05/11/2007

IL SINDACO RISPONDE ALL'INTERROGAZIONE SU "IL FEUDO"

L'istanza presentata da Michele Barcaiuolo è stata trasformata in interpellanza

“Questa non è lotta politica, confronto tra posizioni diverse, sfida reale tra idee e progetti. È solo uno squallido colpo basso, inferto nel tentativo di denigrare le persone attraverso l’insinuazione. Il tutto, tritato assieme per non poter quasi distinguere il vero dal falso. L’insinuazione è peggio dell’attacco personale, è sottile quanto vigliacca, e consiste nel diffondere il tanfo facendo credere che ci sia da qualche parte anche il guano. Invece a puzzare sono le intenzioni di chi ha attivato questa vicenda. Sono le pratiche usate dal fascismo, dai regimi comunisti dell’est europeo e dai delinquenti di ogni risma per indebolire gli avversari. Quelli che ho citato, però, erano professionisti della materia, mentre coloro che hanno organizzato questa farsa sgangherata sono dilettanti, che hanno lasciato innumerevoli tracce delle loro intenzioni lesive”. Così il sindaco Giorgio Pighi ha risposto in Consiglio comunale all’interrogazione, subito trasformata in interpellanza, presentata da Michele Barcaiuolo di Alleanza nazionale e intitolata “il feudo”.
Così il consigliere ha motivato la propria istanza: “da un’inchiesta svolta a livello nazionale dall’associazione Azione universitaria e parzialmente pubblicata dal quotidiano nazionale Il Giornale, emergono particolari che lasciano alee di sospetto non certo sulla legalità ma sicuramente sull’opportunità di alcune esperienze, accademiche e amministrative, del sindaco di Modena Giorgio Pighi. Credo sia un dovere di ogni consigliere comunale interrogare il Sindaco su questi fatti, a prescindere dal suo orientamento politico. Alcune persone”, ha continuato Barcaiuolo, si sono espresse pubblicamente sui media dicendo che i fatti sono stati regolari e legittimi. Io ritengo che nessuno ponga in discussione la legittimità o la regolarità di tutti i fatti: né il dossier, né l’articolo, né questa interrogazione. È evidente che tutto è stato corretto. Ma qui siamo in Consiglio comunale e non in Tribunale e vogliamo discutere dell’opportunità politica dei fatti citati. Su questo interroghiamo il Sindaco. Riteniamo che ogni singola scelta, dalla designazione del membro interno della commissione al finanziamento al master, sia discutibile dal punto di vista dell’opportunità politica o, come qualcuno ha detto, dell’eleganza. Un’altra questione è cercare di spostare un intervento politico su un piano personale. Non c’è niente di personale, e chi non lo capisce cerca di intorbidire le acque. Il titolo Il Feudo fa riferimento al dossier pubblico di tre dirigenti dell’associazione. È in presentazione in tutte le università italiane e non escludo sarà presentato anche qui. Ho fatto una breve ricerca sui fatti enunciati nel dossier e sul giornale e ho trovato una sola imprecisione: il fatto che, come è stato riportato dalla stampa, il professor Donini non era il presidente della commissione che ha esaminato il Sindaco, ma era invece il membro interno. Vorrei inoltre aggiungere alcune cose, in riferimento alla stampa locale e agli articoli comparsi ieri e oggi: la Gazzetta di Modena parla di un gruppo di docenti che chiede un codice etico contro il nepotismo, e oggi anche il segretario cittadino dei Ds invita il rettore a munirsi di un codice etico. Condivido la richiesta da un punto di vista dei contenuti, è una nostra richiesta da tempo che tutte le istituzioni pubbliche possano averlo: è evidente che anche quando non ci sono irregolarità o illegittimità, il codice serve a fare sì che i cittadini percepiscano trasparenza, pari opportunità e meritocrazia. Sono dispostissimo a firmare un ordine del giorno che chieda questo alla nostra Università”.
