13/09/2006

ANTEPRIMA DEL FILM SU DIONIGI E RASSEGNA SUI "RAGAZZI SELVAGGI"

Venerdì 15 sarà proiettata a Modena la pellicola dedicata al filosofo bolognese, morto otto anni fa, che partecipò al '68 in Francia. Al Santa Chiara film di Truffaut
Ha partecipato al maggio francese, è stato protagonista dei movimenti operai e studenteschi in Italia, è stato tra i fondatori del “Manifesto”, professore all’Università di Bologna e studioso di Nietzsche, Marx e Wittgenstein.
A Roberto Dionigi - nato a Barletta nel 1941 e morto nel 1998 all’età di 57 anni - Luisa Grosso, con la collaborazione di Giuseppe Bertolucci, ha dedicato il film “Una vita da filosofo”, che sarà presentato in anteprima al Baluardo della Cittadella di Modena venerdì 15 settembre alle 21, accompagnato da un dibattito tra i filosofi Stefano Bonaga e Giacomo Marramao. L’iniziativa si svolgerà nell’ambito del Festival filosofia sull’umanità.
Il film – che vede la partecipazione, tra gli altri, di Stefano Benni, Franco Berardi (Bifo), Alessandro Bergonzoni, Stefano Bonaga, Massimo Cacciari, Umberto Eco, Helmut Failoni, Giacomo Marramao e Marina Mizzau - rilegge l’esperienza umana e il viaggio intellettuale di Roberto Dionigi indagando il rapporto tra il filosofo e la città di Bologna attraverso l’esplorazione dei luoghi fisici e simbolici della sua vita. E’, inoltre, una riflessione sulle innovazioni e le contraddizioni che la generazione a cavallo del Sessantotto ha portato al dibattito politico culturale italiano proprio attraverso un’esperienza emblematica, ma unica. Dionigi, infatti, ha partecipato al maggio francese e ai movimenti operai e studenteschi, pur conservando uno sguardo critico e il rigore che lo ha accompagnato nella carriera di studioso.
Centrale, nella sua riflessione, fu il pensiero di Nietzsche, mentre risalgono agli anni ’80 anche due saggi su Bataille e un lucido bilancio del comunismo di Marx. Gli scritti degli anni ’90 si concentrano sull’ermeneutica, sulla semantica antica e infine sul pensiero di Wittgenstein, del quale condivideva l’esigenza di ripensare il linguaggio come la cosa stessa della filosofia.
Il film di Luisa Grosso è stato prodotto dal Comitato per la costituzione della Fondazione Roberto Dionigi con la Cineteca del Comune di Bologna e Beppe Caschetto e con il sostegno della Regione Emilia-Romagna, del Comune, dell’Università, della Fondazione Cassa di Risparmio e della Fondazione del Monte di Bologna.
Alle 22, al Palazzo Santa Chiara di Modena, prende il via anche una rassegna di film sul tema dei bambini cresciuti in luoghi selvaggi (e allattati e accuditi da bestie selvatiche) o tenuti a lungo in segregazione. Un’occasione per riflettere sul rapporto tra natura e cultura e sui fattori non ereditari che contribuiscono alla formazione del comportamento umano.
Curata dall’Associazione circuito cinema, la rassegna si inaugura con “Ragazzo selvaggio” di François Truffaut, proiezione che sarà preceduta dalla lezione magistrale di Sergio Moravia, professore di Storia della filosofia all’Università di Firenze, dal titolo “Ragione emancipativa contro ragione scientifica: il caso del ragazzo selvaggio dell’Aveyron”.
Sarà l’occasione per vedere o rivedere “Feroz” dello spagnolo Manuel Gutiérrez Aragón, “Wend Kuuni” (“Il dono di Dio”) del senegalese Gaston Kaborè, “Oltre il giardino” di Hal Ashby “Il signore delle mosche” di Peter Brook, “Bad Boy Bubby” di Rolf De Heer e “L’enigma di Kaspar Hauser” di Werner Herzog (ingresso 2,60 euro con tessera Truffaut).

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