Consiglio tematico sulla disabilità a Modena. In città centri socio-riabilitativi, assistenza domiciliare, contribuiti, servizio di trasporto e inserimenti lavorativi
A Modena sono 470 le persone disabili seguite dal Comune grazie ad una rete di servizi che ha come obiettivi la cura, l’assistenza e la garanzia di percorsi per la progressiva autonomia e indipendenza delle persone e che può contare su un impegno di spesa annuo da parte del Comune e Ausl di 17milioni e 300 mila euro. Per crescere ulteriormente, la rete punta a due obiettivi: ampliare i posti disponibili presso le strutture per gestire un incremento medio annuo di 35 nuove persone disabili, ma anche diversificare ulteriormente l’offerta dei servizi per rispondere con efficacia sempre maggiore alla complessità dei bisogni. Tutto questo richiede una grossa integrazione tra il sociale ed il sanitario e anche il medico di medicina generale dovrà essere coinvolto in maggior misura nella progettazione dei percorsi di assistenza.
E’ questo il quadro tracciato oggi dall’assessore alle Politiche sociali del Comune di Modena, Francesca Maletti, nel corso del Consiglio comunale dedicato al tema della disabilità. L’assessore ha ricordato che “Modena è una tra le città con il più alto livello, sia qualitativo che quantitativo, dei servizi per le persone più fragili e diversamente abili. Prova ne sia il fatto che ogni anno circa 5 famiglie con disabili si trasferiscono a Modena proprio per poter accedere alla rete dei servizi”.
L’assessore ha poi aggiunto che “i disabili di cui la rete si occupa sono persone adulte con un’aspettativa di vita ed esigenze a lungo termine. Per questo motivo si richiede un investimento di risorse ed energie a valenza educativa, per un percorso evolutivo che segua la persona per più di 40 anni, tenendo conto della criticità di alcuni elementi, su tutti quello del passaggio dalla neuropsichiatria infantile - dove il referente è unico e sanitario - all’area adulti, dove il principale referente è sociale e la referenza sanitaria è meno forte e unitaria”.
Nell’analisi dei vari servizi della rete, gestiti direttamente dal Comune, o in appalto oppure in convenzione con il privato sociale, l’assessore ha rilevato punti di forza e criticità, a cominciare dai 6 centri socio-riabilitativi diurni, aperti 5 giorni la settimana per 11 mesi l’anno. Attualmente ospitano 88 utenti e dimostrano particolare efficacia nella progettazione individualizzata in favore degli ospiti oltre che nell’interazione tra i centri stessi, anche se appare necessario ampliare il numero di posti per rispondere alle richieste. Analoga situazione si registra per i 3 centri socio-occupazionali, che seguono 37 persone con disabilità lievi e che, con il supporto di un operatore, sono in condizione di svolgere attività occupazionali. Le persone con disabilità grave o gravissima, attualmente 67, sono ospiti dei centri socio- riabilitativi residenziali, principalmente alla Rsa Del Monte e all’Istituto Charitas, che si propongono come un luogo in grado di ricreare l’ambiente domestico. In questo caso, ha sottolineato l’assessore, l’esigenza è quella diversificazione delle risposte, ipotizzando percorsi specifici per i disabili anziani. Grazie al progetto “Nucleo handicap acquisito”, inoltre, vengono seguite sia nelle residenze che nei centri diurni 14 persone che hanno acquisito una disabilità in età adulta, spesso a seguito di un trama o di una malattia neurologica.
La valorizzazione dei rapporti interpersonali e la frequentazione di ambienti di quotidiana “vita della città” sono invece gli obiettivi della sezione “Educativa territoriale”, un servizio che ha in carico 75 persone con disabilità medie che spesso lavorano, ma che hanno difficoltà nella socializzazione. Il servizio di assistenza domiciliare, inoltre, riguarda 51 disabili e punta alla continuità delle relazioni con gli operatori, evitando un’eccessiva rotazione del personale. Tra i progetti di socializzazione, trasversali alla rete dei servizi, sono state illustrate anche le attività di tempo libero che coinvolgono circa 100 disabili in progetti che vanno dai laboratori espressivi alla cura del verde, dalla musica alle attività motorie, con le eccellenze del gruppo teatrale “Cicabum” – di recente in tournè anche nella repubblica Ceca – e di un gruppo musicale che produce cd, oltre che del soggiorno marino a Pinarella di Cervia dove è previsto un turno per i disabili. In collegamento con le associazioni dei disabili, poi, si è strutturato il Sap – Servizio di Aiuto alla Persona – diretto attualmente a 17 persone disabili che vengono affiancate da ragazzi del servizio volontario civile nelle piccole attività quotidiane.
Sul fronte della mobilità Francesca Maletti ha ricordato che sono 120 i disabili a godere dei servizi di trasporto. Nel tragitto di andata a ritorno da casa al centro diurno il servizio è di solito affidato al gestore del centro stesso, mentre per altri percorsi esistono due servizi in appalto. Dal 1995, inoltre, è attivo un taxi attrezzato per disabili gestito dal Consorzio Taxista modenesi e, dal 2000, ci sono i “Buoni Taxi” a disposizione sia delle associazioni che del Servizio sociale per contenere i costi dei trasporti stessi. Sul fronte dei trasporti, inoltre, l’assessore ha annunciato il coinvolgimento di tutti i soggetti del territorio per diversificare ulteriormente l’offerta e rispondere anche ad esigenze slegate dalle strette necessità sanitarie e connesse invece alla socializzazione, ad esempio per una serata al cinema o in pizzeria con gli amici.