Così il Sindaco ha proseguito il proprio intervento: “il teorema si basa su due pilastri: il professor Massimo Donini era presidente della commissione e si suggerisce il subdolo collegamento con la gestione del Master in sicurezza urbana. Ipotizza uno scambio tra aiutino per la nomina in cambio del master. Il ragionamento è primitivo ma filerebbe: però Donini non era presidente della commissione e per la gestione del master non ha avuto nulla in più del suo stipendio. All’epoca, Donini era l’unico ordinario di Ius 17 presente in facoltà. Tutto è documentato in carte ufficiali, come il mio curriculum di docente, il programma e il budget del master, lo stato di servizio di Donini e degli altri docenti. Il professor Canestrari è anche presidente della Commissione nazionale di bioetica, incarico certamente non ottenuto grazie all’interessamento al mio concorso. Lei si è privato della pur debole scusa che le restava, di avere agito per il pubblico bene. Invece fornisce nell’interrogazione decine di elementi in più rispetto a Il giornale. Solo l’interrogazione afferma che Canestrari è intervenuto a un convegno organizzato da una sezione Ds. Il Sindaco, certo, deve garantire trasparenza e meritocrazia: dunque all’epoca del concorso avrei dovuto dire a Canestrari di non compiere il misfatto di parlare a convegni indetti ai Ds. Gli avrei anche dovuto dire di non presiedere il comitato di bioetica. Non le pare che siano insinuazioni grottesche? Solo il professor Flora, secondo l’ineffabile interrogazione, non ha ancora avuto nulla in cambio. Questa montatura è certamente stata costruita ad arte per colpirmi, il che è riconosciuto da tutti. Prima Azione universitaria, poi il Giornale e poi l’interrogazione, che era palesemente già pronta. Non c’è ricerca della verità ma il semplice violento tentativo squadristico di fare fuori l’avversario. Per rispondere bastavano i fatti, pubblicati sul sito dell’Università. Lei sapeva bene che il danno alla mia immagine si sarebbe verificato e i responsabili siete lei e Azione universitaria. Il danno personale è molto grave, come nel caso del virgolettato “Pighi fa carriera grazie ai Ds”. Il suo manganello è più duro della mia testa perché la sua insinuazione è stata pubblicata, e ora è diffusa. A inizio mandato ho detto che da sindaco non avrei mai querelato un giornale. Certo non lo farò nei confronti di un consigliere. O lei sapeva che i dati erano falsi ed è in malafede, oppure non lo sapeva e può rimediare, dicendo chi le ha fornito queste informazioni false e dando, non al sindaco ma a Giorgio Pighi, la possibilità di difendersi nelle sedi adeguate per dare la possibilità a tutti di capire chi c’è dietro questa brutta vicenda”. Molti consiglieri hanno applaudito l’intervento del Sindaco.
Nel dibattito, Achille Caropreso del gruppo indipendente ha affermato: “desidero esprimere tutta la mia solidarietà, che nei giorni scorsi è anche apparsa sulla stampa. Penso che ci si trovi di fronte a una circostanza dove o si agisce perché si ritiene che delle leggi sono state violate, oppure se tutto ciò, come viene detto nel preambolo, non c’è, perché intervenire? Se le procedure sono corrette, il problema è forse di opportunità? Io non lo vedo. Il nostro Sindaco ha partecipato a un concorso, per quale motivo non avrebbe dovuto farlo, come qualsiasi cittadino che ricopre cariche accademiche? Non c’era forse già un codice deontologico che avrebbe dovuto tutelare i pubblici concorsi? Come se l’operato di tutti coloro che hanno vinto una cattedra negli anni antecedenti questo istituto del codice d’onore fosse da mettere in discussione per opportunità politica. Qui si agisce solo se sono state violate norme o procedure, il resto non ha consistenza. Non esiste una consistenza politica e una legale, esiste la legittimità. Questa, come lo stesso istante ha sottolineato, è stata rispettata”.
Sergio Rusticali dello Sdi ha osservato: “ci stanno anche la dialettica forte e le posizioni contrapposte, ma quando si fa della non politica non va bene. Quando si vuole, come diceva il Sindaco al quale ho già espresso solidarietà, immettere il germe dell’insinuazione, la politica non c’entra. C’è il tentativo di immettere dubbi nell’opinione pubblica sulla persona e sull’istituzione. Considero una prova concreta di stile anche la differenza tra la presentazione dell’interrogazione e la risposta del Sindaco. È esemplare lo stile di risposta del Sindaco, uno stile di correttezza basato su risposte concrete e precise. Debbo anche dire al consigliere Barcaiuolo che il dubbio che lei abbia utilizzato la notizia del Giornale io non ce l’ho. Lei è stato impegnato in prima persona nel definire questa dettagliata interrogazione. Questa e la documentazione dell’associazione sono stati strumenti per la notizia del Giornale. Questo tipo di politica si chiama sciacallaggio. Siamo in un civico consesso e bisognerebbe a volte analizzare ciò che accade, perché queste non sono solo opinioni personali. Sono pervenute solidarietà anche dall’interno del suo partito, e dubbi sulla sua azione. L’elemento trasversale è che nessuno ha riconosciuto l’azione come degna. Aimi e Sighinolfi hanno fatto affermazioni precise, anche Galli ha espresso solidarietà al Sindaco”.
