06/12/2006

LEGGE FINANZIARIA, IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Gli interventi dei consiglieri nel corso della discussione su quattro Ordini del Giorno
Il dibattito sui quattro Ordini del Giorno relativi alla Finanziaria 2007, presentati da An, Forza Italia e dai gruppi di Maggioranza escluso l’Udeur, si è aperto con l’intervento di Mauro Manfredini (Lega Nord) secondo cui “la manovra è devastante per cittadini e enti locali. Il centrosinistra ha anche il difetto di agire in certi settori senza un’audizione con gli interlocutori su cui ricadranno le decisioni. Si parla di concertazione, ma non è vero”.
Manfredini ha poi letto gran parte di un intervento dell’assessore regionale alle Finanze Flavio Delbono in sede di Commissione Bilancio, sottolineando che “di fatto l’assessore annuncia che tasseranno tutto e tutti”. Secondo Manfredini “è sotto gli occhi di tutti l’impatto che la Finanziaria 2007 avrà sui bilanci degli enti locali, che avranno bisogno di aumentare il gettito fiscale, perciò un aumento delle addizionali Irpef e dell’Ici sarà più che probabile. In questo modo il governo ha semplicemente spostato il problema su un piano differente, senza alcuna politica economica, ma solo con una deresponsabilizzazione”. Il consigliere della Lega Nord ha poi sottolineato che con la manovra si colpiscono le politiche sociali, le infrastrutture, la tutela dell’ambiente, lo sviluppo economico, del lavoro e la scuola, evidenziando che anche sul piano del rapporto del federalismo fiscale “tutto viene rinviato al futuro. Ricordo – ha concluso – che un vero federalismo fiscale significa una sola cosa: le tasse prodotte restano sul territorio che le ha generate”.
E’ stata quindi la volta del sindaco di Modena Giorgio Pighi, secondo cui “la Finanziaria è un banco di prova e ha lo scopo di preparare una legislatura all’opposto rispetto alla situazione precedente. Un governo nella prima Finanziaria deve rimarcare le linee di tendenza. Sotto questo profilo non si poteva prescindere dal fatto che si esce da 5 anni di stagnazione economica. Nonostante già nel 2001 si parlasse di federalismo fiscale, non si è mai passati veramente ad un federalismo. Le nostre condizioni economiche anche con un eventuale compartecipazione all’Irperf, darebbe un segnale di continuità con un sistema di servizi che non ha pari a livello nazionale”.
Pighi ha poi aggiunto che il giudizio va distinto in due parti: “Innanzitutto, e qui rispondo a Barcaiuolo che chiedeva una mia posizione netta, per quanto riguarda il giudizio, gli assi strategici preparano il terreno per arrivare a un vero federalismo fiscale. Si deve diminuire il costo del lavoro, quindi ci vuole una manovra impegnativa e si deve mettere il paese in grado di reggere a impegni finanziari europei. Con questi obiettivi, un governo che sa qual è il suo dovere, sa sfidare anche l’impopolarità. Sono operazioni difficili. Il correttivo è stato di rimodulare dal punto di vista fiscale le aliquote a favore dei redditi più bassi che attraverso il fisco opera in senso redistributivo, accontentando alcuni e altri no. Se però il saldo alla fine porta a un rilancio dell’economia e della capacità del sistema di reggere rispetto all’indebolimento degli anni precedenti, il giudizio è positivo. In seconda battuta, inoltre, si tratta di mettere il paese in condizione di essere più solido per il proprio dovere fiscale. Si danno due letture diverse riguardo al gettito fiscale che è aumentato. Certamente qualcuno sui condoni, sulla debolezza dell’accertamento del fisco ha cambiato atteggiamento e ci fa pensare che questa è la strada che deve essere seguita, cioè che il dovere fiscale è un dovere serio. Poi c’è il secondo passaggio: a livello locale si mettono gli enti locali in condizione diversa. Manfredini, lei dice che non è federalismo fiscale. Ma se una parte va al territorio e una rimane al centro, è un’operazione locale, come nel caso dell’Irpef. Resta il fatto – ha aggiunto il sindaco - che è difficilmente contestabile che in questi anni, pur presente, non è mai stato realizzato”.
