Tutti gli interventi dei consiglieri nel corso dell'illustrazione della delibera
Il dibattito sulla variazione di bilancio presentata in Consiglio comunale dall’assessore al Bilancio Francesco Raphael Frieri si è aperto con l’intervento di Baldo Flori (Modena a Colori), secondo cui “ci sono 9 milioni di euro di entrate in più rispetto alle previsioni. Il bilancio di previsione che ci era stato presentato era stato sottostimato, se ci fosse stata l’acqua alla gola come ci era stato prospettato le risorse sarebbero state utilizzate diversamente, invece c’è uno sventagliamento di voci, cioè queste nuove e inattese entrate sono state utilizzate per dare tanti contentini. E’ vero infine che ci sono entrate vincolate ma ce ne sono altre su cui l’amministrazione ha fatto scelte discrezionali. L’attendibilità del bilancio che ci presenterà tra alcuni mesi è già minata”.
Non è d’accordo il consigliere Danilo Bossoli (Ds) che afferma: “Queste entrate non sono state per nulla sparse a pioggia, bensì sono andate: quattro milioni per i Servizi sociali, oltre un milione per l’Istruzione, due milioni per la Cultura, come era stato stabilito inizialmente. L’unica voce non prevista è stato l’incremento delle utenze che ha richiesto un milione di euro. Rimane quindi solo un milione per quelle che Flori definisce spese sventagliate. Quello che invece sappiamo è che questi bilanci sono stressati, abbiamo dovuto spendere oggi quello che avremmo dovuto utilizzare per investimenti.”
E’ stata quindi la volta di Alvaro Colombo (Prc), secondo cui “a differenza di quanto dice Flori, il bilancio nella tenuta delle cifre non nasconde le difficoltà che ci sono state. Non abbiamo mai detto che avremo tagliato servizi per la città, ma che non saremo riusciti a rispondere compiutamente alle domande sociali della città”. Colombo ha poi sottolineato che “non è vero che c’è stata una ricaduta a pioggia. Il passaggio dai 41 milioni a 42,600 sull’istruzione evidenzia un investimento di 1 milione e 600mila euro. Si cresce di 4 milioni sul sociale e 2 milioni di spesa corrente sulla cultura. Sette dei 9 milioni ricadono in questi settori, da sempre considerati di crescita e costruzione sociale per la città”.
Per Achille Caropreso (Indipendente) “la notizia brutta è l’aumento vertiginoso del costo fisso dell’energia elettrica, che incide molto sulla variazione. E’ il mercato che la determina, ma mi chiedo se si possa in qualche modo arginare con quelle economie che possono incidere per il futuro, ad esempio cominciando noi, come ente locale, a dare il buon esempio, anche sul fronte del riscaldamento”. Per Caropreso, inoltre, “certe variazioni sono necessarie per distribuire a favore di settori quali l’handicap, di fronte ad uno Stato che costringe di fatto gli enti locali a fare ricorso a certe spese, salvo poi abbandonare a se stessi giovani che per una legge assurda dello stesso Stato non sono soggetti da tutelare”.
Eugenia Rossi (Ds) ha invece dichiarato che “non è detto che la chiarezza contabile possa esimerci da preoccupazioni, poiché è evidente che siamo in un quadro in cui certi elementi peseranno sempre più, dalla riduzione delle entrate all’aumento delle spese sul fronte energetico. Ci si prospetta una situazione in cui il Comune rappresenta la parte terminale di una ricaduta che parte dallo Stato e arriva fino ai comuni”.
Secondo la consigliera dei Ds “è necessario avere progetti e priorità chiare, a partire dal welfare. Il punto che sembra soffrire è quello culturale. In un quadro regionale ricordo che la Regione si è mossa già diversamente, tagliando alcuni finanziamenti e io spero che questi tagli non cadano in maniera indistinta su quella che è la nostra cultura cittadina”.
Sergio Celloni (Udc) ha sottolineato di “fare fatica ad accettare questo preconsuntivo. Non mi trovo d’accordo con questa amministrazione che la politica la fa dove gli fa comodo. Avevo chiesto atti su eventuali spese fatte per associazioni culturali, fondi per fondazioni per le figurine, programmazione culturale, tutte cose importanti, ma quando ci si trova di fronte ad associazioni che prendono centinaia di migliaia di euro con attività che non ritengo sia di pura meritocrazia, non capisco quanto sia il risparmio”.
