La delibera è stata approvata dal Consiglio comunale nella seduta di lunedì.
Nella seduta di lunedì 10 dicembre il Consiglio comunale di Modena ha approvato la convenzione tra i Comuni di Modena e Carpi per la realizzazione e l’utilizzo di un impianto di cremazione nell’area del cimitero San Cataldo. “L’impianto a due forni – come ha spiegato l’assessore Simona Arletti – sarà realizzato nell’area del Cimitero di S. Cataldo, ed esattamente nell’edificio destinato a servizi che collega il nuovo cimitero progettato da Aldo Rossi alla parte monumentale opera di Cesare Costa; nello stesso corpo è già stata ricavata la sala del commiato, che vuole dare un’occasione per un decoroso saluto anche a chi vuole una cerimonia laica”. La delibera è stata approvata senza voti contrari, hanno votato a favore maggioranza, Lega Nord e Modena a Colori, astenuti Alleanza Nazionale e Forza Italia. L’atto deliberativo è stato reso immediatamente esecutivo.
Piena soddisfazione per la convenzione è stata espressa da Ercole Toni (Ds-L’Ulivo) che ne ha sottolineato alcuni “aspetti particolarmente positivi: l’economicità della scelta di un impianto a Modena che permetterà di far risparmiare in termini di trasporto, il monitoraggio di tutte le operazioni che saranno svolte nell’impianto, la collocazione nella stessa palazzina degli uffici e i montatori elettrici”. Achille Caropreso (Indipendente) auspica “una posizione chiara e definitiva della Chiesa sul tema della cremazione, posizione che si è evoluta nel tempo e che tutt’oggi è ferma a una sorta di ‘sì però…’ che concede molto spazio ai dubbi”. Per Antonio Maienza (Udeur) “il servizio va a colmare un’esigenza di molti cittadini che sino ad oggi sono stati costretti ad andare altrove”; inoltre il consigliere suggerisce di “allungare la durata della convenzione tra i due Comuni e di proseguire, parallelamente, sulla strada dell’ampliamento dei cimiteri e del miglioramento del servizio”. Anche Enrico Artioli (Margherita-L’Ulivo) ha sottolineato il “valore positivo della decisione a cui è arrivata la Giunta, anche in virtù dell’evoluzione della posizione della Chiesa che pur continuando a privilegiare l’inumazione, accetta anche la cremazione”. Per il consigliere altri aspetti non trascurabili sono “l’organizzazione logistica del servizio: la movimentazione e lo stoccaggio delle bare e la realizzazione di una documentazione informativa in grado di illustrare ai cittadini come si richiede la cremazione e tutti gli aspetti successivi alla richiesta”. Giudizio positivo è stato espresso dal consigliere Baldo Flori (Modena a Colori) che, ha parlato di “una delibera che vede la convergenza di interessi diversi: da una parte il risparmio di costi e territorio da parte dell’Amministrazione, dall’altra il vedere realizzata finalmente un’esperienza di finanza di progetto che l’amministrazione dovrebbe percorrere con maggiore coraggio”. Secondo il consigliere Mauro Manfredini (Lega Nord) la delibera va nella direzione “del rispetto delle esigenze e dei desideri di tutti, inoltre la cremazione è soprattutto una necessità in una società moderna, quindi auspico che siano mantenuti gli incentivi per chi fa opta per questa scelta almeno fino a quando non sarà ancor più diffusa”. Inoltre il consigliere invita a ripensare “la questione delle tombe di famiglia perenni”. Mario Tamburi (FI) pone all’attenzione dell’assemblea anche un altro tema specifico di valenza nazionale riguardante la certificazione che deve essere redatta dal medico per autorizzare la cremazione: “visto che, certificato un decesso, il medico deve compilare un modulo Istat, perché redigere un altro certificato?”. “La cremazione è un servizio già in atto e sempre più richiesto - aggiunge Adolfo Morandi (FI) - quindi non si può essere contrari alla delibera; ma non sono d’accordo sull’opportunità di incentivare la cremazione, perché la nostra tradizione cristiana e pre-cristiana è sempre andata nella direzione della tumulazione. Il cimitero è da sempre l’anello di congiunzione tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Inoltre, una sorta di incentivazione per i meno abbienti c’è già, perché oggi la tumulazione è sicuramente più dispendiosa”. Per Eugenia Rossi (Ds-L’Ulivo) il problema non si pone in questi termini: “Ci sono situazioni culturali e personali non ignorabili, la differenza non sta nella inumazione e nella cremazione – afferma la consigliera - ma nel sentimento; inoltre vorrei ricordare che nel mondo pagano la cremazione era destinata agli eroi. Siccome siamo una società civile dobbiamo garantire una sepoltura a tutti, il problema è che non esiste più una solennità nel rapporto con il defunto, ma è un problema su cui non influiscono le nostre regolamentazioni; mentre la convenzione prevede una serie di interventi che dimostrano, accanto ad una attenzione per la funzionalità, un’attenzione anche verso tutti gli altri aspetti”. Ulteriori precisazioni sono state fatte dal consigliere Giuseppe Campana (Ds-L’Ulivo): “L’inumazione è comune a cristianesimo, ebraismo e islamismo, le tre grandi religioni monoteiste che credono anche alla resurrezione dei corpi. In epoca pre-cristiana la pratica della cremazione è stata ampiamente percorsa. Occorrerebbe quindi trovare altre forme di pietà per onorare i defunti dopo il decesso, l’Amministrazione comunale laica deve semmai permettere a tutti di farlo nei modi più rispettosi delle sensibilità personali”. Il consigliere Ivo Esposito (FI) nell’affermare l’importanza del culto dei morti accenna al rilevante ruolo che esso ha nello scintoismo e insistendo sull’importanza del libero arbitrio si dichiara “contrario agli incentivi per chi opta per la cremazione”.
Concludendo il lungo dibattito, il sindaco Giorgio Pighi rimarca la rilevanza che l’atto deliberativo assume per la città: “In questo modo diamo una risposta ad una modalità sorretta da motivazioni alte e da considerevoli motivi di organizzazione della nostra società. Il tema è riuscire a fare una sintesi tra queste due istanze, un’esigenza a cui risponde anche la messa a disposizione di spazi per la conservazione delle ceneri. Il Sindaco infine richiama alla necessità di rispettare il pluralismo religioso e culturale e ricorda come, in tale direzione, l’Amministrazione stia, ad esempio, collaborando con la comunità ebraica alla sistemazione delle tombe ebraiche. Infine, prima la sala del commiato e oggi l’impianto per la cremazione, dimostrano la particolare attenzione che l’assessore sta mettendo al tema.
L’assessore Arletti da parte sua conferma che la convenzione va nella direzione di assicurare le stesse possibilità a tutti, a chi sceglie di inumarsi o di essere cremato. “Non credo che ci possa essere l’annullamento dell’identità dei defunti – afferma - fino a quando saremmo noi ad educare al rispetto delle persone che non ci sono più e che per noi sono state importanti in vita. Per quanto riguarda la necessità di governo e controllo della funzionalità dell’impianto, stiamo predisponendo tutti gli strumenti perché questa operazione sia fatta nel massimo rispetto di defunti e parenti. Infine, faremo il possibile per contenere il prezzo della cremazione, ricordando che il costo massimo a livello nazionale è di 500 euro”.
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