11/07/2006

PIANO URBANO DELLA MOBILITÀ, IL RESOCONTO DEL DIBATTITO

Tutti gli interventi dei consiglieri comunali sulla delibera approvata ieri in Consiglio
L’approvazione del Piano Urbano della Mobilità è arrivata dopo un lungo dibattito in Consiglio comunale, che ha visto maggioranza e opposizione divise su una serie di provvedimenti. Il primo intervento è stato quello di Mauro Manfredini (Lega Nord), che ha sottolineato la mancanza di tempi certi, chiedendo poi che l’ampliamento della Ztl sia preceduta dalla creazione di nuovi punti sosta in centro storico. Manfredini ha anche criticato i provvedimenti sulle ciclabili, definendo “fumo” il progetto della Metrotramvia: “Sono anche contrario a Sirio – ha concluso – perché è solo un sistema per fare cassa”. Giovanna Lolli (Ds) ha invece evidenziato il valore del Pum che “interpreta le esigenze di tutti i cittadini”, rilevando poi che “i mezzi pubblici dovranno essere competitivi, misurandosi su esigenze trasversali”.
Secondo Ercole Toni (Ds) il Pum “è lo strumento per governare i problemi legati all’aumento del traffico, dall’inquinamento alle difficoltà per i pedoni, dalla mancanza dei parcheggi al collasso del traffico veicolare”. Secondo Toni, inoltre, bisogna “accentrare le attività produttive fuori dal centro, con orari diversi per ingressi e uscite delle maestranze, salvaguardando il diritto alla competitività”, coinvolgendo i privati sul fronte dei costi dei vari interventi del Piano.
Achille Caropreso (Indipendente) ha ricordato che il Piano deve rispettare una serie di parametri risultanti da una ricerca europea che ha messo a confronto su questi stessi temi tre città europee, rilevando inoltre la difficoltà degli attraversamenti pedonali agli incroci semaforizzati.
Mauro Tesauro (Verdi) ha evidenziato le gravi conseguenze dell’inquinamento, sottolineando che “sta sfumando il concetto che l’auto sia sinonimo di libertà”, mettendo poi in rilievo che “le città devono essere più sane a partire proprio dal rilancio del trasporto pubblico locale”. Tesauro ha chiesto che i parcheggi scambiatori siano gratuiti, insistendo poi sul fatto che “il progetto sulla metrotramvia arrivi a buon fine, implementando la stessa metrotramvia in un’ottica di area vasta”.
Baldo Flori (Modena a Colori) ha chiesto come il piano regionale relativo alle misure contro l’inquinamento - che dovrebbe essere pronto ad agosto - terrà conto delle novità e come si inserisca in quel patto il Pum: “Ci chiediamo anche se il metrò in superficie sia la strada giusta – ha proseguito - Questo è il punto debole di tutte le proposte. Crediamo di più al piano sosta, che sarà il vero strumento del piano”. Secondo Flori, inoltre, “la cultura di Modena come Terra di Motori deve orientare le scelte del Piano e non va ripudiata”. Il consigliere di Modena a Colori ha anche rilevato che “le stesse proposte le aveva fatte Fauchè 10 anni fa, quindi siamo in ritardo. Lo stesso Fauchè, per favorire una logica di area vasta, aveva previsto modifiche al Prg proprio in questa logica”. William Garagnani (Ds) ha ricordato che “a Modena il 12,6% dei cittadini utilizza la bicicletta o va a piedi. Se decidessero di passare alle auto ci sarebbero più morti e più incidenti. Questa realtà va fatta conoscere ai modenesi, la gente deve prendere coscienza di questa verità”. Garagnani, inoltre, ha chiesto che il prossimo anno scolastico sia l’anno della mobilità sostenibile, seguito da Sergio Celloni (Udc) che ha dichiarato da subito la propria astensione sul documento: “Io pretendo che il piano venga realmente fatto così come annunciato, per evitare problemi contingenti. Per garantire maggiore fluidità al traffico io proporrei di finanziare mezzi privati che trasportino i dipendenti. Con la mia astensione voglio dare un’opportunità alla giunta nell’interesse dei cittadini”.
