La risposta dell'assessore Roberto Guerzoni all'interrogazione di Dante Mazzi (Fi).
“Il mutuo contratto dal Comune con la Cassa depositi e prestiti nel 1996, per il progetto di riqualificazione di piazza XX settembre, è stato estinto per rimborso anticipato nel marzo 2000, con una delibera del Consiglio comunale all’interno del Piano finanziario 2000-2004”, ha spiegato l’assessore. “Questo rimborso anticipato non comporta alcuna penale per i Comuni, ai sensi della legge: tecnicamente, dunque, l’atteggiamento di gestione finanziaria è stato puntuale ed efficiente. L’investimento sostenuto, comunque, non riguardava i chioschi ma la risistemazione complessiva dell’area”. Così l’assessore ai Lavori pubblici Roberto Guerzoni ha risposto, nella seduta del Consiglio comunale di lunedì 22 ottobre, a un’interrogazione presentata da Dante Mazzi, di Forza Italia, che aveva per oggetto: “Il mutuo di 2,5 miliardi di lire deliberato nel 1996 per la riqualificazione di piazza XX Settembre è già stato rimborsato?”.
“Il finanziamento richiesto rappresentava solo una quota parte della spesa globale per un progetto a cui era stata assegnata fondamentale importanza dall’Amministrazione per una riqualificazione di piazza XX Settembre, nell’ambito di una strategia per rivitalizzare il Centro Storico, garantendo vivibilità e sicurezza ai cittadini e agli operatori commerciali dell’intera zona”, si legge nell’istanza presentata da Mazzi, che prosegue definendo la decisione di un nuovo progetto di riqualificazione “a soli 10 anni dal precedente è sostanzialmente l’ammissione del fallimento delle politiche per il Centro Storico, con l’aggravante di colpevole spreco di denaro pubblico e grave pregiudizio economico a carico degli operatori commerciali della piazza, che all’epoca hanno investito anche risorse proprie per un progetto praticamente imposto dal Comune”. In aula, Mazzi ha ribadito che “gli operatori hanno sostenuto spese notevoli e sicuramente, con i loro redditi, ancora non le hanno ammortizzate. Rimescolare le carte dopo 10 anni anziché dopo 20 è senz’altro un grave danno per gli operatori. Credo che ci sia stata una gestione disinvolta del denaro pubblico e su questo vorrei conoscere il parere della Giunta”.
“L’interrogazione, oltre all’aspetto tecnico, pone anche una questione politica”, ha proseguito l’assessore: “il problema della destinazione della piazza era aperto da anni, e ha trovato decisioni convergenti tra diversi schieramenti politici. Oggi scade la convenzione decennale con gli operatori, e vorrei precisare che questo è il tempo che la legge prevede per il commercio su suolo pubblico, ritenendolo evidentemente un tempo congruo per gli ammortamenti degli investimenti commerciali. Oggi si pensa di valorizzare la piazza, assieme alle altre piazze, liberandola dal commercio in sede fissa. Stiamo discutendo con gli operatori per trovare con loro alternative adeguate, offrendo un indennizzo a chi smette l’attività e un’alternativa a chi vuole restare. Con la proroga al 2009, la concessione si porta addirittura a 12 anni. Concludo ricordando che gli investimenti realizzati con il mutuo del 1996 sono stati il rifacimento rete fognaria e della rete dei servizi, anche a beneficio dei fabbricati sulla piazza, e il rifacimento dei servizi igienici pubblici. È vero che sarebbe probabilmente stato più opportuno compiere una scelta diversa 10 anni fa, oggi comunque questa scelta va fatta”.
Il consigliere Mazzi non è stato soddisfatto della risposta ricevuta: “per rimborsare il mutuo si sono utilizzate obbligazioni Meta che rendevano il 5%. In ogni caso, dunque, c’è un mancato guadagno per il Comune. Per quanto riguarda l’aspetto politico, invece, alcuni interventi sono stati fatti per dare luce e telefono ai chioschi, una soluzione architettonica a cui eravamo contrari. I chioschi dovevano creare un polo di vendita a prezzi contenuti complementare al mercato di via Albinelli. Spero bene che gli altri interventi realizzati rimangano, ma vedendo le immagini di come sarà la piazza futura penso che molte cose si dovranno rifare, prima fra tutte la pavimentazione. Il mercato secondo noi deve rimanere e i soldi non si devono buttare al vento, soprattutto quelli investiti dagli operatori che avevano creduto nella progettualità dell’Amministrazione, facendo dei sacrifici non indifferenti”.
Azioni sul documento