Fausto Cigni dei Ds - L’Ulivo ha detto: “dopo l’intervento del Sindaco, Barcaiuolo mi sembra come i pifferai di Arezzo, è partito per pifferare ed è stato pifferato. Barcaiuolo non può avere appreso la cosa dai giornali. Bastava che il consigliere leggesse la Gazzetta di Modena di 3 anni fa per sapere che il nostro Sindaco aveva anche questo ruolo. Le argomentazioni sono peregrine e questo atteggiamento è tipico di una cultura politica. Basta vedere il presidente del suo partito cosa sta combinando a Roma. Non è un elemento giovanilistico ma una cultura. Non ho avuto problemi a recarmi a un’iniziativa per ricordare Ramelli e mi aspettavo un atteggiamento diverso, c’è ancora molta strada da fare in quell’organizzazione. Come è possibile che Azione giovani difenda il rettore? Quale è il ruolo di questa organizzazione? Mi dispiace che non ci sia Davide Torrini, che ha espresso solidarietà a Pighi ma dato la colpa di questa interrogazione alla sinistra. Vorrei tranquillizzarlo: le interrogazioni poste da noi si basavano su fatti precisi, dichiarazioni del preside della facoltà di Medicina, primari o docenti. Mi fa piacere che fuori tempo massimo si parli di codice etico, sta bene anche a Pellacani, lo ha affermato oggi. Io non conosco quel mondo ma sono abituato a stare sui fatti”.
Antonio Maienza dell’Udeur è intervenuto ricordando: “avevamo già espresso indignazione e amarezza per questo giuoco al massacro politico del consigliere, censurato anche da autorevoli esponenti del suo partito. La politica non si fa attraverso attacchi personali e insinuazioni false, tendenziose e di bassissimo profilo. Più volte ho verificato che ci troviamo di fronte a un professionista serio, attento cultore della materia riconosciuto anche a livello europeo, come dimostrano le sue pubblicazioni. Ribadisco la mia amicizia personale e la solidarietà di tutto il mio partito. Caro Barcaiuolo, chi la fa se l’aspetti: l’attacco ti si ritorce contro in termini negativi e anche i tuoi ragazzi avranno oggi in te un esempio di cattivo maestro. Modena è fortunata ad avere un Sindaco dalle qualità morali, personali e professionali di Giorgio Pighi, che ha segnato un nuovo capitolo nella storia politica della città, quello del dialogo, e che io stimo e ammiro”.
Mauro Tesauro dei Verdi ha affermato: “a nome dei Verdi, Sinistra democratica e Rifondazione comunista colgo l’occasione per manifestare al Sindaco tutta la vicinanza e la solidarietà che la sua figura merita. Chi vuole strologare sulle nefandezze del mondo accademico ha sbagliato bersaglio e le scuse sarebbero d’obbligo”.
Paolo Ballestrazzi di Modena a colori è intervenuto esprimendo “un grande imbarazzo, perchè sul piano personale chi parla è rimasto vittima di iniziative di questo stampo, forse anche più gravi. Ritengo che non sia questo il terreno sul quale i cittadini vogliono conoscere e giudicare la classe politica che esprimono. È un terreno estraneo al nostro gruppo e alla nostra storia personale, mia e di Baldo Flori .Il Sindaco ed io siamo legati da un’amicizia vecchia di mezzo secolo tra le nostre famiglie. Lei sa quale stima personale mi lega alla sua storia, alla sua famiglia e alla sua persona. Ma faccio fatica, dopo avere ascoltato i suoi maldestri difensori e la sua risposta, a tacere. Capisco la sua risposta perché è motivata da un giusto sdegno. So quanto le è costata, sul piano personale e anche economico, la scelta di fare carriera politica. Ma, sul piano politico, la sua risposta è stata pessima. Bisognava alzare il tono. Ognuno è libero di assumere iniziative politiche e risponderne agli elettori. Io non condivido i toni e i modi di Barcaiuolo. Ma prima di prendersela con lui, a me dispiace che non ci sia l’assessore Querzè, che il 15 settembre di quest’anno ha affermato ‘pochi si indignano per i concorsi falsi, tutti sanno che questo accade quotidianamente’. Un consigliere ha il diritto di porre un problema politico a questo consesso. Non investe il sindaco Pighi, ma il Sindaco. Non ha diritto la maggioranza di stabilire in quali binari si deve esplicare l’azione della minoranza, tanto più che la situazione dell’Ateneo modenese è turbolenta. È vero che non c’è stato danno per il Comune. Ma ci sono già stati due casi in cui carriere universitarie sono state foraggiate a spese del comune. Non condivido l’azione, ma la maggioranza scenda dalla cattedra”.