E’ poi intervenuto Dante Mazzi (Forza Italia), sottolineando che “sento parlare di strumentalizzazioni, ma respingo l’accusa. Noi non parliamo della qualità delle entrate, ma delle uscite. E’ la maggioranza che si lamenta delle entrate, anche se poi sono superiori rispetto alle previsioni. Noi abbiamo sempre detto che questo viene fatto sistematicamente perché questo è il metodo con cui poi si possono finanziare rivoli di spesa. Vi lamentavate di ciò che concedeva il governo precedente, ma si vorrebbe dimenticare che 9 milioni in meno nel consuntivo rispetto all’anno scorso derivano da minori dividendi di Meta. Voglio vedere se quest’anno vi lamenterete del credito di imposta o se riconoscerete che è un’entrata che dobbiamo dimenticarci, visto che lo stabilisce l’Ue e la conseguenza la pagano gli enti locali”. Secondo Mazzi “tutti i soldi che il governo centrale precedente aveva promesso sono arrivati. Quando è stata abolita la tassa sulle insegne avete strepitato, ma poi siete stati rimborsati. Quindi sono state mantenute le promesse. Il governo precedente ha detto di ridurre le spese e lo sosteniamo ancora oggi, ma noi non diciamo di tagliare la spesa sociale, al contrario, tanto che avevamo proposto il 5 per mille della precedente finanziaria, anche se questo governo la vorrebbe abolire”. Il consigliere di Forza Italia si è interrogato sulle spese del welfare, chiedendo se “davvero si garantisce la copertura delle esigenze di tutti i cittadini. Bisogna vedere quali progetti vengono finanziati sotto il cappello di welfare e della cultura. La mostra di Covili? Questi sono i progetti che qualificano il nostro bilancio? C’è uno storno di 20mila euro dedicato alla lotta all’evasione all’Ici. Come mai l’avete stornata? Da una parte dite che c’è l’evasione, dall’altra stornate spese dedicate alla lotta all’evasione, mettetevi d’accordo”. Dante Mazzi, infine, rispetto all’aumento di 823mila euro per le utenze, ha sottolineato che “ci sono Ordini del giorno in cui si dice di operare per politiche energetiche di un certo tipo e si chiede ai cittadini di risparmiare, quando invece sono gli enti locali per primi a non risparmiare. C’è l’iniziativa della lampadina di risparmio energetico data in maniera demagogica al cittadini, ma ci sono queste lampadine nelle scuole, asili e uffici pubblici? Ci sono i frangiflutti e altre soluzioni di risparmio energetico”?
In fase di replica, l’assessore Frieri ha ribadito che “la crescita di spesa è al 5% e si assesta verso il basso rispetto agli anni passati. Sul totale dei 9 milioni di aumento della spesa, 7 sono a destinazione vincolata, senza alcuna discrezionalità possibile da parte della giunta. Dove è invece stato possibile, il Consiglio comunale ha indirizzato verso il welfare. Se stiamo ad alcuni elementi evidenziati sulla crescita della rigidità, non sono fugati i timori che si sono evidenziati in fase di preventivo degli anno scorsi e che si ripresenteranno anche quest’anno. La rigidità – ha precisato Frieri - si vede anche su altri costi fissi. Le entrate non aumentano, quindi non si può non tenerne conto quando pensiamo ai bisogni futuri dei cittadini. Noi abbiamo sfruttato al massimo gli elementi di elasticità. Il tema degli oneri di urbanizzazione sarà centrale, ma sarà fatale se non si potrà destinarli all’obiettivo voluto”.
Frieri ha poi convenuto sul fatto che la spesa sia frammentata, dichiarando che questo “è normale vista l’attività del Comune che spesso surroga la mancanza di enti superiori. Alcuni auspici lo cogliamo, ad esempio sugli strumenti di coinvolgimento del privato sulla spesa corrente, come nel caso del project financing. E’ giusto anche porre il tema del risparmio energetico. Buona parte del risparmio in questo senso si ottiene con investimenti, ad esempio doppi vetri o coibentazione. Bisogna però dare l’esempio, ma ci vogliono risorse per fare gli investimenti”.
L’assessore ha quindi ricordato che “l’ambito culturale è quello più difficile da rendicontare” e che “non vedo la possibilità di rimborso in Finanziaria del credito d’imposta. Il governo attuale non lo ha promesso, quindi almeno non ci sono aspettative che poi saranno deluse. Mancano 900mila euro di Meta, non 9 milioni come dice Mazzi”.
Frieri ha concluso ricordando che “è un bilancio in equilibrio, ma c’è una dimensione critica della finanza di questo Comune in cui è evidente che aumenta la rigidità. La dinamica che permetteva elasticità verso i nuovi bisogni non c’è più”.