Secondo Giancarlo Montorsi (Prc) il Piano è importante perché “guarda alla necessità di migliorare la qualità della vita. La scala provinciale è l’unica realistica per lo sviluppo del trasporto pubblico, perciò ci auguriamo che Atcm sia messa in grado di realizzare gli impegni che oggi vengono approvati”. Montorsi ha aggiunto che “se la filosofia è di razionalizzare la mobilità privata e potenziare quella pubblica, la ripartizione degli investimenti deve essere proporzionale”.
Sergio Rusticali (Sdi) ha rilevato che “non c’è sfida vincente sulla mobilità se non si intercetta il traffico che dalla periferia viene a Modena. Solo in un concetto di area più ampia è possibile cogliere questo aspetto”. Anche Rusticali ha toccato il tema delle risorse, sottolineando l’esigenza di “mettere in campo sinergie, rapporti con la Regione e con il Governo. Se un privato vuole partecipare, non ci sono le porte chiuse. Il consigliere dello Sdi ha poi ricordato che “Sirio non è repressivo, lo è solo se non si rispettano le norme. Se non piace il nome Sirio, lo possiamo chiamare Antonio, ma va capita la valenza educativa”.
Secondo Teodoro Vetrugno (Ds) “il Pum e il Piano della sosta hanno il profumo del futuro. Bisogna ragionare sulle prospettive per il domani, senza pretesa di definire oggi ogni aspetto. Alcuni assi strategici, però, ci sono e su questi c’è l’aspetto favorevole di maggioranza e opposizione. Coglie infatti gli elementi principali, tra cui l’evidenza che sarebbe un errore avere un piano della mobilità staccato da un sistema regionale”. Per Vetrugno “il Piano della Mobilità ha a che fare con la qualità della vita dei modenesi e deve essere vissuto come una cosa propria dai cittadini. Sul fronte delle risorse, l’intervento delle istituzioni che a vario titolo sono investite deve essere ricercato, sollecitato, vanno attivate energie di altri enti come la Provincia, Regione e Stato, con proposte anche di partecipazione di capitali privati”.
Enrico Artioli (Margherita) ha detto di concordare con Vetrugno, ricordando che “una soluzione affidabile arriva solo a livello strutturale, ragionando a 360 gradi, con ricadute per le generazioni future. Il Piano richiede un cambiamento di mentalità dei cittadini, ad esempio di passare da gomma a ferro, ma anche da mezzo privato a mezzo pubblico”. Secondo Artioli, per intercettare le fonti di traffico alla fonte vanno coinvolte nel Piano anche le città comprese nell’area tra Parma e Bologna: “Siamo favorevoli alla metrotramvia – ha aggiunto – ma abbiamo qualche perplessità sulle difficoltà che possono nascere nel passaggio in centro. Il rischio – ha concluso – è però che il Piano sia un libro dei sogni, stante l’attuale congiuntura e le risorse necessarie”.
Dante Mazzi (Forza Italia) ha dichiarato di apprezzare il lavoro di Sitta, rilevando però che “si tratta di parole già sentite. Ero tra il pubblico quando Husler presentò il piano – ha detto Mazzi - Ricordo gli interventi, anche quello di Pighi, che ne parlava come se il piano fosse definitivo per i successivi 20 anni. Nel piano che ci viene sottoposto oggi si vedono analogie con il piano Husler. Sono passati 11 anni, quindi mi chiedo: cosa c’è di nuovo? Di tutto quello non è stato fatto nulla, quindi riconosco alla maggioranza la capacità di far passare per nuovo ciò che nuovo non è.
Apprezzo anche il fatto che Sitta dica che il Pum non vuole penalizzare l’auto dal punto di vista ideologico. Sitta dice anche che prima si faranno i parcheggi, poi si allargherà la Ztl, ma ho i miei dubbi”. Anche Mazzi ha insistito sulla necessità di ragionare in termini di area vasta, ricordando allo stesso tempo che “si parla dei Transit Point, ma non se ne fanno. Come possiamo farlo a Modena visto che non sono stati fatti neanche in provincia? Quanto alla metrotramvia, infine, ho capito che alla fine è stato un grande bluff, polvere negli occhi, per far vedere che si cambia tutto per non cambiare niente. La metrotramvia non si farà, si tracceranno delle linee gialle per fare le corsie preferenziali. Non c’era assoluta volontà era solo un modo per mettersi di traverso al governo di allora”.