Andrea Galli di Alleanza nazionale ha aggiunto: “per sgomberare il campo dagli equivoci, preciso che ho firmato stamattina l’interrogazione del collega. La figura della testuggine romana, come strumento difensivo, mi è particolarmente comprensibile e cara in questo momento. Il collega Barcaiuolo ha subito una serie di attacchi, si è anche detto che io avevo preso le distanze. Questo non è vero: ho comunicato a lui e al Sindaco cosa pensavo, ma non posso togliergli il diritto di interrogare il Sindaco su cosa è successo. Credo che il Sindaco abbia perso l’occasione di ringraziare Barcaiuolo per avergli dato l’opportunità di spiegare ciò che è successo. E non ridete, perché se Barcaiuolo non avesse presentato l’interrogazione se ne sarebbe parlato nella città, ma non qui. Lei ha avuto la solidarietà di tutti e oggi avrebbe avuto la possibilità di spiegare con chiarezza cosa ha fatto. Io lo so, c’ero, l’ho vista insegnare ed essere presente, mentre ci sono suoi colleghi che si presentano solo 30 ore ogni anno e quelli dovrebbero essere esposti al pubblico ludibrio. Cosa doveva fare Barcaiuolo? Lei non è sceso nei fatti, ma capisco il motivo, perché si è sentito offeso e tirato in ballo per essere finito sul giornale ingiustamente. Lei esce da qui personalmente riabilitato, politicamente non lo so. Per lei è un ottimo risultato e dovrebbe ringraziare Michele con una pacca, vigorosa ma delicata per non slogargli la spalla, è un ragazzo ancora giovane. Le notizie vengono non da Michele, ma da uno dei tanti rivoli del mondo universitario, per definire il quale non ho un termine abbastanza negativo. Mi meraviglio che lei abbia dovuto aspettare 20 anni per questo concorso, essendo conosciuto, stimato e se posso dirlo ammanicato. Chi non ha le sue conoscenze quanto deve aspettare? Se fosse vero che lei ha avuto bisogno di un aiuto, una persona come lei, significherebbe che quel mondo è davvero marcio e patocco. Lei è uscito vincitore dal punto di vista personale, colga l’occasione per farlo anche dal punto di vista politico, entrando nel merito di quello che ha fatto in questi 20 anni di carriera".
Baldo Flori di Modena a colori è intervenuto “pur in accordo con il collega Ballestrazzi, perché quando ci sono in ballo dei valori l’abbondanza è un fatto positivo. Intervengo per la sofferenza umana del Sindaco, che mi ha colpito profondamente, e anche perché il tema ha assunto un carattere generale sullo stile del fare politica, sul rispetto per le persone al di là delle diversità delle idee. Qui non è in discussione lo stile di un giornale, né il diritto di un consigliere comunale di chiedere chiarimenti su atti e comportamenti specifici dell’attività amministrativa. Sono parti formali che vanno rispettate, ma ci sono anche le regole non scritte, sui cosiddetti limiti della politica. Lo dico io, che sono stato il diretto avversario del Sindaco in una campagna aspra e non facile, ma nella quale credo che queste regole le abbiamo sempre rispettate. Avremmo potuto far scivolare la campagna anche su un piano inclinato diverso, non lo abbiamo fatto. La sofferenza umana colta nella passione della sua risposta è la parte più vera e più sincera del suo intervento e mi ha fatto entrare in sintonia sul piano umano e personale, al di là di alcune asprezze verbali che avrebbe potuto evitare. È difficile difendersi quando sono in ballo certi valori, la dignità e l’onorabilità di una persona. È qui che dobbiamo interrogarci, perché la politica non deve mai provocare sofferenza a un avversario politico o alla sua famiglia. Questo limite deve essere insuperabile e secondo me è il vero tema di questo dibattito”.