28, infine, sono gli assegni di sostegno a supporto di disabili autonomi – ma non autosufficienti – e alle loro famiglie, che vengono erogati per garantire la permanenza a domicilio del disabile anche in situazioni di particolare gravità economica.
E’ questo il quadro tracciato oggi dall’assessore alle Politiche sociali del Comune di Modena, Francesca Maletti, nel corso del Consiglio comunale dedicato al tema della disabilità. L’assessore ha ricordato che “Modena è una tra le città con il più alto livello, sia qualitativo che quantitativo, dei servizi per le persone più fragili e diversamente abili. Prova ne sia il fatto che ogni anno circa 5 famiglie con disabili si trasferiscono a Modena proprio per poter accedere alla rete dei servizi”.
L’assessore ha poi aggiunto che “i disabili di cui la rete si occupa sono persone adulte con un’aspettativa di vita ed esigenze a lungo termine. Per questo motivo si richiede un investimento di risorse ed energie a valenza educativa, per un percorso evolutivo che segua la persona per più di 40 anni, tenendo conto della criticità di alcuni elementi, su tutti quello del passaggio dalla neuropsichiatria infantile - dove il referente è unico e sanitario - all’area adulti, dove il principale referente è sociale e la referenza sanitaria è meno forte e unitaria”.
Nell’analisi dei vari servizi della rete, gestiti direttamente dal Comune, o in appalto oppure in convenzione con il privato sociale, l’assessore ha rilevato punti di forza e criticità, a cominciare dai 6 centri socio-riabilitativi diurni, aperti 5 giorni la settimana per 11 mesi l’anno. Attualmente ospitano 88 utenti e dimostrano particolare efficacia nella progettazione individualizzata in favore degli ospiti oltre che nell’interazione tra i centri stessi, anche se appare necessario ampliare il numero di posti per rispondere alle richieste. Analoga situazione si registra per i 3 centri socio-occupazionali, che seguono 37 persone con disabilità lievi e che, con il supporto di un operatore, sono in condizione di svolgere attività occupazionali. Le persone con disabilità grave o gravissima, attualmente 67, sono ospiti dei centri socio- riabilitativi residenziali, principalmente alla Rsa Del Monte e all’Istituto Charitas, che si propongono come un luogo in grado di ricreare l’ambiente domestico. In questo caso, ha sottolineato l’assessore, l’esigenza è quella diversificazione delle risposte, ipotizzando percorsi specifici per i disabili anziani. Grazie al progetto “Nucleo handicap acquisito”, inoltre, vengono seguite sia nelle residenze che nei centri diurni 14 persone che hanno acquisito una disabilità in età adulta, spesso a seguito di un trama o di una malattia neurologica.
La valorizzazione dei rapporti interpersonali e la frequentazione di ambienti di quotidiana “vita della città” sono invece gli obiettivi della sezione “Educativa territoriale”, un servizio che ha in carico 75 persone con disabilità medie che spesso lavorano, ma che hanno difficoltà nella socializzazione. Il servizio di assistenza domiciliare, inoltre, riguarda 51 disabili e punta alla continuità delle relazioni con gli operatori, evitando un’eccessiva rotazione del personale. Tra i progetti di socializzazione, trasversali alla rete dei servizi, sono state illustrate anche le attività di tempo libero che coinvolgono circa 100 disabili in progetti che vanno dai laboratori espressivi alla cura del verde, dalla musica alle attività motorie, con le eccellenze del gruppo teatrale “Cicabum” – di recente in tournè anche nella repubblica Ceca – e di un gruppo musicale che produce cd, oltre che del soggiorno marino a Pinarella di Cervia dove è previsto un turno per i disabili. In collegamento con le associazioni dei disabili, poi, si è strutturato il Sap – Servizio di Aiuto alla Persona – diretto attualmente a 17 persone disabili che vengono affiancate da ragazzi del servizio volontario civile nelle piccole attività quotidiane.
Sul fronte della mobilità Francesca Maletti ha ricordato che sono 120 i disabili a godere dei servizi di trasporto. Nel tragitto di andata a ritorno da casa al centro diurno il servizio è di solito affidato al gestore del centro stesso, mentre per altri percorsi esistono due servizi in appalto. Dal 1995, inoltre, è attivo un taxi attrezzato per disabili gestito dal Consorzio Taxista modenesi e, dal 2000, ci sono i “Buoni Taxi” a disposizione sia delle associazioni che del Servizio sociale per contenere i costi dei trasporti stessi. Sul fronte dei trasporti, inoltre, l’assessore ha annunciato il coinvolgimento di tutti i soggetti del territorio per diversificare ulteriormente l’offerta e rispondere anche ad esigenze slegate dalle strette necessità sanitarie e connesse invece alla socializzazione, ad esempio per una serata al cinema o in pizzeria con gli amici.
28, infine, sono gli assegni di sostegno a supporto di disabili autonomi – ma non autosufficienti – e alle loro famiglie, che vengono erogati per garantire la permanenza a domicilio del disabile anche in situazioni di particolare gravità economica.
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