Nota congiunta dei Sindaci di Modena, Giorgio Pighi, e di Bologna, Sergio Cofferati
"Minacce e intimidazioni sono inaccettabili e insieme alla preoccupazione
esprimiamo anche la nostra piena solidarietà alla direttrice del Centro di
permanenza temporanea di Bologna, Anna Maria Lombardo". E' quanto
dichiarano i sindaci di Bologna e Modena, Sergio Cofferati e Giorgio Pighi,
in merito alla decisione della Confraternita di Misericordia di Modena di
recedere dall'impegno di gestione dei Cpt delle due città. "E' una
decisione grave, difficilmente comprensibili e sostanzialmente non
accoglibile - affermano i sindaci -. La continuità di gestione di una
struttura pubblica deve essere garantita sempre e comunque, a maggior
ragione se si tratta di una situazione particolarmente delicata come nel
caso dei centri di permanenza. Da parte nostra non sono mai stati messi in
discussione impegno e professionalità della Misericordia e di chi
materialmente opera all'interno delle strutture. Le difficoltà nascono
dall'applicazione di una legge sbagliata come la Bossi-Fini, che ha
snaturato le funzioni dei Cpt fino a trasformarli in luoghi di reclusione a
tutti gli effetti, con le conseguenze che conosciamo".
I sindaci di Bologna e Modena ribadiscono quindi la necessità di andare
al superamento dell'attuale funzione dei Cpt, ma al tempo stesso rilevano
come non sia giusto "rinunciare ad un incarico delicato in un momento
difficile come questo. I responsabili delle minacce vanno individuati, e a
questo devono pensare le forze di polizia e la magistratura, ma alla
Misericordia - concludono Cofferati e Pighi - chiediamo di confermare
presenza e impegno, insieme alle istituzioni e agli altri soggetti del
volontariato impegnati nei centri e sul territorio".
esprimiamo anche la nostra piena solidarietà alla direttrice del Centro di
permanenza temporanea di Bologna, Anna Maria Lombardo". E' quanto
dichiarano i sindaci di Bologna e Modena, Sergio Cofferati e Giorgio Pighi,
in merito alla decisione della Confraternita di Misericordia di Modena di
recedere dall'impegno di gestione dei Cpt delle due città. "E' una
decisione grave, difficilmente comprensibili e sostanzialmente non
accoglibile - affermano i sindaci -. La continuità di gestione di una
struttura pubblica deve essere garantita sempre e comunque, a maggior
ragione se si tratta di una situazione particolarmente delicata come nel
caso dei centri di permanenza. Da parte nostra non sono mai stati messi in
discussione impegno e professionalità della Misericordia e di chi
materialmente opera all'interno delle strutture. Le difficoltà nascono
dall'applicazione di una legge sbagliata come la Bossi-Fini, che ha
snaturato le funzioni dei Cpt fino a trasformarli in luoghi di reclusione a
tutti gli effetti, con le conseguenze che conosciamo".
I sindaci di Bologna e Modena ribadiscono quindi la necessità di andare
al superamento dell'attuale funzione dei Cpt, ma al tempo stesso rilevano
come non sia giusto "rinunciare ad un incarico delicato in un momento
difficile come questo. I responsabili delle minacce vanno individuati, e a
questo devono pensare le forze di polizia e la magistratura, ma alla
Misericordia - concludono Cofferati e Pighi - chiediamo di confermare
presenza e impegno, insieme alle istituzioni e agli altri soggetti del
volontariato impegnati nei centri e sul territorio".
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