Collocata tra via Formigina e strada per Cognento l'opera dell'artista modenese Carlo Cremaschi. Si intitola Kimera e parla di un secolo di crudeltà e dolcezza
"Sedici tonnellate di acciaio per rendere omaggio al Novecento attraverso un'opera d'arte che si presenta come "un grande giocattolo arrugginito abbandonato da un bambino gigantesco". Nelle intenzioni del suo autore - l'artista modenese Carlo Cremaschi - è questo il significato di "Kimera", la grande e poetica oca di metallo collocata stabilmente all'incrocio tra via Formigina e strada per Cognento, vicino al cinema Raffaello. La cerimonia di scoprimento, avvenuta questa mattina alla presenza dell'artista, del sindaco di Modena Giorgio Pighi e degli assessori alla Cultura Mario Lugli e all'Urbanistica Daniele Sitta, ha svelato un oggetto di 6 metri e mezzo di lunghezza, 3 metri e mezzo di altezza e altrettanti di larghezza. "Nelle mie intenzioni - spiega Cremaschi - Kimera racchiude l'emblema del Novecento, il secolo in cui sono nato: la chimera delle utopie, la corsa del sogno, la follia di un secolo fatto di crudeltà e di dolcezza, di intelligenza e brutalità, di potenti illusioni, grandi speranze e rovinose cadute". Leggera e pesante al tempo stesso, l'opera è costruita con tecnologia industriale. "Escluso l'uso di basi o piattaforme - prosegue Cremaschi - l'oggetto poggia direttamente sul suolo a sollecitare contemporaneamente il contatto e la distanza con le persone. Ripensandoci, potrebbe forse rappresentare anche lo spirito dell'automobile, con il suo stare insieme di elegante intelligenza, di simpatica quotidianità, ma anche di fredda stupidità". Fu il Comune di Modena, nel 2004, a chiedere a Cremaschi un'opera pubblica da inserire nell'ambiente cittadino. "Pur senza praticare la scultura - ricorda l'artista - avevo già una certa esperienza nella progettazione; utilizzai come soggetto una figura emblematica tratta da un mio vecchio quadro e provai a tradurla in oggetto. Così, attraverso l'uso di riga, squadra e compasso cominciai a dimensionare l'oggetto". Dopo aver scartato l'uso del bronzo, troppo legato alla scultura tradizionale, e del legno, troppo delicato per gli spazi esterni, Cremaschi ha dunque scelto l'acciaio Corten e un'azienda - la Metalstrutture di Toscanella di Dozza - che attraverso i calcoli e i disegni di un ingegnere ha portato alla realizzazione dell'opera che ha ora la sua stabile collocazione nello spazio tra via Formigina e strada per Cognento. "
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