Teodoro Vetrugno dei Ds - L’Ulivo ha espresso “un sincero ringraziamento al consigliere Flori, che ha saputo rappresentare lo stato d’animo di tanti di noi. Nessuno vuole mettere il bavaglio a un consigliere comunale, che ha il diritto di mettere in atto le azioni politiche che ritiene più opportune, ma qui siamo di fronte all’avvio di una campagna esasperata, che scava negli istinti più bassi. L’organizzazione giovanile di An ha cercato di capire se quelle corde potessero essere tese per sviluppare nel paese un clima negativo nei confronti delle amministrazioni di centro sinistra. Lo stile non si compra sulle bancarelle del mercato, o ce l’hai o non ce l’hai. La responsabilità di chi fa politica e ha l’onore e l’onere di rappresentare qualcuno dovrebbe fare sì che questo stile ce lo imponessimo. Barcaiuolo ha voluto denigrare, diffamare, insinuare, colpire la persona, e non ha avuto stile. Il Sindaco Pighi lo conoscono in tanti, forse anche Barcaiuolo è stato suo studente. È stimato ovunque e non ha bisogno di difese di ufficio. Sono convinto che gli attestati di stima gli arrivino dalla città, per il lavoro che ha fatto negli anni. A rimestare nel fango, se ne cosparge chi con questo fango ci lavora. Il fango rimarrà sulle mani di chi ha cercato di gettarlo. Davide Torrini dice che la sinistra doveva aspettarselo. Io non sono nuovo a interrogazioni sulle politiche del rettore, lo contestavo già da studente, non mi sono limitato a porre in essere qualche critica. Lo strabismo, in politica, paga? O crediamo che possa essere sufficiente per essere credibili? Si è credibili se si sa guardare a tutto tondo. La stima si conquista con l’onestà intellettuale e tu non sei stato onesto”.
William Garagnani dei Ds - L’Ulivo ha affermato: “ho applaudito l’intervento del Sindaco ma voglio esprimere solidarietà anche a parole, sul piano umano. Si potrebbe dire che il giornale citato è specializzato nelle calunnie ai leader di centrosinistra. Si potrebbe parlare delle difficoltà dei nipotini del fascismo a fare politica in una città medaglia d’oro della Resistenza. Ma non farò nulla di tutto ciò. Voglio solo esprimere solidarietà al Sindaco. Barcaiuolo ha insinuato la calunnia. Ho conosciuto il sindaco Triva e so che in quest’aula c’è sempre stato un grande rispetto, anche nei momenti di scontro più aspro. La democrazia conquistata dalla Resistenza e affermata dalla Costituzione è anche quella che consente a Barcaiuolo di fare quello che ha fatto oggi. Al Sindaco, comunque, tutto il mio apprezzamento”.
Sergio Celloni dell’Udc ha osservato: “in una forma di fare politica che non voglio accettare, quello che manca non è l’intellettualità, come qualcuno ha detto, ma forse l’educazione. È come se il fine giustificasse i mezzi. Posso capire che nel mondo delle università, che io non ho mai vissuto molto, i giovani possano sentirsi discriminati e vogliano portare avanti certe istanze. I rapporti all’interno dell’Ateneo devono essere un mezzo e non un fine, certo una discussione sull’Ateneo è importante per ricostruire un clima di fiducia. C’è stata anche la richiesta di un codice di etica comportamentale dei rapporti, perché sempre più spesso viviamo in un mondo che non è assoggettato a nessuna regola etica. Bisogna, a mio avviso, recuperare la fiducia nell’automoderazione personale, in un mondo dove invece sembra che i furbi e gli scaltri abbiano più successo degli onesti. Invece penso che nei rapporti interpersonali e professionali la fiducia, al contrario della furbizia, paga e crea situazioni destinate a resistere. Ci è stato detto che alcuni nostri interventi sono strumentali. Questo non mi sembra strumentale, ma sono d’accordo che il Sindaco possa essersene avuto a male con giusta ragione e vorrei che questo fosse di monito perché il dibattito in questo consiglio non si infervori fino a diventare scontro”.