Nel dibattito è poi intervenuto il sindaco di Modena Giorgio Pighi, evidenziando che “c’è un’evoluzione del tema della mobilità, che diventa strategico e si misura su un’area più vasta di quella del territorio comunale. Anche i contatti frequenti con Bologna, Ferrara e Reggio Emilia su questo tema sono la riprova del nostro interesse. C’è stato un forte interessamento del Comune di Modena e della Provincia sul quadruplicamento dell’autostrada del Sole e sulla realizzazione della Cispadana.
Il quadruplicamento sta dando effetti positivi – ha sottolineato il sindaco – Con la Cispadana, inoltre, si decongestionerà il traffico e si andrà al riequilibrio dei flussi, con ricadute positive su Modena. L’area vasta rappresenta quindi un elemento imprescindibile. Il Protocollo per le autostrade, ad esempio, fu un’idea mia, che maturai dopo una serie impressionante di incidenti a fine 2004 che mise in difficoltà la città”.
Secondo Pighi “il pregio del Pum è questo passo avanti, considerare cioè che il nostro piano locale è teso a valutare cosa succeda in area vasta, a come rapportarci ai macrofenomeni che vi si verificano, ad esempio il pendolarismo e i parcheggi scambiatori. E’ anche un Piano maturato in una logica partecipativa. Sui singoli obiettivi si è discusso molto in giunta”. Pighi ha anche dichiarato che “c’è un fondo di ragione sulle critiche di Mazzi al Piano Husler, che aveva una logica che in questo quadro potrebbe addirittura essere implementata”.
In fase di replica l’assessore alla Mobilità Daniele Sitta ha ribadito che il Piano è frutto di “oltre 60 incontri con la città, raccogliendo suggerimenti, proposte, cercando strade e soluzioni condivise. Fondamentale è anche la larga condivisione in Consiglio, perché nel futuro ci sarà una battaglia enorme, siamo solo all’inizio del percorso relativo alle risorse, che coinvolgerà Anas, Ferrovie, Regione, Governo ecc. Non è un progetto velleitario – ha assicurato – Gli interventi hanno copertura finanziaria certa, tranne alcuni, ad esempio la variante di Vaciglio o la variante di via Emilia Ovest che è stata inserita nel progetto complessivo della Brennero fino a Sassuolo, perciò è legato a quell’intervento, il che ci preoccupa viste le incertezze di finanziamento. Il rischio, in questo caso, è di avere lo scalo merci senza il collegamento con la tangenziale”. Sitta ha respinto al mittente le accuse di Mazzi rispetto alla Metrotramvia: “E’ contraddittorio dire che sia possibile ragionare su soluzioni flessibili e dall’altra accusarci di non avere seguito in maniera acritica una proposta che sembrava gradita al precedente governo. Noi abbiamo presentato un progetto che risponde alla Legge Obiettivo e che come tale merita di essere finanziato. La nostra disponibilità a ragionare sulle risorse c’è tutta. Decisive sono le parti infrastrutturali che ci permettono di mettere in sede propria il trasporto pubblico. Quanto al fatto che lì, in fase transitoria, si userà una metrotramvia o una filovia, non è questo il punto. Vogliamo intanto che si realizzi in tempi brevi”.
L’assessore ha evidenziato la necessità di un cambiamento culturale, che “non è affatto acquisito. Bisogna cambiare per poter fare politiche adeguate senza che ci siano contraccolpi. Quando cominceremo a togliere pezzi di strada privata per destinarla al trasporto pubblico, a quel ci sarà la grande battaglia culturale da fare. Ricordo perciò che c’è la coscienza di esigenza di una svolta. Se non si interviene, nel 2015 la mobilità extraurbana aumenterà del 20 – 25%, perciò ci imponiamo l’obiettivo rivoluzionario di invertire la tendenza, spostando circa il 9% dei cittadini dal mezzo privato al mezzo pubblico che, se raggiunto, porterà a eliminare la congestione, a diminuire l’inquinamento e a una maggiore sicurezza. Nessuno demonizza l’auto – ha concluso Sitta - ma bisogna farne un uso più responsabile. L’utilizzo dell’auto non può essere la conseguenza della mancanza di alternative”.
