essere titolari di alcuni degli strumenti che concorrono ad affrontare il problema. Dobbiamo esserci, in primo luogo per definire le nostre politiche sulle città e poi per affermare e fare vivere il modello di riferimento e cioè la complementarietà tra prevenzione sociale e le politiche di sicurezza.”
Conclusioni…”Il contrasto al disagio urbano, per concludere, non richiede solo chiarezza di obiettivi e di metodi, coordinamento, norme, organici, risorse e capacità tecnica. Tutto questo deve esserci e deve migliorare, ma le autonomie locali ed il Forum italiano per la sicurezza urbana sono convinti che non si possa prescindere dalla capacità di portare le città ed il sistema Paese a prendersi in carico il problema nel suo complesso, assicurando equilibrio tra politiche sociali e politiche di sicurezza e tra norme efficaci e garanzia di diritto.”
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