Enrico Artioli della Margherita - L’Ulivo ha espresso solidarietà “al Sindaco e all’uomo, perché la lotta politica, per quanto aspra, deve sempre fermarsi molto prima dell’ambito personale e familiare. Non apprezzo l’azione di questa associazione giovanile, né di un giornale con ampia tiratura, uso ad azioni denigratorie. Non ci sono limiti alla libertà di un consigliere di porre interrogazioni e non c’è nessuna copertura a eventuali situazioni difficili all’interno dell’università. Di fronte all’insinuazione non c’è difesa, se non la rettitudine personale, ma il segno rimane. E mi associo al discorso di Flori, perché si abbia la massima attenzione e cautela. Mi piacerebbe davvero, infine, conoscere la genesi di questa triste vicenda, e che magari potessero arrivare scuse o assunzioni di responsabilità personale”.
Olga Vecchi di Forza Italia ha affermato: “personalmente io sono garantista, come è sempre stato il mio partito. Credo ci debbano sempre essere prove certe. Ma mi dispiace sentire che i consiglieri della sinistra, tardivamente, hanno scoperto un garantismo con l’elastico. Credo che si debba distinguere la politica dalle persone, tenere divisa l’ideologia e la lotta politica dal rispetto della persona, e credo di averlo sempre fatto. Io sono stata spesso, anche negli anni passati, molto forte come ideologia. Appena il Sindaco fu eletto, ricordo un’importante cena dove parlò con i cittadini e anche io lo torchiai chiedendogli se non si sentisse le mani legate dalla sinistra estrema. Ma gli espressi allora, e la rinnovo oggi, una grande stima personale, che mantengo fino a prove contrarie e certe. Ciò non impedisce di poter attaccare la Giunta e il suo operato, ma questo è diverso da un attacco alla persona. Mi dispiace moltissimo che alcuni partiti della sinistra non abbiano avuto questo garantismo negli anni passati quando personaggi importanti della politica sono stati attaccati. Credo sarebbe più corretto fare politica in un modo diverso”.
Andrea Leoni di Forza Italia ha aggiunto: “non mi assocerò questa sera al tentativo di pubblica crocifissione del consigliere Barcaiuolo. È evidente che i consiglieri hanno il diritto di fare le interrogazioni e bisognerebbe che la Giunta e il Sindaco, ma anche i consiglieri, se ne ricordassero. Credo ci siano state nell’intervento del Sindaco espressioni, come manganello o squadristi, che non hanno fatto ricordare il rapporto di moderazione che, perlomeno nella facciata, il Sindaco cerca di tenere con le opposizioni. Un consigliere che io apprezzo, Vetrugno, ci ha detto che l’associazione giovanile di An sta montando una campagna per screditare l’Università. Ma Giovanni Floris ha pubblicato un libro sui raccomandati dell’università, da nord a sud, e non è certamente un esponente del centro destra. Parla di 8 professori con lo stesso cognome nella stessa facoltà, di cervelli in fuga e ricercatori che vanno a fare i centralinisti. La situazione dell’università è un’emergenza del paese, è una delle caste italiane. Questo era uno dei motivi che ci avrebbero visto volentieri aprire un dibattito oggi. Credo che questa vicenda si concluderà con tutte le possibilità per il Sindaco di salvaguardia della propria onorabilità. Non condivido che lei e la maggioranza ci facciate la morale su una scelta politica di un consigliere dell’opposizione. Ha sbagliato a usare quei toni, sarebbe uscito da gigante con toni diversi. Francamente, invece, è uscito anche lei per quello che è”.
Di altro parere Michele Andreana, Ds - L’Ulivo: “ho apprezzato fermezza, chiarezza, rigore e puntigliosità della risposta del Sindaco, sia perché era chiamato in causa direttamente, sia perché ci ha fornito gli elementi per riflettere su due aspetti che questa vicenda pone. Il primo è il codice deontologico, anche quello della lotta politica, che demarca il confine tra la lotta e le bassezze personali, come spiegava il consigliere Flori. Mi pare che oggi, grazie alla risposta del Sindaco, questo dato sia emerso, anche indirettamente nella risposta di Leoni. Leoni parla di un livello politico che sarebbe stato molto alto se non ci fossero state alcune asprezze. Qui dentro non ci sono stati sostenitori di Barcaiuolo, mentre invece il Sindaco si è difeso molto bene. La seconda questione è la campagna di Azione universitaria che sta alla base di questa interrogazione, che non casualmente prende l’avvio in contemporanea. Sostenere che non ci sia un collegamento è un tentativo di arrampicarsi sugli specchi. Accreditarsi come fautore della verità è stato da parte di Barcaiuolo un tentativo maldestro e puerile. Non era certo un’interrogazione per consentire al Sindaco di accreditarsi come un galantuomo. E poi, mi chiedo, a cosa punta questa campagna, a un’azione moralizzatrice? A dimostrare che nelle Università c’è una casta che si deve riportare a una maggiore responsabilità e trasparenza? Non credo, perché guarda caso quelli citati sono tutti docenti appartenenti al centro sinistra, e si cerca di accreditare l’esistenza di una lobby di sinistra che non consente la meritocrazia. Ahimè, avete scelto l’esempio sbagliato, la figura di Giorgio Pighi è la più sbagliata per dimostrare questo teorema, che infatti cade subito”.
