La maggioranza, che lo ritiene sbilanciato e unilaterale, chiede venga ritirato e modificato.
Il Consiglio comunale, nella seduta di lunedì 15 gennaio 2007, ha respinto l’ordine del giorno presentato da Forza Italia con cui si esprimeva solidarietà allo Stato di Israele colpito dagli attacchi dei razzi libanesi nel luglio scorso e si chiedeva di attivarsi al Governo italiano. Hanno votato a favore l’opposizione e il Gruppo Indipendente, contraria la maggioranza che ha definito l’ordine del giorno “unilaterale e sbilanciato dalla parte di Israele”. Anche su sollecitazione del consigliere indipendente Caropreso, preoccupato che “il Consiglio non riesca a trovare l’unanimità di fronte ad una questione così importante”, la maggioranza ha invitato Forza Italia a ritirare l’odg e a modificarlo limitandolo ai punti condivisi: “due popoli e due stati” e la condanna delle parole del presidente iraniano. I consiglieri di Forza Italia hanno preferito mantenere l’odg originale “anche perché – ha detto Adolfo Morandi che lo ha illustrato al Consiglio – è stato presentato sei mesi fa, quindi c’era tutto il tempo per discuterne prima”.
In particolare, l’odg prendeva in considerazione: le violazioni dei confini di Israele da parte della milizia libanese; la risoluzione ONU non rispettata dalle milizie Hezbollah; l’attività del presidente iraniano Ahmadinejad per dotarsi dell’arma nucleare e le sue esternazioni sulla necessità di cancellare lo Stato di Israele; il diritto di difendersi di Israele. In essa s’invitava il Governo italiano “a condannare senza se e senza ma gli attacchi perpetrati dalle milizie filoiraniane e filosiriane contro la democrazia israeliana, a condannare le parole espresse dal rais siriano e dal presidente iraniano finalizzate alla distruzione dello Stato ebraico, ad adoperarsi affinché vengano liberati i militari presi in ostaggio in territorio israeliano, perché cessino immediatamente i lanci di razzi e missili da Gaza e dal Libano, ad adoperarsi perché venga pienamente applicata la risoluzione ONU 1559, ad adoperarsi perché tutte le fazioni palestinesi accettino il riconoscimento dello Stato di Israele ed il ripudio della violenza; a sostenere le coraggiose iniziative intraprese dal Governo israeliano e dalla parte più aperta delle forze politiche palestinesi per realizzare l’obiettivo condiviso di due popoli, due stati”.
Nel suo intervento Ivo Esposito (Forza Italia) afferma che “Israele è l’unico stato in Oriente in cui vige un governo democratico nel senso più occidentale del termine” e ha ricordato “il tentativo del presidente iraniano di non riconoscere lo sterminio di 6 milioni di ebrei. Israele vuole continuare ad esistere e in questo momento Condoleeza Rice sta trattando perché possa continuare ad esistere in cambio del riconoscimento di territori allo Stato palestinese”. Di altro tenore l’intervento del consigliere Giuseppe Campana (Ds): “Uno scrittore israeliano, David Grossman, in visita in Italia è riuscito a conciliare in tutti i suoi interventi il diritto ad esistere dei due popoli. Lo ha fatto anche nell’orazione funebre del figlio, militare dell’esercito che ha perso la vita proprio negli ultimi giorni di bombardamenti. In un’altra occasione lo stesso Grossman ha ricordato il vicolo cieco in cui sono caduti lo Stato di Israele e lo stato di Hamas che non riconosce Israele, un empasse da cui è necessario uscire. E’ quindi possibile essere critici verso il proprio governo senza per questo essere antisraeliani. Oggi essere amici di Israele significa essere amici della Palestina e viceversa, occorre cioè avere piena consapevolezza delle ragioni e delle colpe degli uni e degli altri e dichiararli allo stesso momento”. Anche Achille Caropreso (Gruppo Indipendente) fa riferimento al movimento culturale trasversale che si è sviluppato in Israele, che raccoglie