Pighi ha poi spiegato che “a livello locale la manovra è caratterizzata da elementi di rigidità che non sono dipesi da maggiori o minori spese. Ci siamo trovati davanti a un contratto oneroso e ad un aumento del costo dell’energia molto significativo. Non sappiamo quale sarà la Finanziaria definitiva, ma a livello locale noi stiamo ragionando di somme dove basta spostare poco e in realtà si sposta molto, ad esempio sugli oneri di urbanizzazione. Un euro in più ogni mille euro di imponibile Irpef, sposta davvero gli equilibri. Quindi dobbiamo metterci in condizione, davanti a questi spostamenti che ci sono stati nella finanza locale, di dare una risposta importante ai servizi che garantiamo ai cittadini. L’esigenza è che questo stato sociale si razionalizza, deve essere rappresentato da costi tirati al massimo, ma poi il servizio deve essere prestato. Il discorso è onesto verso i cittadini: il mantenimento dei servizi è prioritario”.
Il sindaco ha dichiarato di “non sottovalutare le preoccupazioni sulla pressione fiscale, c’è bisogno di massima chiarezza. Va valutata come fosse una prestazione. Non mi stancherò mai di dire che quando si ha responsabilità di governo il compito è dare servizi ai cittadini, con un prelievo fiscale giusto e con un rapporto costi benefici corretto socialmente”.
Il dibattito è proseguito con l’intervento di Ivo Esposito (Forza Italia) che ha letto un documento contenente una serie di critiche e di preoccupazione da parte della Cgil rispetto alla manovra: “Anche il sindacato esprime forte preoccupazione. Voglio anche ricordare che in piazza a Roma c’era gente che non vuole pagare più tasse. Fate piangere non solo i ricchi, ma anche i poveri”.
Alvaro Colombo (Prc) ha annunciato da subito l’intenzione di voto favorevole al documento della maggioranza, sottolineando la “consapevolezza che è una Finanziaria con aspetti positivi, ma che contiene anche ombre. La manovra nasce da necessità in un contesto pesante di disavanzo delle finanze pubbliche ereditato da cinque anni di governo Berlusconi. Dopo gli anni di politica liberista in campo finanziario, c’è un tentativo di introdurre una maggiore equità nella distribuzione fiscale, di riequilibrio sociale. In questi giorni non c’era in campo solo la protesta antisociale della destra, ma anche la lotta alla precarizzazione del lavoro e alla manovra nei confronti degli enti locali. E’ una manovra che ricostruisce reddito con nuova curva fiscale, ma allarga le richieste sulle tasse e di fatto finisce in parte per contraddire la redistribuzione fiscale, anche con ricadute a livello locale”. Colombo ha precisato che “non diciamo che è una Finanziaria perfetta, ha aspetti innovativi ed elementi critici e deve essere ulteriormente migliorata.
Si poteva risparmiare ad esempio pensando al contributo alle scuole private. Penso poi che non trovi giustificazione pratica l’acquisto di jet militari. Ma in base a quale nemico? Non possiamo ritagliare da lì risorse da investire nel sociale e nella ricerca”?
In fase di dichiarazione di voto Andrea Leoni (Forza Italia) ha dichiarato che la Finanziaria “scontenta tutti, Lapam, Confesercenti ecc, circa 86 tra associazioni e movimenti che dicono che la Finanziaria è dannosa. Difenderla ciecamente vuol dire mettersi contro il proprio terreno. Quanto al maggiore gettito fiscale, è evidente che è merito dei provvedimenti del governo precedente. Lei – ha detto rivolto al sindaco - aumenterà le tasse e diventerà un emulo di Prodi e Errani. Ci sarebbe stata la possibilità di non farlo. Come? Ad esempio licenziando due assessori già da oggi visto che sono troppi. E poi con le consulenze, di cui parlano anche Cgil, Cisl e Uil. Se ci dicono che nel Comune di Modena ci sono troppi sprechi e un utilizzo non corretto di soldi pubblici, è evidente che è un critica pesante. Sarebbe stato apprezzabile non mettere le mani nelle tasche dei modenesi, anche se è una scelta che questa amministrazione non intende fare”.

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