Si è poi passati alle dichiarazioni di voto, che si sono aperte con l’intervento di Mauro Manfredini (Lega Nord), secondo il quale “l’unica consolazione è di non sentire più dire “il governo ci ha tagliato”, come dicevate per il precedente governo. Adesso dite “ci ha lasciato il buco”. Sono state sottostimate le entrate e questo, se da un lato è positivo perché abbiamo 10 milioni in più, ci fa però pensare che siano stati presi dalle tasche dei cittadini senza servizi aggiuntivi. Quindi o il cittadino è stato spremuto o si sono fatti male i conti. Si poteva evitare l’aumento delle tariffe, lasciare invariate le rette nelle materne o trasporto scolastico. Politicamente, perciò, questo è un comportamento grave e mi mette in campana sul futuro bilancio preventivo. Fate attenzione per il futuro. Per queste ragioni io voterò contro”.
Baldo Flori (Modena a Colori) ha ribadito che “c’è demagogia nel nascondere che i dati reali sono positivi. Il bilancio fortunatamente non ha avuto grossi problemi, non è stato un bilancio stressante. I dati dimostrano che si è potuta governare la situazione. Abbiamo avuto anni in cui i tagli sono stati molto più pesanti di quelli dell’anno scorso.
Si sono sottostimati alcuni dati ben sapendo che nel corso dell’anno ci sarebbe stato un recupero che avrebbe permesso di rispondere ad una serie di bisogni dei cittadini. Non credo neanche alla favoletta della rigidità della spesa – ha aggiunto - L’utilizzo degli oneri di urbanizzazione, ad esempio, se diventa una regola può essere un problema, ma nei momenti di crisi è uno strumento che si usa per affrontare una situazione. Infine, quanto ai soldi concentrati su grandi capitoli come scuola e welfare, bisogna guardare dentro. Ma il welfare è tutto così da mantenere? Possiamo discutere le priorità? Ho contato 45 direzioni di spesa. Alla luce di queste considerazioni il nostro giudizio è negativo”.
Anche Dante Mazzi (Forza Italia) ha annunciato voto contrario, ribadendo che si “deve guardare alla qualità della spesa. Torno al discorso della cultura, perché si dice sempre che si deve fare più cultura, ma quali sono le spese della cultura? A parte Covili, penso alla cultura con la c o con la k di origine sovietica? L’8 e 9 agosto è stata finanziato uno spettacolo ai Giardini di un attore che porta in giro per l’Italia la teoria del complotto per le torri gemelle. E’ stata finanziata una bufala, ammantata con la vernice della cultura. Sottolineo perciò l’aspetto economico delle operazioni, che finanziano operazioni propagandistiche. Per questo parlo di Minculpop”.
Non è d’accordo il consigliere Danilo Bossoli (Ds) che afferma: “Queste entrate non sono state per nulla sparse a pioggia, bensì sono andate: quattro milioni per i Servizi sociali, oltre un milione per l’Istruzione, due milioni per la Cultura, come era stato stabilito inizialmente. L’unica voce non prevista è stato l’incremento delle utenze che ha richiesto un milione di euro. Rimane quindi solo un milione per quelle che Flori definisce spese sventagliate. Quello che invece sappiamo è che questi bilanci sono stressati, abbiamo dovuto spendere oggi quello che avremmo dovuto utilizzare per investimenti.”
E’ stata quindi la volta di Alvaro Colombo (Prc), secondo cui “a differenza di quanto dice Flori, il bilancio nella tenuta delle cifre non nasconde le difficoltà che ci sono state. Non abbiamo mai detto che avremo tagliato servizi per la città, ma che non saremo riusciti a rispondere compiutamente alle domande sociali della città”. Colombo ha poi sottolineato che “non è vero che c’è stata una ricaduta a pioggia. Il passaggio dai 41 milioni a 42,600 sull’istruzione evidenzia un investimento di 1 milione e 600mila euro. Si cresce di 4 milioni sul sociale e 2 milioni di spesa corrente sulla cultura. Sette dei 9 milioni ricadono in questi settori, da sempre considerati di crescita e costruzione sociale per la città”.
Per Achille Caropreso (Indipendente) “la notizia brutta è l’aumento vertiginoso del costo fisso dell’energia elettrica, che incide molto sulla variazione. E’ il mercato che la determina, ma mi chiedo se si possa in qualche modo arginare con quelle economie che possono incidere per il futuro, ad esempio cominciando noi, come ente locale, a dare il buon esempio, anche sul fronte del riscaldamento”. Per Caropreso, inoltre, “certe variazioni sono necessarie per distribuire a favore di settori quali l’handicap, di fronte ad uno Stato che costringe di fatto gli enti locali a fare ricorso a certe spese, salvo poi abbandonare a se stessi giovani che per una legge assurda dello stesso Stato non sono soggetti da tutelare”.