In fase di dichiarazione di voto Rosa Maria Fino (Società Civile) si è detta soddisfatta dell’ampliamento dei parcheggi e delle piste ciclabili, chiedendo di verificare la possibilità di istituire corsi per imparare ad andare in bicicletta “non solo per donne extracomunitarie, ma anche per chi – come me - non sa andare in bici perché non ha avuto la possibilità di imparare poiché cresciuta in un contesto che considerava sconveniente che una donna andasse in bicicletta”. Mauro Manfredini (Lega Nord) e Baldo Flori (Modena a Colori) hanno confermato le perplessità già espresse, seguiti da Antonio Maienza (Udeur) che ha rilevato l’esigenza di “rimodulare le nostre abitudini. Su Sirio, come è noto, io sono contrario, però voterò però il piano inteso come progetto per la qualità della vita. E’ un progetto interessante, permette che il sogno nel cassetto di tanti modenesi diventi realtà”.
Per Andrea Leoni (Forza Italia) “non ci saranno problemi rispetto alla tramvia, perché non si farà, lo sappiamo tutti. Il governo amico di centrosinistra non la finanzierà, e sarà un bene, perché non è lo strumento di cui ha bisogno la città. Non pensiamo che sia lo strumento che aveva pensato il precedente governo come esperienza pilota. E’ quindi un falso problema e già buona parte delle scelte interne al Pum vengono giocoforza svuotate”. Leoni, rispetto al riferimento all’area vasta citato dal sindaco, ha dichiarato che “Pighi cita la Cispadana, che dovrebbe agevolare Modena, però ricordo che io in Consiglio regionale mi sono astenuto su questo fronte. La strada non sarà pronta prima del 2015, nella migliore delle ipotesi. Si sono citati anche i Transit point. Ricordo lo sconcerto della Bastico di fronte al nostro voto negativo di fronte al finanziamento di 20 milioni di euro al distretto ceramico che dovevano servire a realizzarli, ma di cui oggi non ce n’è traccia. Non c’è un piano di area vasta e questo testimonia il fallimento anche delle giunte precedenti. Il nostro è un giudizio negativo perché avete già dimostrato che le intenzioni degli ultimi 6 o 7 anni sono rimaste lettera morta”.
Alberto Caldana (Margherita) ha annunciato voto favorevole, dichiarando che “è giusto raccogliere la sfida” e che è importante partire da subito con alcuni elementi, tra cui “il coinvolgimento di altri enti in una logica di area vasta, la realizzazione del parcheggio al Novi Sad e il progetto Itaca per il decongestionamento centro storico, mettendo in cantiere questi elementi e dimostrando che non è un libro dei sogni che rimane nel cassetto”.
Danilo Bassoli (Ds) ha espresso il proprio rammarico rispetto al fatto “non si sia riusciti a convincere il Consiglio intero. Questa è una scommessa per il futuro della città. Se faremo le cose e troveremo le risorse, ce ne prenderemo tutto il merito e voi avrete bocciato un’idea che invece poteva funzionare. Era un’occasione. Mi delude anche Flori, non capisco perché si sia arrivati a questa mancanza di disponibilità. Non si può dire che il progetto non piace perché manca il progetto di Metropolitana dell’altro governo. Perdete davvero un’occasione”.
Sergio Celloni (Udc), infine, ha chiuso il dibattito dichiarando di apprezzare l’intervento di Leoni e ribadendo la propria astensione: “Io voglio che le cose vengano fatte – ha dichiarato - Spero di campare a sufficienza per vederle realizzate. Mi dispiace sembrare una mosca bianca nell’opposizione, ma è un’astensione di fiducia, perché anche noi sappiamo capire quando si può dare fiducia, o quando si fa ottusa opposizione”.

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