07/12/2006

LA GAZZETTA DI MODENA SCRITTA DAI RAGAZZI

Domenica 10 dicembre sul quotidiano una pagina interamente curata dagli studenti.


E se i giornali li scrivessero i ragazzi? Accadrebbe forse che ci racconterebbero una città diversa da come siamo soliti conoscerla. La risposta l’avremo domenica 10 dicembre, quando sulla Gazzetta di Modena uscirà la prima di una serie di pagine interamente redatte e curate da giovani modenesi delle scuole secondarie di primo e secondo grado. E’ una prima risposta al bisogno di trovare uno spazio in cui esprimere idee e pensieri che i ragazzi avevano manifestato lo scorso maggio incontrando il sindaco nell’aula del Consiglio comunale. La loro richiesta non è caduta nel vuoto. La Gazzetta di Modena ha accolto l’invito dell’assessorato all’Istruzione e ha avviato una collaborazione con gli studenti delle scuole medie e superiori di Modena. Ogni quattro settimane una pagina del quotidiano locale sarà curata dai ragazzi degli istituti superiori cittadini in modo completamente autogestito e fuori dall’orario scolastico. Con la stessa frequenza saranno gli studenti delle scuole medie a trasformarsi in giornalisti per curare la loro pagina, questa volta coordinati dal personale del Multicentro educativo Memo. Vale a dire che per i lettori del quotidiano l’appuntamento con la pagina scritta dai ragazzi avrà cadenza pressoché quindicinale.
“La partecipazione ha bisogno di tempi, luoghi e spazi: quest’iniziativa, unica nel suo genere, vuole appunto dare agli studenti uno spazio che permetta loro di uscire dalla dimensione, pur importante, dei giornali scolastici e di misurarsi con l’esterno – osserva l’assessore all’Istruzione del Comune di Modena, Adriana Querzè – La decisione di partecipare ad un progetto che richiede tempo, impegno e si svolge al di fuori dell’orario scolastico è un segnale forte e positivo da parte dei nostri ragazzi”. “L’iniziativa infine- conclude l’assessore - ha un doppia valenza perché offre ai giovani la possibilità di esprimersi ed è un’occasione per gli adulti, anche per quelli che non hanno figli, di poter conoscere il modo in cui i giovani vivono e leggono la città”.

Azioni sul documento