Eugenia Rossi (Ds) ha invece dichiarato che “non è detto che la chiarezza contabile possa esimerci da preoccupazioni, poiché è evidente che siamo in un quadro in cui certi elementi peseranno sempre più, dalla riduzione delle entrate all’aumento delle spese sul fronte energetico. Ci si prospetta una situazione in cui il Comune rappresenta la parte terminale di una ricaduta che parte dallo Stato e arriva fino ai comuni”.
Secondo la consigliera dei Ds “è necessario avere progetti e priorità chiare, a partire dal welfare. Il punto che sembra soffrire è quello culturale. In un quadro regionale ricordo che la Regione si è mossa già diversamente, tagliando alcuni finanziamenti e io spero che questi tagli non cadano in maniera indistinta su quella che è la nostra cultura cittadina”.
Sergio Celloni (Udc) ha sottolineato di “fare fatica ad accettare questo preconsuntivo. Non mi trovo d’accordo con questa amministrazione che la politica la fa dove gli fa comodo. Avevo chiesto atti su eventuali spese fatte per associazioni culturali, fondi per fondazioni per le figurine, programmazione culturale, tutte cose importanti, ma quando ci si trova di fronte ad associazioni che prendono centinaia di migliaia di euro con attività che non ritengo sia di pura meritocrazia, non capisco quanto sia il risparmio”.
E’ poi intervenuto Dante Mazzi (Forza Italia), sottolineando che “sento parlare di strumentalizzazioni, ma respingo l’accusa. Noi non parliamo della qualità delle entrate, ma delle uscite. E’ la maggioranza che si lamenta delle entrate, anche se poi sono superiori rispetto alle previsioni. Noi abbiamo sempre detto che questo viene fatto sistematicamente perché questo è il metodo con cui poi si possono finanziare rivoli di spesa. Vi lamentavate di ciò che concedeva il governo precedente, ma si vorrebbe dimenticare che 9 milioni in meno nel consuntivo rispetto all’anno scorso derivano da minori dividendi di Meta. Voglio vedere se quest’anno vi lamenterete del credito di imposta o se riconoscerete che è un’entrata che dobbiamo dimenticarci, visto che lo stabilisce l’Ue e la conseguenza la pagano gli enti locali”. Secondo Mazzi “tutti i soldi che il governo centrale precedente aveva promesso sono arrivati. Quando è stata abolita la tassa sulle insegne avete strepitato, ma poi siete stati rimborsati. Quindi sono state mantenute le promesse. Il governo precedente ha detto di ridurre le spese e lo sosteniamo ancora oggi, ma noi non diciamo di tagliare la spesa sociale, al contrario, tanto che avevamo proposto il 5 per mille della precedente finanziaria, anche se questo governo la vorrebbe abolire”. Il consigliere di Forza Italia si è interrogato sulle spese del welfare, chiedendo se “davvero si garantisce la copertura delle esigenze di tutti i cittadini. Bisogna vedere quali progetti vengono finanziati sotto il cappello di welfare e della cultura. La mostra di Covili? Questi sono i progetti che qualificano il nostro bilancio? C’è uno storno di 20mila euro dedicato alla lotta all’evasione all’Ici. Come mai l’avete stornata? Da una parte dite che c’è l’evasione, dall’altra stornate spese dedicate alla lotta all’evasione, mettetevi d’accordo”. Dante Mazzi, infine, rispetto all’aumento di 823mila euro per le utenze, ha sottolineato che “ci sono Ordini del giorno in cui si dice di operare per politiche energetiche di un certo tipo e si chiede ai cittadini di risparmiare, quando invece sono gli enti locali per primi a non risparmiare. C’è l’iniziativa della lampadina di risparmio energetico data in maniera demagogica al cittadini, ma ci sono queste lampadine nelle scuole, asili e uffici pubblici? Ci sono i frangiflutti e altre soluzioni di risparmio energetico”?