Rosa Maria Fino della Società civile ha ringraziato Flori “per avere espresso ciò che molti di noi avrebbero voluto dire. Credo che questi siano i presupposti di una cattiva campagna pre-elettorale e mi spiace che anche Modena sia stata raggiunta da questi tentacoli velenosi: una campagna di calunnie e malevolenza, che attacca le persone sul piano personale e non politico. Non vorrei che ci fosse un’escalation anche in quella che ritenevo a torto un’isola felice, la nostra città. Sono amareggiata, come credo tanti cittadini e cittadine, che non meritano una cattiva politica impostata sulla diffamazione. Non lo merita lei, Sindaco, come amministratore pubblico e professore di alta caratura, e nemmeno come uomo. Non lo meritiamo nemmeno noi che sediamo in questo Consiglio. Vorrei che Modena fosse portavoce di un’altra politica, una buona politica”.
Ivo Esposito di Forza Italia ha ricordato: “l’interrogazione ha per oggetto l’Università, un’istituzione che sta vivendo un momento turbolento, è stata oggetto di un’interrogazione del consigliere Cigni, di un libro citato da Leoni. Serve chiarezza, senza fare attacchi personali, rispetto ai quali si deve esprimere solidarietà. Tutti quanti in questa sala abbiamo firmato una mozione a favore del collega Toni, che ha subito minacce fisiche, e non solo offese. Si sarebbe dovuta trattare con urgenza anche quell’istanza. Facciamo in modo che una deontologia ci sia sempre. O la sicurezza di Toni non è importante? È buona norma che non si definisca un collega manganellatore, squadrista, uomo di poca intelligenza o poca serietà. Se vogliamo essere seri dobbiamo placare i termini ed essere solidali con tutti, tutti sono innocenti fino a prova contraria. Solo qui si vede se abbiamo raggiunto la civiltà che ci compete. Non dobbiamo lasciarci andare a termini offensivi, né richiamare periodi oscuri della storia italiana che non dovrebbero essere più citati. Sarebbe giusto che questo spirito di solidarietà si esprimesse per tutti e non si strumentalizzasse per fare l’ennesimo attacco politico”.
A conclusione del dibattito è intervenuto il presidente Ennio Cottafavi: “quando ho avuto per le mani questa interrogazione ho provato disagio, disorientamento e quasi impotenza. Mi sono tornate in mente sensazioni che ancora oggi cerco di dimenticare, che ho provato in passato, e mi sono immedesimato nella persona che ha subito un attacco violento e gratuito. Sono sensazioni laceranti. Mi piace il confronto anche aspro sulle idee, ma non mi piace per niente quando si scivola nelle insinuazioni e nel discredito per affermare le proprie idee. È un modo di operare che ferisce, non aiuta il dibattito e costringe a scendere ai livelli di chi attacca. Abbiamo offeso anche l’istituzione di cui facciamo parte. Spero ritroviamo presto gli alti livelli di dibattito di cui siamo capaci. Al Sindaco esprimo solidarietà e un augurio di dimenticare presto questa bruttissima pagina”. Anche questo intervento è stato seguito da un applauso.
