La risposta del Sindaco all'interpellanza di Flori (Modena a colori)
“Ci manca Marco Biagi, ci mancano il suo impegno, il suo lavoro, le sue capacità, il suo atteggiamento autenticamente riformista. Come Amministrazione comunale cerchiamo di ricordare la sua figura con azioni concrete: la partecipazione, con uno stanziamento di 150 mila euro, alla Fondazione a lui dedicata, l’accordo per utilizzare l’auditorium Biagi nelle più importanti iniziative e manifestazioni, e infine l’intitolazione a lui del largo antistante la sede della Fondazione, con una cerimonia in programma per il prossimo 13 novembre”. Così il sindaco di Modena Giorgio Pighi ha risposto in Consiglio comunale all’interpellanza presentata da Baldo Flori, di Modena a colori, “per conoscere le iniziative promosse dalla Giunta per ricordare la figura di Marco Biagi”.
Baldo Flori ha spiegato, nell’istanza firmata anche dal collega di partito Paolo Ballestrazzi, che “come modenesi non possiamo dimenticare il rapporto fecondo che Marco Biagi ha sempre intrattenuto con la nostra città, nella quale per quasi vent’anni ha esercitato le sue funzioni di docente universitario e l’impegno espresso per fare nascere proprio a Modena il Patto per l’occupabilità dell’Aprile 2002, sostenuto da tutte le Istituzioni e le forze sociali locali”. Flori ha inoltre espresso apprezzamento per “l’apertura alla città che la Fondazione Marco Biagi ha dimostrato realizzando al proprio interno un auditorium che può ospitare iniziative musicali di qualità, per dare continuità a questo fecondo rapporto con la città”. Ha infine chiesto al Sindaco “quali iniziative intende assumere la Giunta comunale per ricordare Biagi e la sua attività di giurista progettuale al servizio delle Istituzioni, soprattutto dopo gli attacchi incredibili rivolti dall’onorevole Caruso deputato di Rifondazione comunista, che ha definito ‘assassini’ sia lo scomparso Marco Biagi sia il docente di diritto del lavoro Tiziano Treu, senatore della Margherita”. Con la presentazione di questa interrogazione Baldo Flori ha ripreso il tema di un ordine del giorno intitolato “auspicio per l’intitolazione di una piazza o un parco a Marco Biagi”. L’ordine del giorno, discusso lo scorso 17 settembre, era stato poi ritirato constatando che la decisione era già stata approvata dalla Commissione toponomastica.
Proseguendo nella risposta, il Sindaco ha anche rimarcato che l’Amministrazione “ha ritenuto inqualificabili le affermazioni dell’onorevole Caruso e anche quelle di un altro personaggio politico, cui questo costò, allora, la poltrona di Ministro. A Modena, la volontà di onorare Biagi nacque già all’indomani della sua scomparsa ed è proprio per ricordarlo e per fare vivere la Fondazione che abbiamo utilizzato assiduamente l’auditorium a lui dedicato”.
Nel dibattito, Enrico Artioli della Margherita – L’Ulivo ha ricordato l’importanza di “riscoprire la cultura del lavoro, perché forse oggi l’Italia appare più fondata sul consumo o sulla rendita, al contrario di quanto recita l’articolo 1 della nostra Carta fondamentale”. Artioli ha inoltre espresso il proprio plauso “all’opera meritoria di ricerca e divulgazione svolta dalla Fondazione Marco Biagi”.
Anche Sergio Rusticali dello Sdi, dopo avere definito positiva la presentazione dell’interpellanza da parte di Baldo Flori, ha ricordato Biagi “che ho avuto la fortuna di conoscere nei miei ultimi anni di attività sindacale, quando era consulente del progetto Serdom, che il Comune aveva promosso per favorire l’emersione del lavoro nero nel settore dell’assistenza domiciliare agli anziani. Biagi va ricordato come giurista, ma anche per avere affrontato la questione della flessibilità, che prima di allora era un tabù per i sindacati”.
Ivo Esposito di Forza Italia ha aggiunto: “Marco Biagi si ricorda per la legge 30, ma non è solo questo il suo merito. I primi lavori atipici erano quasi forme di schiavitù, ora invece sono stati fatti grandi passi in avanti, arrivando a una società moderna che non si chiude nel passato e vede la globalizzazione come un’opportunità. Biagi è l’esempio di un uomo venuto dalla sinistra che ha saputo guardare al futuro”.
Antonio Maienza dell’Udeur ha osservato: “la sua azione ha migliorato molto il mondo del lavoro e ricordarlo con la Fondazione e la piazza è un atto dovuto. È un professore che ha tanto lavorato onorando l’Ateneo, le cui idee e il cui impegno non si possono cancellare. Servirebbero altre risorse per inserire il nome della Fondazione in un più ampio contesto civile e culturale. Proviamo scoramento e amarezza per chi ne ha infangato la memoria”.
Michele Andreana dei Ds – L’Ulivo ha ribadito l’importanza di “ricordare questo insigne studioso senza strumentalizzarlo: è sbagliato imputare a lui gli elementi negativi del mondo del lavoro di oggi, ma si deve anche evitare di trasformalo in un’icona. Deve essere possibile parlare del suo progetto distinguendo cosa ha funzionato e cosa no”.
L’assessore ai Lavori pubblici Roberto Guerzoni ha osservato che “è stato giusto trasformare la mozione in interpellanza, dato che su questa proposta la Commissione toponomastica si era espressa all’unanimità. Nella nostra città avremo una contiguità tra largo Biagi e largo Moro, simbolo di due pagine dolorose della nostra storia”. L’assessore ha anche precisato che “il percorso di intitolazione della piazza è stato pienamente condiviso con i familiari del professor Biagi”.
Mauro Manfredini della Lega nord ha definito Marco Biagi “un grande innovatore del diritto del lavoro. Lo ricordo con un grande affetto e ho scoperto, anche se prima non lo sapevo, che anche il ministro Maroni veniva spesso a Modena quando aveva bisogno di lui. Gli attacchi di Caruso non li ha digeriti nessuno. Ha fatto bene Rifondazione comunista a prendere le distanze, io quel parlamentare lo avrei buttato fuori dal partito”.
Baldo Flori ha concluso dicendo: “contrariamente alle mie abitudini sono completamente soddisfatto delle motivazioni espresse dal Sindaco. Il professor Marco Biagi è stato un giurista progettuale coraggioso, al servizio delle Istituzioni. Sono lieto che questo dibattito sia riuscito a superare le ideologie. Inoltre voglio ricordare che il contributo del Comune di Modena alla Fondazione Biagi, a differenza di altri che si sono affievoliti dopo l’entusiasmo iniziale, è rimasto costante nel tempo”.
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