In fase di replica, l’assessore Frieri ha ribadito che “la crescita di spesa è al 5% e si assesta verso il basso rispetto agli anni passati. Sul totale dei 9 milioni di aumento della spesa, 7 sono a destinazione vincolata, senza alcuna discrezionalità possibile da parte della giunta. Dove è invece stato possibile, il Consiglio comunale ha indirizzato verso il welfare. Se stiamo ad alcuni elementi evidenziati sulla crescita della rigidità, non sono fugati i timori che si sono evidenziati in fase di preventivo degli anno scorsi e che si ripresenteranno anche quest’anno. La rigidità – ha precisato Frieri - si vede anche su altri costi fissi. Le entrate non aumentano, quindi non si può non tenerne conto quando pensiamo ai bisogni futuri dei cittadini. Noi abbiamo sfruttato al massimo gli elementi di elasticità. Il tema degli oneri di urbanizzazione sarà centrale, ma sarà fatale se non si potrà destinarli all’obiettivo voluto”.
Frieri ha poi convenuto sul fatto che la spesa sia frammentata, dichiarando che questo “è normale vista l’attività del Comune che spesso surroga la mancanza di enti superiori. Alcuni auspici lo cogliamo, ad esempio sugli strumenti di coinvolgimento del privato sulla spesa corrente, come nel caso del project financing. E’ giusto anche porre il tema del risparmio energetico. Buona parte del risparmio in questo senso si ottiene con investimenti, ad esempio doppi vetri o coibentazione. Bisogna però dare l’esempio, ma ci vogliono risorse per fare gli investimenti”.
L’assessore ha quindi ricordato che “l’ambito culturale è quello più difficile da rendicontare” e che “non vedo la possibilità di rimborso in Finanziaria del credito d’imposta. Il governo attuale non lo ha promesso, quindi almeno non ci sono aspettative che poi saranno deluse. Mancano 900mila euro di Meta, non 9 milioni come dice Mazzi”.
Frieri ha concluso ricordando che “è un bilancio in equilibrio, ma c’è una dimensione critica della finanza di questo Comune in cui è evidente che aumenta la rigidità. La dinamica che permetteva elasticità verso i nuovi bisogni non c’è più”.
Si è poi passati alle dichiarazioni di voto, che si sono aperte con l’intervento di Mauro Manfredini (Lega Nord), secondo il quale “l’unica consolazione è di non sentire più dire “il governo ci ha tagliato”, come dicevate per il precedente governo. Adesso dite “ci ha lasciato il buco”. Sono state sottostimate le entrate e questo, se da un lato è positivo perché abbiamo 10 milioni in più, ci fa però pensare che siano stati presi dalle tasche dei cittadini senza servizi aggiuntivi. Quindi o il cittadino è stato spremuto o si sono fatti male i conti. Si poteva evitare l’aumento delle tariffe, lasciare invariate le rette nelle materne o trasporto scolastico. Politicamente, perciò, questo è un comportamento grave e mi mette in campana sul futuro bilancio preventivo. Fate attenzione per il futuro. Per queste ragioni io voterò contro”.
Baldo Flori (Modena a Colori) ha ribadito che “c’è demagogia nel nascondere che i dati reali sono positivi. Il bilancio fortunatamente non ha avuto grossi problemi, non è stato un bilancio stressante. I dati dimostrano che si è potuta governare la situazione. Abbiamo avuto anni in cui i tagli sono stati molto più pesanti di quelli dell’anno scorso.
Si sono sottostimati alcuni dati ben sapendo che nel corso dell’anno ci sarebbe stato un recupero che avrebbe permesso di rispondere ad una serie di bisogni dei cittadini. Non credo neanche alla favoletta della rigidità della spesa – ha aggiunto - L’utilizzo degli oneri di urbanizzazione, ad esempio, se diventa una regola può essere un problema, ma nei momenti di crisi è uno strumento che si usa per affrontare una situazione. Infine, quanto ai soldi concentrati su grandi capitoli come scuola e welfare, bisogna guardare dentro. Ma il welfare è tutto così da mantenere? Possiamo discutere le priorità? Ho contato 45 direzioni di spesa. Alla luce di queste considerazioni il nostro giudizio è negativo”.
Anche Dante Mazzi (Forza Italia) ha annunciato voto contrario, ribadendo che si “deve guardare alla qualità della spesa. Torno al discorso della cultura, perché si dice sempre che si deve fare più cultura, ma quali sono le spese della cultura? A parte Covili, penso alla cultura con la c o con la k di origine sovietica? L’8 e 9 agosto è stata finanziato uno spettacolo ai Giardini di un attore che porta in giro per l’Italia la teoria del complotto per le torri gemelle. E’ stata finanziata una bufala, ammantata con la vernice della cultura. Sottolineo perciò l’aspetto economico delle operazioni, che finanziano operazioni propagandistiche. Per questo parlo di Minculpop”.
Azioni sul documento