Infine, è arrivata la replica di Barcaiuolo: “è successo quello che speravo non accadesse: vedere questa inchiesta come un attacco personale. È un’inchiesta pubblica ed è pubblica anche quale è stata l’origine dei dati raccolti. Un solo consigliere ha risposto sui contenuti, ed è stato Caropreso, che ha affermato: per me se tutto è legittimo non ci sono problemi. È una risposta che può andare bene. Non si può dire che sono falsità, quando le ricerche fatte sono vere. Poi, che questo non comporti irregolarità, è secondo me irrilevante dal punto di vista politico. Vogliamo credere davvero che nella percezione dei cittadini l’università italiana brilli per meritocrazia e trasparenza? Se qualcuno pone delle determinate questioni, e le pone un giornale molto letto, fare un’interrogazione per dare al Sindaco la possibilità di spiegarsi mi sembra il minimo. Se avessi voluto soffiare sul fuoco avrei parlato direttamente ai giornali, ma non l’ho fatto. Il dossier è pubblico e l’interrogazione ne è figlia. Io non ho nessun dubbio sull’onestà del Sindaco, ma stiamo parlando di altro: se è opportuno o meno che gli intrecci esistano, da una parte o dall’altra. Altre illazioni, come manganellatore o squadrista, vengono usate troppo spesso, quasi come il jolly, per non rispondere sui contenuti. Fate riferimento a una storia che non mi appartiene, se non altro per motivi anagrafici. L’associazione è ovviamente vicina ad An, ma io non ne faccio parte. Comunque, non ha bisogno di patenti di legittimità: è il movimento giovanile con più iscritti nel nostro paese, ne hanno fatto parte anche eroi come Paolo Borsellino. State continuando a spostare il tema. Io non ho dubbi su Giorgio Pighi, ma sul sistema universitario. Questo è il mio discorso: massima dignità, ripeto, per gli autori dell’inchiesta, massima onestà per il Sindaco Pighi. Ribadisco che queste affermazioni possono essere entrambe vere: se presupponessimo delle irregolarità non avremmo fatto articoli e interrogazioni, ma un esposto in Procura. Sono due piani diversi mentre con questa discussione avete provato a intrecciarli. Il Giornale ha dato un titolo sicuramente da biasimare, ma leggetevi l’inchiesta e ditemi cosa non è vero. Questo è il problema. All’interrogazione si poteva rispondere che i fatti non sono veri, e questo non lo credo. Oppure si poteva dare la risposta che ha dato Caropreso: anche se sono fatti veri, sono legittimi, pubblici e non mi creano imbarazzo”.
Il Sindaco ha replicato: “Se ce ne fosse ancora bisogno, è evidente che questo dibattito alcune cose le ha chiarite. È strano come, pur avendo notato che il consigliere ha letto attentamente quanto apparso sulla stampa nei giorni scorsi, non abbia sottolineato che io sin dal primo momento abbia detto: non replicherò direttamente al giornale, per me trasparenza e correttezza sono importanti. La posizione scomoda in cui si è trovato fa parte di quello che può accadere in politica. La falsità, glielo ripeto, e mi scuso se non era chiaro, è questa: lei, Azione giovani e il Giornale affermate che tra il concorso e il master ci sia un collegamento. È l’affermazione implicita all’interno dell’articolo, dell’interrogazione e dell’inchiesta, ed è falsa. Se lei lo riconosce, il cerchio si chiude. Nel momento in cui io, molto prima di essere sindaco, ho partecipato a un concorso, non ho fatto altro che proseguire la mia carriera, iniziata subito dopo la laurea. Dal 1980 ero dipendente di ruolo, si trattava solo di un cambiamento di qualifica, e quando ho presentato domanda si sono formate regolarmente le commissioni. Non è solo una legittimità formale. Gli intrecci di cui lei parla sono una cosa falsa, lo ripeto, falsa. C’è un altro tema, toccato in parte da Andrea Galli: lei dice che ha presentato l’interrogazione dopo l’articolo di giornale. I tempi sono sospetti, ma non è questo il punto. Dobbiamo chiarirci se seguire un articolo di giornale sia sufficiente o se chi presenta un’interrogazione abbia l’onere di verificare se almeno tendenzialmente sono notizie vere o false. Si dice che una persona che era presidente della commissione – in realtà era il componente interno – dopo sarebbe stato avvantaggiato da me nell’appoggio a un master, con 2500 euro messi a disposizione dal Comune, che ha approvato un’iniziativa che faceva parte del suo programma. È chiaro che su 30 docenti ne può trovare 2 che hanno partecipato a iniziative promosse dai Ds. Ma è questo il punto? In realtà, e di questo tutti me ne hanno dato atto tranne lei, la falsità non è prendere i singoli segmenti di fatto. Bisogna provare i collegamenti, altrimenti si infangano le persone, e questo è quello che lei ha fatto. Il suo diritto a presentare l’interrogazione è fuori discussione, ma dobbiamo abituarci ad avere onestà intellettuale in quest’aula”.









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