La risposta dell'assessore all'Istruzione all'interrogazione di Sergio Celloni (Udc).
“Le forme di sostegno economico ai cinque bambini del campo nomadi di via Baccelliera che frequentano la scuola materna a San Damaso sono quantificabili in un totale di 4.000 euro annui, comprensivi del mancato introito della retta. Si tratta di un efficace intervento socio-educativo, perché i contributi hanno determinato, nel tempo, un significativo aumento della frequenza scolastica contrastando la tendenza delle famiglie nomadi ad eludere il rispetto dell’obbligo scolastico, avviando precocemente i bambini al lavoro”. Così l’assessore all’Istruzione del Comune di Modena Adriana Querzè ha risposto, in una delle scorse sedute del Consiglio comunale, a un’interrogazione presentata dal consigliere Udc Sergio Celloni.
Il consigliere ha presentato la propria interrogazione ricordando che “da informazioni assunte risulta che i bambini nomadi del campo di Via Baccelleria frequentino la scuola materna d’infanzia di San Damaso e pare che le famiglie di appartenenza di detti bambini non spendano alcunché per la frequentazione alla scuola. Vorremmo sapere”, ha chiesto Celloni, “quanti fondi sono stati destinati a tale scopo, se è vero che le rette sono a totale carico del Comune e che il Comune, oltre a pagare le rette, corrisponde alle famiglie dei bambini anche un contributo. Vorremmo inoltre conoscere lo scopo sociale di questo intervento e i risultati che si sono avuti in termini di inserimento nel tessuto sociale”.
L’assessore Querzè ha precisato che “la scuola dell’infanzia di San Damaso è frequentata da cinque bambini residenti nel campo nomadi di via Baccelliera, le cui famiglie dichiarano un reddito annuo inferiore ai 4.550 euro nella classificazione Isee. Le famiglie che rientrano in questa situazione economica possono richiedere l’esonero totale o parziale dal pagamento della retta, oppure devono corrispondere 64,50 euro mensili, cioè la fascia di pagamento più bassa delle tre previste. Le famiglie che ottengono l’esonero dal pagamento della retta per motivi economici e segnalazione da parte dei servizi sociali corrispondono a circa il 10% degli utenti e in questa percentuale rientrano anche i cinque bambini del campo nomadi. Oltre all’esonero, le famiglie ricevono un contributo mensile di 30 euro, poiché da anni è stata eliminata la linea di trasporto scolastico che collega il campo di via Baccelliera con la scuola di assegnazione dei bambini. La scolarizzazione”, ha proseguito l’assessore, “consente di facilitare, soprattutto in bambini così piccoli, l’acquisizione di regole di convivenza oltre che di strumenti cognitivi indispensabili per comprendere la natura dei propri diritti e accettare il corrispettivo di doveri e responsabilità che l’appartenenza a una comunità comporta. Il fatto che a Modena alcuni studenti che appartengono a famiglie nomadi frequentino le scuole superiori, oltre la soglia dell’obbligo, è il risultato tangibile di queste politiche di sostegno. In vista della prossima attivazione delle microaree”, ha concluso Adriana Querzè, “sono già stati convocati incontri con i dirigenti scolastici per definire trasferimenti e nuovi inserimenti scolastici, anche rivalutando le effettive necessità connesse al trasporto scolastico”.
Sergio Celloni ha replicato dicendosi parzialmente soddisfatto della risposta, ma sottolineando: “non credo ci sia da parte loro una reale volontà di integrazione, ci sono stati capi rom che hanno detto che i bambini non devono studiare, ma chiedere l’elemosina, e che le bambine non devono emanciparsi, ma sposarsi e fare figli”.
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