autorevoli figure di intellettuali, ma sottolinea: “L’atteggiamento di Hezbollah vuole essere uno schiaffo a chi vuole arrivare ai riconoscimenti pieni e reciproci dei popoli che abitano in Israele e nella Palestina. Il mio voto sarà favorevole anche se riconosco quest’ordine del giorno sbilanciato nei confronti del popolo israeliano”. Lapidario l’intervento di Mauro Tesauro (Verdi): “Quest’ordine del giorno è su alcuni aspetti obsoleto e assolutamente unilaterale. In questo momento se c’è uno Stato negato è sicuramente quello palestinese: si parla di un muro che va ad escludere le risorse più appetibili e di insediamenti di coloni, quindi uno Stato che ha un’estensione a macchia di leopardo. Inoltre l’ordine del giorno non fa riferimento alle Fattorie di Sheba’a, occupate da Israele in territorio libanese e vorrei infine conoscere cosa pensa l’opposizione delle cluster bomb che hanno letteralmente distrutto il Libano.” Dante Mazzi (Forza Italia) sottolinea che l’ordine del giorno voleva innanzitutto condannare “il delirio di un pazzo, il presidente iraniano” e parla di “politica filopalestinese che è sempre stata fatta in questa città”. “Questa mozione – ha aggiunto Adolfo Moranti (Forza Italia) - è stata scritta in un momento particolare, quando cioè Israele aveva il diritto di difendersi dal feroce attacco dei missili degli Hezbollah. L’unico strumento allora utilizzabile era la reazione, anche se la guerra non è mai condivisibile. E’ anche ovvio che Israele è uno stato evoluto e democratico molto più vicino al nostro standard occidentale, e i morti israeliani non sono stati così tanti come quelli sull’altro fronte, perché più sviluppato il sistema difensivo israeliano. L’odg voleva essere solo la fotografia di un momento storico particolare ed esprimeva l’auspicio che il Governo italiano si muovesse in un certo modo”. “Oggi come oggi non credo che l’odg in discussione serva a molto – ha affermato Mauro Manfredini (Lega Nord) in sede di dichiarazioni di voto - ma il nostro voto sarà favorevole, soprattutto in riferimento al punto dove vengono condannate le esternazioni del presidente iraniano che si dice a favore dell’atomica e per la cancellazione dello Stato di Israele”. “Anche se l’odg andava probabilmente attualizzato – ribadisce Baldo Flori (Modena a Colori) - il nostro voto favorevole è legato soprattutto all’ultimo capoverso, laddove si cerca di dar forza alle ragioni dell’esistenza di due Stati. Inoltre, tra le prese di posizioni del presidente iraniano non c’è solo il nucleare, ma anche la negazione della Shoah, argomenti di cui avremo ancora modo di parlare in occasione della Giornata della Memoria”. Alvaro Colombo (Rifondazione Comunista) è del parere che: “Quest’ordine del giorno non rende un favore ad Israele. Oggi se vogliamo operare ad un progetto che vada nella direzione della pace dobbiamo avere il coraggio di condannare atteggiamenti dell’una e dell’altra parte. Abbiamo condannato gli atti terroristici che annullano il processo di crescita della democrazia, ma allo stesso tempo non possiamo non condannare il terrorismo di Stato di Israele”. Sergio Rusticali (Sdi) ritiene che: “L’area politica considerata nell’odg è particolarmente complessa, attraverso la soluzione di quel problema passa probabilmente anche la soluzione di altri grandi problemi che investono l’area mediorientale. Non possiamo non condannare le affermazioni del presidente iraniano quando nega il diritto ad esistere di Israele, ma siamo contrari all’odg perché la sua premessa politica è sbilanciata e manchevole. Avrebbe potuto essere diverso e raccogliere adesioni trasversali”. Sergio Celloni (Udc) annuncia invece il suo voto favorevole “ma – aggiunge - il Consiglio dovrebbe avere prerogative diverse e discutere anche di cose più vicine alla città”.
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